Pogacar, l'ammissione choc: "Al Tour la terza settimana stavo malissimo, ho temuto di dovermi ritirare"
- Postato il 13 ottobre 2025
- Di Virgilio.it
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Adesso si che ci sono da godere le vacanze. Quelle che Tadej Pogacar (come ogni ciclista che si rispetti) brama per mesi e mesi, e che arrivano quasi di soppiatto in pieno autunno, quando tutti sono immersi nel vissuto quotidiano di una vita che si trascina stancamente, aspettando Natale. Il Natale di Pogacar, però, è un concetto abbastanza esteso: con 20 vittorie stagionali (e 12 milioni di montepremi vinti), basta sceglierne una per decidere quella che si possa ritenere la più adatta alla festività. Anche se dietro ogni vittoria, come spiegato in prima persona dallo sloveno, c’è sempre qualcosa che non si vede, ma che potrebbe cambiare le carte in tavola.
- La rivelazione: "Dopo il Ventoux è stata durissima"
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La rivelazione: “Dopo il Ventoux è stata durissima”
L’ha raccontato a margine della Pogi Challenge, una sorta di celebrazione in terra slovena dove in tanti sono accorsi per rendere omaggio al campionissimo di Komenda. Dove il riferimento è andato subito al Tour de France corso la scorsa estate, vinto in maniera abbastanza netta su Vingegaard (di fatto a metà corsa s’era già capita l’aria che tirava), ma con qualche criticità che ha contraddistinto soprattutto l’ultima settimana.
Quando Pogacar non sorrideva mai, e per qualcuno quella mancanza di felicità era la causa di un malessere dentro. “In realtà il malessere c’era, ma al ginocchio”, ha spiegato ai giornalisti il campione del mondo. “Dopo la tappa del Ventoux ho cominciato ad accusare un fastidio al ginocchio e onestamente era tanta la preoccupazione di non poter riuscire ad arrivare a Parigi. Tra l’altro c’erano ancora molte salite da affrontare e a La Plagne, una delle tappe alpine più dure di tutta la corsa, il meteo era inclemente e il freddo l’ho accusato parecchio, molto più che in altre occasioni.
Diciamo che il mio corpo era sulla difensiva: avevo tanta ritenzione idrica, proprio perché il corpo non funzionava bene come al solito. Ero stanco fisicamente, stanco mentalmente, esausto sotto ogni aspetto legato alla corsa e al dopo corsa. Ma un grande giro di tre settimane comporta anche momenti come questi e devi cercare di stringere i denti. Insomma, nessuno se ne torna a casa riposato dopo un Tour de France”.
Il 2026 bussa già alle porte: Sanremo e Vuelta i grandi obiettivi?
La stagione 2025 di Pogacar s’è conclusa con l’ennesima perla, ma la grandezza del campione impone che già si parli della prossima conquista. Un obiettivo che fa rima con Milano-Sanremo, la Monumento (assieme alla Roubaix, corsa soltanto una volta) che sin qui è sempre sfuggita allo sloveno. Che a marzo sarà chiamato a una nuova impresa sportiva: battere schiere di velocisti e centrare la vittoria nella classica di primavera, colmando una delle pochissime lacune ancora esistenti.
L’altra fa rima con Vuelta, e chissà se nel 2026 non arrivi il momento di tornare in Spagna (dove fece podio nel 2019, ancora sconosciuto ai più) e completare la tripla corona. Giusto per aggiornare il libro dei record…