Platini senza freni: la frecciatina a Tudor su Yildiz, la dura accusa a Infantino e il ricordo di Maradona
- Postato il 9 ottobre 2025
- Di Virgilio.it
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Le sue parole non sono mai state banali, le sue interviste restano nella storia del calcio quasi come le sue gesta sul campo. Michel Platini è stato uno dei giocatori più forti, influenti e determinanti della storia del calcio, ma dopo il suo ritiro è stato anche tanto altro.
- Platini e la fine del processo
- Platini: assoluzione dopo dieci anni
- Il Var e la stoccata a Infantino e Blatter
- La Juventus, amore di una vita
- Quella chiacchierata con Berlusconi...
- Il rimpianto: la semifinale con la Germania a Spagna '82
- Platini ricorda Maradona
- Da Del Piero a Yildiz
- La prima firma all'Inter
Platini e la fine del processo
Allenatore della Francia (con poca fortuna) e dirigente arrivato fino alla presidenza Uefa. Poi, è lui stesso a raccontare quello che è successo: le accuse, la macchina del fango, il processo, l’assoluzione. “Dieci giorni fa ho ricevuto la lettera dalla giustizia svizzera che era tutto finito, ma è andata avanti per dieci anni. Non so perché è successo ma la vita è fatta così. Poi non è da escludere che ci sia un contropiede”. Lo ha detto Michel Platini intervenendo a non finire all’ottava edizione del Festival dello Sport in corso a Trento fino a domenica facendo riferimento all’assoluzione dall’accusa di frode a danno della Fifa di cui stava per diventare presidente.
Platini: assoluzione dopo dieci anni
L’ex presidente della Uefa è stato infatti assolto in via definitiva in Svizzera dopo circa dieci anni. Al centro delle indagini una consulenza da 2 milioni di franchi svizzeri ricevuta dalla Fifa. Il tribunale penale federale di Bellinzona non ha infatti accolto le richieste della pubblica accusa che, lo scorso 15 giugno, aveva chiesto per Platini, che si è sempre dichiarato innocente, la condanna con sospensione della pena.
Il Var e la stoccata a Infantino e Blatter
Ma con Platini non si può non parlare del presente del calcio. “Se fossi stato presidente Fifa non avrei introdotto la Var: lasciamo il calcio umano. Ci sono altri problemi da affrontare. Lasciamo gli arbitri arbitrare. Sulle linee e la goal-line technology sono d’accordo, ma il resto va lasciato all’interpretazione, sulla base del regolamento arbitrale”. Commentando alcune immagini, in particolare le foto di Blatter e Infantino, l’ex presidente Uefa si è lasciato scappare due volte la parola “joker”, facendo sorridere il pubblico presente all’Auditorium Santa Chiara e aggiungendo, sul presidente della Fifa, “se dobbiamo parlare di calcio non parliamo di lui”.
La Juventus, amore di una vita
Le immagini scorrono: ce n’è una con la maglia della Juventus, con cui ha vinse tre Palloni d’oro: “Devo fare qualcosa per il calcio in generale. Non si vive due volte la stessa storia d’amore. Ho idee più per il gioco in generale, non per un club”. Così Michel Platini a chi gli ha chiesto se in futuro potesse diventare presidente della Juventus. “Sono stufo di sentire i giocatori che dicono che vogliono entrare nella storia. Non funziona così. Sarà la società a stabilirlo. La Juventus ha dato più a me di quanto io abbia dato alla Juve“.
Quella chiacchierata con Berlusconi…
“Perché ero simpatico anche a quelli che non tifavano la Juventus? Forse perché non ho mai preso in giro i miei avversari, tantomeno le tifoserie. Ho giocato seguendo la mia filosofia: in Francia le persone che vanno allo stadio sono spettatori, in Italia sono tifosi”. Tra le varie personalità di cui gli è stato chiesto un commento, anche Silvio Berlusconi. “Sì, mi voleva. Mi ha chiesto se volessi andare al Milan, ma gli ho detto che stavo bene con l’avvocato Agnelli“, ha detto ancora Platini.
Il rimpianto: la semifinale con la Germania a Spagna ’82
Spazio per i rimpianti? Forse uno. “Non ho partite che avrei voluto rigiocare, perché non è la mia filosofia. La semifinale ai Mondiali di Spagna 82 contro la Germania Ovest? È stata la serata più incredibile della mia vita, non si può immaginare cosa abbiamo vissuto in quelle due ore; vivi emozioni straordinarie, passando dalla gioia all’odio e alla rabbia. È andata male, ma vi abbiamo aiutato a vincere la coppa. Per la finale eravamo tutti con la bandiera italiana“.
Platini ricorda Maradona
Poi, qualche commento su vari giocatori, a partire da Maradona: “Era un grandissimo giocatore, un genio, poteva fare di tutto con il pallone. Era una bella persona. Rummenigge è stato un vero amico, quando eravamo all’Uefa abbiamo pensato assieme al calcio del futuro. “Cruijff (“il mio idolo”), l’avvocato Agnelli (“grande carisma, grande personaggio”), Le Pen e Macron (“non faccio politica”).
Da Del Piero a Yildiz
“Del Piero è stato un grande giocatore – ha aggiunto poi Platini – un simbolo della Juve. Di Yildiz ho detto che dovrebbe giocare al centro come facevo io, ma oggi gli allenatori mettono i ‘dieci’ sulle fasce: non capisco perché lo facciano”. “Il ritiro a 31 anni? Ho vissuto un anno difficile, ero sempre infortunato. Prima c’era stato l’Heysel, ho fatto gol io ed è stato durissimo, un momentaccio, complicato psicologicamente. Ero finito e ho deciso di non continuare. Anche perché cominciavo a segnare meno gol e la vita non è bella se non fai gol. Avrei potuto giocare diversamente, un po’ alla Pirlo, ma mi sarebbe mancato qualcosa”.
La prima firma all’Inter
E poi il retroscena della firma con l’Inter. “È vero, avevo firmato con l’Inter due anni prima di andare alla Juventus, ma le frontiere sono rimaste chiuse, perché in Italia gli stranieri non potevano arrivare. Quando la Juve è venuta a cercarmi, io sono stato rispettoso e ho chiamato l’Inter, li ho informati. Non conoscevo l’avvocato Agnelli quando mi ha cercato. Boniperti ha incontrato il mio agente, io ero libero. Avevo contatti in Inghilterra e in Germania. L’avvocato mi ha detto che dovevamo vincere la Coppa dei Campioni. Io gli ho detto ‘facile, ci penso io’. Su di me c’era scetticismo, i giocatori sono stati degli angeli ma l’atmosfera non era facile. Quando le cose non andavano bene non era mai colpa dei campioni del mondo che c’erano ma degli stranieri”.