Picierno: “Corteo contro riarmo Ue? Iniziativa strampalata di Conte, un raduno da centro sociale”
- Postato il 20 giugno 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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“La manifestazione del 21 giugno contro il riarmo europeo? Io continuo a chiedere chiarezza. Ricordo che il Pd è impegnato nelle istituzioni per contribuire a migliorare il piano von der Leyen, sul quale pure abbiamo espresso delle critiche fondate. Ma la politica estera non può essere come la tela di Penelope: al mattino si lavora nelle istituzioni e al pomeriggio si scende in piazza per contestare quello che si è fatto poche ore prima”. È la frecciata di Pina Picierno, europarlamentare del Pd e vicepresidente del Parlamento europeo, che critica apertamente l’iniziativa nazionale “Stop Rearm Europe”, in programma domani 21 giugno nel centro di Roma. La manifestazione si svolgerà in concomitanza col vertice Nato dell’Aja, dove si discuterà dell’aumento delle spese militari al 5% del Pil.
Ospite della trasmissione 24 Mattino (Radio24), Picierno espone le ragioni dei riformisti del Pd, notoriamente in esplicito dissenso rispetto a un evento promosso da oltre 440 realtà tra associazioni, movimenti e singoli cittadini, che si oppongono a guerra, riarmo, genocidio e autoritarismo. Al corteo parteciperanno Giuseppe Conte, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, mentre il Pd ha scelto di non aderire ufficialmente. La segretaria Elly Schlein sarà impegnata all’estero per un congresso europeo e, anche per evitare frizioni interne, la direzione del partito ha deciso di non inviare alcuna delegazione, lasciando libertà di partecipazione individuale ai suoi parlamentari.
Picierno chiede maggiore chiarezza nelle scelte politiche dell’opposizione: “Il Pd ha scelto di non prendere parte ufficialmente alla manifestazione proprio perché siamo impegnati a lavorare, dentro le istituzioni, per migliorare le proposte europee, come è giusto e doveroso fare. Aderire a un corteo che contesta radicalmente quelle stesse proposte mi sembrerebbe, da un lato, controproducente, dall’altro profondamente sbagliato – spiega – Sarebbe un esempio di quella politica che preferisce piegare la realtà ai propri desideri. La parola ‘pace’ è la prima del nostro lessico ed è chiaro che siamo tutti pacifisti: tutti vogliamo la pace, tutti siamo convinti che sia la condizione migliore in cui vivere. Ma la realtà, oggi, nel mondo, è ben diversa. Ignorarla o fingere che non esista è un atteggiamento che non può appartenere a chi ha responsabilità di governo”.
Sulle divisioni interne all’opposizione in tema di riarmo, l’europarlamentare osserva: “C’è chiaramente un tema di credibilità, io l’ho detto senza mezzi termini. Per questa ragione per non mi stanco di invocare chiarezza anche dentro il Pd, che è il perno, ovviamente, dell’alternativa di governo. Questa iniziativa strampalata di Conte assomiglia più a una riunione da centro sociale: si propone come contromanifestazione rispetto a un vertice Nato che invece è molto atteso, molto importante. In quell’occasione si discuteranno i nuovi impegni e i target di spesa dei diversi Stati. Da molti mesi si parla di questo 5%, ma detto così non significa assolutamente nulla. Bisogna capire cosa c’è dentro questo 5%. E pare che ci sia il 3,5% di incremento di capacità militare, l’1,5% invece di spese dual use, cioè spese civili e accessorie. E questo aumento dovrebbe svilupparsi nell’arco di dieci anni”.
E rincara: “Credo che anche la maggioranza degli italiani, che chiede un’alternativa credibile al governo Meloni, sia oggi perplessa. Ci sarebbe bisogno di un’alternativa credibile, io non mi stanco di chiederla. Ma se Conte convoca un controvertice della Nato come se fosse il leader di un centro sociale e se le altre forze di opposizione non chiariscono la propria posizione in politica estera, si finisce per fare un regalo enorme – l’ennesimo – a Giorgia Meloni. Ed è proprio questo che io vorrei scongiurare a ogni costo”.
Picierno estende la sua critica anche ad Avs, aggiungendo: “Io tuttavia credo che a tutto questo ci possa essere una soluzione. Anche forze politiche diverse possono sedersi attorno a un tavolo e stabilire delle linee rosse, soprattutto su argomenti seri come la politica estera. E poi si rispetta quel programma comune, proprio come fu per l’Ulivo. Per questo motivo non mi stanco di chiedere senso di responsabilità e uno sforzo di condivisione – continua – Ma non si può essere credibili se gli italiani non sanno quale sia la linea comune dell’opposizione sulla politica estera, soprattutto in un mondo in cui è necessario tornare a parlare di difesa e a essere concreti. Basta con questo populismo d’accatto e questo pacifintismo“.
E conclude: “L’ho detto prima e lo ribadisco: siamo tutti pacifisti, ma per difendere la pace dobbiamo agire concretamente. Altrimenti resta solo retorica. Se l’Europa deve essere in grado di difendersi e di proteggere la pace, non di organizzarsi per fare le guerre. Ma se non lo fa, finiamo per fare un regalo a tutti i dittatori che in questo momento, da Putin in poi, sono ben organizzati”.
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