Più aspra la polemica dei tifosi del Toro, nei confronti di Urbano Cairo: hai pagato 190 mila €, vale 200 milioni
- Postato il 7 settembre 2025
- Sport
- Di Blitz
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La polemica dei tifosi della squadra del Torino, il mitico Toro, nei confronti del proprietario e presidente Urbano Cairo si fa sempre più aspra.
Cairo minimizza ma se guardate qualcuno dei flash lanciati dagli ultrà del Torino vi fate una opinione un po’ diversa. Su TikTok trovate una ampia scelta.
Cairo, come da suo carattere di venditore principe più suadente di Berlusconi e da modello del suo maestro, incassa, assorbe e rilancia.
Cairo, riporta Tuttosport, “si è fin lanciato, a un certo punto: «Se spero di ricucire con i tifosi? Io sto proprio lavorando per crea-
re il Toro migliore possibile, affinché dia risultati che soddisfino i tifosi». E poi, quando gli hanno chiesto se davvero fosse interessato ad acquistare lo stadio: “Sì, è una cosa nota. Mi sto informando per comprare lo stadio, è vero”.
Per cui, aggiunge Bonetto,possiamo comprendere Domenico Beccaria, presidente della Memoria Storica e del Museo, nonché rappresentante dei tifosi nella Fondazione Filadelfi a, quando ironizza, ma non troppo: «Magari Cairo ha avuto la sua folgorazione granata, ora che è arrivato a 20 anni di presidenza! Chissà… D’altra parte fi no al momento della sua conversione sulla via
di Damasco, Paolo di Tarso era un accanito persecutore di cristiani: e poi è diventato un santo… Magari Cairo farà davvero qualcosa di granata, adesso… Ammesso che mantenga le promesse…”.
Un merito di Cairo che i tifosi del Toro non riconoscono

Un merito va comunque riconosciuto a Cairo, che i conti della società sono in ordine. Anche se questo ai tifosi non basta. Ma, chiosa Tuttosport, “se c’è qualcuno che può dirsi soddisfatto della sessione di calciomercato appenaconclusa, questo è sicuramente il commercialista che cura i conti del Torino. E, di conseguenza, sarà felice anche lo stesso Urbano Cairo, che ai conti della sua società, come qualsiasi altro imprenditore, ovviamente è attento.
“Il saldo tra entrate e uscite è di +26 milioni, ma considerando i milioni che verranno certamente spesi per gli acquisti a titolo definitivo di Tino Anjorin (4,5) e Giovanni Simeone (6) oltre che i 6,5 milioni che arriveranno dal Napoli per il riscatto di Milinkovic Savic (6,5, che si aggiungeranno ai 15 previsti per il prestito oneroso), il saldo finale può considerarsi di +22 milioni: 26,5 i milioni spesi, 48,5 quelli incassati. Mica male, insomma.
“Meno contenti sono i tifosi (e forse anche Marco Baroni) che avrebbero certamente apprezzato almeno l’ingaggio di un altro difensore centrale”.
Il quotidiano sportivo di Torino, Tuttosport, seguendo l’umore dei tifosi, ha preso posizione sempre più aspra con una serie di articolo di Marco Bonetto. Il primo già dal titolo fa capire tutto.
“I 20 anni di Cairo? Ha ragione. Non c’è nulla da festeggiare”
Il 2 settembre del 2005 diventava presidente del Torino: era osannato dai tifosi, che lo chiamavano papa Urbano. Da anni è contestato: «Vendi il club!»
Scrive Bonetto su Tuttosport.
Tra papa Urbano e Cairo vendi, cori di pancia e cuore dei tifosi, si allungano 20 anni e soprattutto si dilata la parabola di un grande spreco. Un immenso spreco. Perché l’imprenditore Urbano Cairo,
ex segretario personale di Silvio Berlusconi, dal 2 settembre 2005
presidente del Torino, ha davvero gettato nel fuoco un gigantesco patrimonio popolare di sentimenti e potenzialità, di speranze e fiducia, di opportunità e fatti. Ricchezze.
Arrivò a sorpresa settimane dopo il fallimento del Torino di Cimminelli e Romero. I lodisti Marengo, Rodda, Bellino
e “fratelli” riuscirono a far resuscitare subito il club, iscrivendolo al campionato di B e avviando il mercato: altrimenti il Torino sarebbe davvero scomparso.
Poi, all’improvviso, comparve Cairo, a metà agosto di 20 anni fa. Ci mise due settimane ad acquistare il Toro rinato, sostenuto dal sindaco e dai tifosi, anche tra “battaglie di popolo” contro tal Giovannone, che aveva garantito un prestito ai lodisti.
Cairo gli restituì quei 180 mila euro e ai 16 lodisti rimborsò le spese, 10 mila euro, 16 assegni da 625 euro cadauno. Con 190 mila euro acquistò il club. Oggi il Torino quanto vale? Centocinquanta milioni? Duecento?
Aveva tutto un popolo osannante, papa Urbano, invocato fin da subito così. Con le sue infinite promesse (mai terminate) che facevano sognare. Il 2 settembre
2005 le sue frasi (pubblicate) erano queste: «Io sono un uomo che ama promettere poco, a parole,nma mantenere molto, con i fatti. Voglio dare delle certezze».
Cioè un «vero Toro. Che nasce nel rispetto delle tradizioni e dei tifosi. Il Toro deve tornare ad avere un ruolo nel calcio di vertice. L’orgoglio collettivo del popolo del Toro deve essere alimentato anche da una società seria e da una squadra all’altezza».
E il 31 dicembre:
«Il Toro potrebbe arrivare in Europa tra i 3 e i 5 anni. È una questione innanzi tutto di programmazione. L’importante è puntare sempre più in alto». Già nel 2009, appena 4 anni dopo, il Torino, che Cairo aveva riportato in A con al fianco Trombetta, Salvatori e De Biasi, retrocedeva in B.
Altro che Europa.
Ci sarebbe poi rimasto per 3 stagioni. E Cairo sarebbe diventato l’unico presidente granata in B per 3 campionati completi di fila.
L’ultimo suo primato negativo è recente: 5 a 0 a San Siro, mai un simile passivo per il Torino alla prima giornata di campionato dal 1929 in poi.
Nel 2005 Cairo dichiarava anche dinon aver timore della Juventus. Oddio: in 32 derby, 24 sconfitte, 7 pareggi e una vittoria. Nessuno in A peggio del Toro di Cairo, contro la Juve.
Era già contestato 4 anni dopo. Ciclicamente i tifosi lo hanno invitato a vendere. Ma lui si è sempre difeso così: «Nessuno vuole il Torino». Ha vinto i suoi scudetti del bilancio, ha realizzato plusvalenze da urlo, ha dato stabilità al club, ma non ha costruito per davvero.
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