Pogacar al Lombardia insegue la storia, ma i giovani arrivano e lui si sente vecchio. Del Toro vince al Gran Piemonte

  • Postato il 9 ottobre 2025
  • Di Virgilio.it
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Ha talmente tante maglie che potrebbe decidere quale indossare ogni volta che scende dal bus. Poi però Tadej Pogacar sa di non avere scelta: quella iridata ormai è una seconda pelle, e lo sarà per altri 12 mesi, fino a che il mondiale di Montreal non deciderà se c’è spazio per il tris o se bisognerà cambiare (appunto) pelle. Anche sabato al Lombardia la maglia con la quale si presenterà al foglio firma non cambierà una virgola da quella ammirata nelle uscite dell’ultimo anno. E non sarebbe una novità neppure un’eventuale vittoria con l’iride addosso, visto che già lo scorso anno i fotografi immortalarono la scena.

L’improvvisazione alla Tre Valli Varesine: “Lavoro di squadra”

Si rischia di diventare ripetitivi quando si parla di Tadej, ma almeno lui ha provato a inventare nuovi modi per vincere. Come alle Tre Valli Varesine, dove ha attaccato in discesa, riuscendo ancora una volta nel suo intento. “Volevo aspettare di partire nel giro finale, ma la Tudor ha reso la corsa molto dura e a un certo punto si sono create le condizioni per affondare il colpo. Con Del Toro abbiamo lavorato bene, poi quando in discesa ho visto che avevo preso un po’ di vantaggio ho spinto e non mi sono più voltato. Anche se mi avessero ripreso, poi, sapevo che avrebbe potuto vincere Isaac, quindi quell’azione aveva un senso. Abbiamo colto l’attimo ed è andata bene così”.

Del Toro che sembra aver cominciato a studiare bene dal suo capitano, e che rappresenta uno dei tanti volti nuovi del ciclismo che stanno avanzando.Isaac ha grande talento e, seppur giovanissimo, ha dimostrato di saper fare grandi cose. Se vi state chiedendo se a 27 anni comincio a sentirmi vecchio, beh, allora sappiate che la risposta è affermativa”.

Del Toro sa solo vincere: suo anche il Gran Piemonte

Del Toro ha ribadito di attraversare uno straordinario momento di forma imponendosi oggi nel Gran Piemonte, ultima gara in preparazione del Lombardia. Era il grande favorito e ha tenuto fede alle attese: il settimo trionfo stagionale sulle strade italiane (su 15 vittorie complessive) è arrivato con un’azione solitaria, con uno scatto piazzato quando al traguardo mancavano una ventina scarsa di chilometri. Dietro al messicano si sono piazzati lo svizzero Marc Hirschi (ex UAE, oggi alla Tudor) con 40 secondi di ritardo e l’olandese Bauke Mollema della Lidl Trek a 44 secondi.

Gli italiani al solito hanno visto gli altri far festa: Edoardo Zambanini ha contenuto il distacco appena sopra il minuto, chiudendo al sesto posto, mentre Filippo Ganna ha pagato dazio alla fatica, costretto a mollare nel finale a causa dei crampi. Del Toro, insomma, dimostra davvero che la nuova generazione di ciclisti sta già bussando prepotentemente alle porte, e anche Pogacar se n’è accorto.

La next gen arriva e Pogacar comincia a sentirsi vecchio

Dopotutto proprio lo sloveno nell’ultima settimana s’è ritrovato a spartire il podio con due giovanissimi: uno è il 19enne francese Paul Seixas, che ha chiuso terzo all’Europeo di Drome-Ardeche. L’altro è Albert Whiten Philipsen, a sua volta 19enne, danese dal cognome che potrebbe ingannare (Jasper, il Philipsen più illustre, è però neerlandese), col quale ha condiviso il podio alla Tre Valli Varesine.

“Sono ragazzi che stanno arrivando in fretta. Seixas è andato forte tutto l’anno, perché già al Delfinato aveva fatto vedere di essere in grande ascesa. Philipsen aveva chiuso tra i primi dieci il Giro dell’Emilia, ma ce ne sono tanti di prospetti interessante. Di sicuro le nuove generazioni non vogliono restare a guardare: ne parlavo con Alaphilippe nel retro podio delle Tre Valli Varesine, e lui che di anni ne ha 33 mi ha guardato con due occhi che non potete capire…”.

Al Lombardia, però, la minaccia più concreta farà ancora una volta rima con Remco Evenepoel. “Ha mostrato una condizione eccellente, sia al mondiale che all’Europeo poteva tranquillamente battermi, ma l’evoluzione della corsa gliel’ha impedito. Non sarà però una sfida a due: come Remco, tanti sono i pretendenti alla corsa. Se nessuno ha mai vinto 5 volte il Lombardia di fila ci sarà un perché… ho però la gamba giusta, la testa libera e la voglia di centrare un’altra monumento in un momento importante della mia carriera. E questo è già un bello stimolo per provare a spingermi oltre i miei limiti”.

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