Piloti d’aereo, possibile l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni

  • Postato il 29 agosto 2025
  • Di Panorama
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L’associazione delle compagnie aeree commerciali (Iata) ha approvato l’innalzamento dell’età pensionabile dei piloti affrontando un tema caldo in seno agli standard dell’Organizzazione Internazionale dell’aviazione civile (Icao), che costituisce la maggiore organizzazione e autorità mondiale del settore.

Ora la proposta dell’associazione potrà finalmente promuovere una discussione sull’opportunità di innalzare gli standard per i piloti a livello globale.

Il documento chiede di sostenere l’innalzamento del limite massimo di età per i piloti a 67 anni (ora sono 65 anni per le licenze emesse dall’autorità europea Easa e per quelle emesse dalla statunitense Faa, 60 sugli aeromobili con singolo pilota), a condizione che il secondo pilota a bordo (primo ufficiale) abbia meno di 65 anni.

La Iata non propone nuove revisioni basate sui dati a supporto di tale iniziativa, ma sostiene un sistema di raccolta dati standardizzato sullo “stato di salute e sulle prestazioni sanitarie in tutte le fasce d’età dei piloti”, come si legge nel documento presentato.

Raccolta dati e condizioni mediche

I dati dovrebbero includere condizioni mediche, motivi medici per il pensionamento o per la perdita dei requisiti e di conseguenza dei certificati, ma anche informazioni sulla sicurezza e sulle prestazioni dimostrate in volo.

La proposta, che dovrebbe essere discussa alla 42ª Assemblea generale dell’Icao che inizierà il 23 settembre, riporta all’attualità le richieste avanzate negli ultimi anni, compresa l’idea degli Stati Uniti che caldeggiano l’aumento dell’età pensionabile considerandola come un modo semplice per contribuire a compensare la carenza di piloti.

Gli oppositori, in particolare il sindacato Air Line Pilots Association (Alpa), insieme con altre importanti associazioni di piloti, sostengono invece che non vi sia alcuna carenza di personale e fanno notare che un innalzamento dell’età pensionabile dei piloti a livello nazionale (Usa) e non di tutte le 192 nazioni Icao creerebbe problemi costringendo le compagnie aeree a destreggiarsi tra molteplici requisiti normativi ogni volta che i piloti attraverseranno i confini su voli internazionali.

Ambito di applicazione della proposta

La proposta della Iata si dovrebbe applicare alle operazioni di trasporto aereo commerciale su rotte internazionali e aeromobili multi-equipaggio; allungherebbe la carriera dei professionisti ma al tempo stesso costituirebbe un cambiamento verso l’eliminazione degli standard globali.

L’Icao aveva modificato per l’ultima volta il suo limite per il pensionamento dei piloti nel 2006, innalzandolo da 60 a 65 anni, ma lasciando le singole autorità aeronautiche libere di imporre ulteriori limitazioni.

La decisione si era in parte basata su dati epidemiologici aggiornati che dimostravano come gli esseri umani rimanevano in salute più a lungo.

Proposte precedenti e contesto post-pandemia

Nel 2024 Iata aveva proposto un documento firmato da diversi paesi tra cui Australia, Brasile e Nuova Zelanda, che consentiva ai piloti di età superiore ai 65 anni di operare in operazioni commerciali, distinguendo anche quelle per le quali si poteva ipotizzare di eliminare il limite dell’età, esortando l’Icao a prenderla in considerazione rapidamente.

Tale richiesta arrivava dopo la fine della pandemia, periodo nel quale i vettori hanno fatto ampio uso di procedure per il prepensionamento, salvo poi assistere a una ripresa molto rapida del mercato e trovarsi in difficoltà per la mancanza di nuove leve.

Le dichiarazioni della Iata

Nel documento Iata si legge: “Limiti di età arbitrari sono superflui considerando l’evoluzione della salute generale e dell’aspettativa di vita della popolazione, i progressi nella diagnostica e del trattamento medico, il rigore della valutazione medica aeronautica e i continui miglioramenti nella tecnologia per la sicurezza aerea. L’attenzione dovrebbe essere rivolta al fatto che i piloti soddisfino standard aero-medici e prestazionali coerenti con livelli di sicurezza accettabili, indipendentemente dalla loro età”.

Un tema di lunga data

Il tema dell’età pensionabile dei piloti è caldo da tempo: nel maggio 2018 la Corte di Cassazione aveva sentenziato che la cessazione automatica del rapporto di lavoro di un pilota al raggiungimento del 60° anno di età rappresentava una discriminazione e una contrarietà ai principi comunitari.

In particolare, la sentenza evidenziava il conflitto tra la normativa italiana (Dpcm del 9.09.2008, in attuazione dell’art. 748, comma 3, del Codice della Navigazione) e il regolamento europeo 1178/2011, laddove fissava al 65° anno di età il limite di impiego per i piloti nel trasporto aereo commerciale.

Autore
Panorama

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