Polonara, la lotta continua: "Per ora sto vincendo, ma la battaglia è lunga. Pozzecco? Sfortunato. Banchi o Poeta sono ok"

  • Postato il 10 settembre 2025
  • Di Virgilio.it
  • 2 Visualizzazioni

I compagni di nazionale avrebbero voluto regalargli una medaglia, da riportare in Italia per portargliela a casa (si spera) o su una stanza d’ospedale come fatto dalla Virtus dopo la conquista dello scudetto lo scorso giugno. Ma Achille Polonara suo malgrado ha dovuto ingoiare un boccone amaro, perché l’Italia a EuroBasket ha deragliato davanti a Luka Doncic, ma mentre quella era “solo” una partita di basket, la partita di Achille non ammette deroghe, né rallentamenti. E prosegue a doppia mandata, con l’ex giocatore di Bologna che pure fa sapere di essere sulla giusta via.

Le cure incoraggianti, il trapianto alle porte: “Vedo la vetta…”

Perché la leucemia mieloide è una brutta gatta da pelare, ma per ora PolonAir sta vincendo la sua battaglia. “Va tutto per il meglio, perché dopo due cicli di chemio e la terapia per bocca i risultati ottenuti sono stati eccellenti, annullando le cellule malate”, ha spiegato al Corriere dello Sport. “Ho un altro ciclo di chemio da affrontare, poi finalmente comincerò la procedura che mi porterà al trapianto di midollo. Lo staff medico che mi segue s’è detto molto soddisfatti dei risultati ottenuti, e finalmente anch’io comincio a vedere la vetta dopo un cammino tutto in salita”.

Superato il tempo dello sconforto, adesso è davvero cominciata una fase nuova: “Ho trovato la forza per affrontare di nuovo la malattia, dopo la neoplasia testicolare che mi aveva colpito due anni fa, grazie alla spinta di mia moglie, che mi ha detto che avrei dovuto lottare per lei e per i nostri due figli. Poi l’affetto che ho ricevuto è stato enorme, dal mondo del basket e non solo. Adesso so di non essere da solo a combattere questa battaglia e sapere che le cose stanno andando nel modo giusto mi riempie il cuore di gioia”.

Rimpianti azzurri: “Poz sfortunato, ma tutti giocavano per lui”

Le parole di Polonara valgono più di un quarto di finale di un Europeo, traguardo mancato da una nazionale che pure ha portato Achille con sé durante il viaggio, e non solo per la maglia numero 33 indossata da Spissu. Ma quel quarto mancato ha convinto Pozzecco a lasciare. “In realtà l’aveva già fatto sapere prima di andare a EuroBasket che questa sarebbe stata l’ultima avventura in azzurro. Per qualche piccolo dettaglio e una buona dose di sfortuna le cose non sono andate come sperato, ma la sua avventura da coach è stata eccezionale, come dimostrato dalla voglia che tutti hanno messo ogni volta che sono stati chiamati in causa”.

Il coach del futuro sarà un volto ben noto ad Achille: “Se sarà Banchi, come si va dicendo, allora sarà un ottimo allenatore. L’ho avuto alla Virtus, ha fatto sempre bene sia con i club che con la nazionale lettone, penso che sarebbe una scelta giusta e sensata”. E se fosse Poeta? “Grande Peppino. Ha studiato da Messina, ha bruciato le tappe, sarebbe un altro profilo davvero eccellente. E ha un bel rapporto sia con Petrucci, sia con Datome. Comunque sarebbe una scelta altrettanto sensata”.

Il ritorno a Sassari e il sogno di una “vita normale”

Nel futuro a breve termine di Polonara c’è un trapianto che dovrebbe (nelle intenzioni) riconsegnarlo alla vita di tutti i giorni. E permettergli anche di tornare a giocare, con Sassari che l’ha voluto fortemente a roster, decidendo di aspettarlo tutto il tempo che si renderà necessario prima di rivederlo in campo.

“Con il presidente Stefano Sardara c’eravamo giurati, quando lasciai la Dinamo per andare al Baskonia, che un giorno sarei tornato a vestire la maglia di Sassari. Nel basket a volte si dicono cose che poi restano lì senza un reale seguito, stavolta invece unione e riconoscenza hanno fatto la differenza. Sassari è casa mia e non vedo l’ora di tornare a gioire e a lottare per quella maglia. Oltre che a riabbracciare tutti quanti”.

Il sogno, però, adesso è soprattutto un altro: “Sogno di svegliarmi al mattino e non dover pensare alle cure, e tantomeno a come andrà il trapianto. Vorrei uscire di casa portando con me la borsa per andare agli allenamenti, o andare al parco a giocare con i miei figli, portarli a mangiare una pizza o un gelato. Insomma, sogno una vita normale, quella che spero di ritrovare presto”.

Autore
Virgilio.it

Potrebbero anche piacerti