Pichetto Fratin: «L’energia nucleare è una prospettiva concreta»
- Postato il 5 giugno 2025
- Di Panorama
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Durante l’evento Il giorno della Verità, appuntamento promosso e organizzato dal quotidiano diretto da Maurizio Belpietro per raccontare e fare il punto sulle grandi sfide della contemporaneità e sui temi che ogni giorno l’Italia si trova ad affrontare, è stato nostro ospite il ministro Gilberto Pichetto Fratin. Il dibattito si è svolto durante il panel dal titolo “Clima di potere”, dedicato ai temi del green, dell’energia e delle future prospettive di produzione dell’energia.
L’intervista, a cura del condirettore de La Verità Massimo de’ Manzoni, si è aperta con una riflessione sul tema del nucleare, che il Ministro ha definito come una delle prospettive più concrete e affidabili per garantire energia stabile e sostenibile all’Italia nel medio-lungo termine. Sebbene non si tratti di una soluzione immediata, l’energia nucleare, in particolare quella dei piccoli reattori modulari (SMR), rappresenta una via sempre più percorribile rispetto ad altre fonti rinnovabili, che pur essendo pulite, presentano forti limiti in termini di continuità, impatto territoriale e costi legati agli accumuli energetici. Il Ministro ha sottolineato di aver licenziato un disegno di legge – attualmente in fase di raccolta dei pareri giuridici e delle regioni – che ha l’obiettivo di creare un quadro normativo chiaro per consentire la ripresa della produzione nucleare in Italia. Non si tratta ancora di costruire impianti, ma di dotarsi delle regole, delle procedure autorizzative, delle responsabilità istituzionali e delle competenze tecniche necessarie per farlo, quando il Paese deciderà di procedere. L’obiettivo è portare il disegno di legge in Parlamento a breve e approvarlo entro la fine dell’anno. Seguiranno poi 12 mesi per predisporre le norme attuative. Nel nuovo scenario energetico, non si parla più di grandi centrali nucleari, ma di impianti più piccoli e flessibili, anche installabili in contesti industriali e logistici. Alcuni esempi citati riguardano le navi mercantili, che nel futuro potrebbero essere alimentate da reattori nucleari da 20 MW, tecnologia già sperimentata nei sottomarini militari da decenni. In questo senso, il Ministro ha fatto notare che l’Italia deve dotarsi di un sistema normativo capace di regolare questi nuovi impieghi del nucleare, anche per garantire la sicurezza nei porti e nelle aree industriali.
A livello di efficienza, Pichetto Fratin ha poi fatto un confronto tra un reattore nucleare da 300 MW e un equivalente sistema fotovoltaico: per produrre la stessa energia con il sole servirebbero circa 2.500 ettari di terreno, oltre a sistemi di accumulo, con un impatto ambientale e paesaggistico significativo. Da qui la critica alla “follia ideologica” di un ambientalismo che non tiene conto dell’equilibrio tra progresso, sostenibilità e tutela del paesaggio italiano.Il discorso si è allargato poi al Green Deal europeo, criticato per la sua estrema rigidità iniziale, specie per alcune scelte fatte nel 2020, come quella di vietare i motori endotermici entro il 2035. Secondo il Ministro, queste decisioni sono state prese con approccio ideologico e senza una reale valutazione di fattibilità. Ha invitato quindi a non ripetere errori del passato e a rivalutare le politiche ambientali in chiave pragmatica, facendo un parallelo provocatorio con la pianificazione sovietica. Sul fronte economico, è stata evidenziata nel dibattito la necessità di contenere il caro energia, che colpisce famiglie e imprese. Il Governo ha avviato l’iniziativa Energy Release, un meccanismo che prevede la cessione di energia a prezzo calmierato (circa 70 €/MWh) per tre anni alle imprese energivore. Dopo una fase di confronto con l’Unione Europea, che temeva una violazione delle regole sugli aiuti di Stato, è stato raggiunto un accordo. Si attende ora solo la formalizzazione ufficiale da Bruxelles. Infine, è stato affrontato il tema della dipendenza dalla Cina, in particolare nella produzione di pannelli fotovoltaici e batterie al litio: al riguardo il Ministro ha espresso forte preoccupazione per la concentrazione produttiva cinese e segnalato il rischio, denunciato da alcune inchieste giornalistiche statunitensi, che i dispositivi importati possano contenere sistemi di blocco remoto (“killer release”), sottolineando la necessità di sviluppare una produzione europea e nazionale di componenti strategiche, citando come esempio positivo l’iniziativa di Enel per realizzare uno stabilimento di pannelli in Sicilia. Il discorso si è chiuso con un messaggio chiaro: l’Italia deve ridurre le dipendenze esterne, rafforzare le sue capacità produttive, e affrontare la transizione ecologica con equilibrio e realismo, considerando tutte le opzioni tecnologiche, incluso il nucleare. Solo così sarà possibile garantire sicurezza energetica, sostenibilità ambientale e competitività industriale.