Polonia: “I droni russi nei nostri cieli sono un test sulla reattività della Nato”. Ma sul secondo sconfinamento fa dietrofront: “Non confermato”
- Postato il 14 settembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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La Polonia fa marcia indietro e ritratta. La notizia diffusa nella giornata di sabato dalla stessa Varsavia, per cui alcuni droni russi avevano fatto incursione nei cieli polacchi, “non è stata confermata”. I casi di sconfinamento di Mosca nello spazio aereo Atlantico, denunciati dall’Alleanza, non sono più tre dunque, bensì due. Il primo risale alla scorsa settimana, quando la Polonia ha accusato Mosca di averla apertamente “aggredita”. Evento al quale la Nato ha risposto mettendo in piedi l’operazione “Sentinella Orientale”, che ha militarizzato il confine Est. Mentre il secondo caso, nella notte tra sabato e domenica, è avvenuto in Romania. “Non c’è stata una conferma di una violazione dello spazio aereo polacco sabato”, ha reso noto Varsavia, che però afferma, attraverso le parole del ministro degli Esteri Radosław Sikorski: “L’incursione dei droni russi nel nostro spazio aereo della scorsa settimana è stato un tentativo del Cremlino di testare le capacità di reazione della Nato“.
Il dietrofront rispetto allo sconfinamento di sabato lo ha annunciato direttamente il Comando operativo delle forze militari polacche: “In seguito alle indicazioni dei radar di una possibile violazione, ci siamo attivati per cercare di confermare tale informazione con tutti i mezzi possibili”. È a quel punto che è partita “un’operazione preventiva”. I caccia polacchi, insieme a quelli di altri alleati, si sono alzati in cielo. L’aeroporto di Lublino, nella parte orientale del Paese, è stato chiuso. Ma l’operazione non è servita a confermare la violazione. “Informiamo – comunica il Comando di Varsavia – che sono state intraprese tutte le misure disponibili per confermare le indicazioni dei sistemi radar relative alla possibile violazione dello spazio aereo polacco. Le azioni intraprese non hanno confermato le indicazioni dei nostri sistemi e quindi la violazione dello spazio aereo polacco”. “Le registrazioni dei sistemi – prosegue il Comando – hanno richiesto la nostra reazione a causa della presenza di oggetti in prossimità del nostro confine”. E poi aggiunge: “Una situazione simile si è verificata anche in Romania, dove sono state registrate indicazioni dei sistemi radar e attivato il sistema di difesa aerea”.
Riguardo invece allo sconfinamento confermato della settimana scorsa, è stato il titolare degli Esteri Sikorski ad affermare che si è trattato di un “test di Mosca per verificare le reazioni della Nato, con escalation graduali, senza provocare una risposta su vasta scala”. Sikorski ha confermato che, sebbene i droni utilizzati nell’incursione fossero in grado di trasportare munizioni, quelli che hanno raggiunto la Polonia non erano carichi di esplosivo. “È interessante notare che erano tutti inefficaci, il che mi suggerisce che la Russia abbia cercato di metterci alla prova senza scatenare una guerra”, ha dichiarato Sikorski.
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