Piano regolatore portuale, il Comune cambia paradigma: “Pretenderemo partecipazione e condivisione”
- Postato il 26 giugno 2025
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- Di Genova24
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Genova. Si torna a parlare di Piano regolatore portuale in Sala Rossa, dove la nuova giunta, facendo seguito a quanto anticipato durante la campagna elettorale, cambia paradigma: “Ci auguriamo che la situazione di ADSP si risolva al più presto, con un comitato e un segretario, che possano ripartire i lavori per arrivare a un nuovo PRP e il Comune pretenderà partecipazione attraverso le proprie istituzioni, con i Municipi, e ovviamente coinvolgendo il consiglio comunale nell’elaborazione dei suggerimenti per la redazione del nuovo PRP”.
Questa in sintesi la risposta del vicesindaco Alessandro Terrile all’interrogazione di Filippo Bruzzone, consigliere della Lista civica Salis, in cui chiedeva se “Nel corso del 2025 le strutture del Comune di Genova abbiano avuto interlocuzioni con ADSP e di quale natura, ed in particolare quale sia il percorso di condivisione previsto sia con il consiglio comunale sia con le realtà territoriali per la redazione del nuovo piano”.
“La risposta potrebbe essere molto semplice – ha esordito Terrilo – no, non ci sono state, nel 2025, interlocuzioni tra gli uffici del Comune e quelli Autorità di sistema portuale (ADSP) per la redazione del nuovo Piano di regolazione portuale (PRP). Probabilmente perché l’avanzamento del nuovo PRP ha subito rallentamenti perché fino a che non ci sarà una governance chiara – un presidente, un segretario, un comitato – sarà impossibile portare avanti i lavori per il PRP. Io credo che sia un tema dirimente per lo sviluppo e il futuro della nostra città perché, ha fatto molto bene la nostra sindaca a specificare che non c’è un assessore al porto ma ai rapporti tra porto e città, è riportare tutto nell’alveo delle competenze di legge dove ognuno fa il suo: ADSP si occupa delle banchine, il Comune di Genova si occupa della città e insieme devono pianificare le aree di cerniera tra porto e città”.
Una definizione di competenze in controtendenza rispetto all’impostazione delle ultime giunte di centrodestra: “Vuol dire che bisogna fare esattamente l’opposto di quello che ha fatto il Comune di Genova con quella delibera di giunta comunale numero 85 del 4 luglio 2024, quando è stata approvata la visione di Genova2030. Perché bisogna fare l’esatto opposto? Perché adesione a Genova2030 ha due grandi limiti: il primo è che si occupava delle banchine, spostava cantieri navali e terminal da una parte all’altra e non è questo il compito del Comune che non ha le competenze e neppure le professionalità per entrare nel merito di cosa si può fare o non fare sulle banchine; il secondo limite è che quella visione non era frutto di alcuna condivisione e partecipazione neppure in consiglio comunale. Quel disegno che è stato presentato al Mipim di Cannes non è stato oggetto di nessuna interlocuzione con i soggetti interessati, economici e non, con i cittadini delle zone portuali o che vi affacciano e neppure con i consiglieri comunali e con i Municipi”.
“Chiaramente noi siamo aperti al dialogo con Palazzo San Giorgio – commenta a margine Bruzzone – fatto salvo quelle che per noi sono stati, sono e saranno paletti assolutamente non trattabili come l’allargamento del porto a ponente, cosa che da tempo sosteniamo e difendiamo e per il quale abbiamo ricevuto il mandato dai genovesi. E poi la difesa della salute dei cittadini e della vivibilità dei territori. Tutte cose mai prese in considerazione dalla visione di Bucci di Genova2030 ma che invece sono la nostra priorità”.