Ponte sullo Stretto, il Colle fa saltare la deroga ai controlli voluta da Salvini. Il ministro: “Blocca norme antimafia, rimedierà il Parlamento”
- Postato il 22 maggio 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Tensione tra la Lega e il Quirinale sul decreto Infrastrutture approvato lunedì in Consiglio dei ministri. Come ha scritto Repubblica, dal testo pubblicato in Gazzetta ufficiale è stata cancellata, su richiesta del capo dello Stato, la norma che avrebbe affidato i controlli antimafia sul ponte sullo Stretto alla Struttura per la prevenzione istituita presso il ministero dell’Interno. Una scelta presentata in conferenza stampa dal capo del Viminale, Matteo Piantedosi, come un modo per rafforzare la sorveglianza contro le infiltrazioni: in questo modo, affermava, “si centralizza l’esito dei controlli, a testimonianza che siamo molto impegnati su ogni azione di prevenzione”. Opposta, invece, l’interpretazione della Presidenza della Repubblica: secondo i tecnici del Colle, la procedura prevista dal governo riduce i controlli e quindi è giustificabile solo per emergenze ed eventi straordinari, non certo per un’opera infrastrutturale strategica come il ponte di Messina. Di qui lo stop imposto da Sergio Mattarella e la cancellazione di quel passaggio.
Il veto ha messo di profondo malumore il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che in una nota affidata al dicastero chiede in sostanza di reinserire nel decreto la norma depennata. E insinua, soprattutto, che l’intervento del Quirinale abbia avuto l’effetto di indebolire la sorveglianza antimafia sull’opera: “In sede di conversione, il Mit auspica fortemente che il Parlamento possa valutare l’importanza di alcune integrazioni, a partire dal rafforzamento dei controlli antimafia sul ponte sullo Stretto, a cui hanno già lavorato i Ministri Matteo Salvini e Matteo Piantedosi, con l’apporto dei ministeri dell’Economia, della Difesa e della Giustizia. Un’opera così importante merita il massimo dell’attenzione, per garantire legalità e trasparenza nel coinvolgimento delle migliaia di imprese e degli oltre centomila lavoratori che parteciperanno alla costruzione”, scrive il ministero. Una sorta di dichiarazione di guerra subito rilanciata dai deputati del Carroccio in Commissione Trasporti: “Lavoreremo in Parlamento, in fase di conversione, per rafforzare i controlli antimafia. La Lega è determinata nel tenere una linea rigorosa, per assicurare che questo progetto strategico vada di pari passo con la lotta alla criminalità organizzata”, affermano.
Dal Colle, però, non ci stanno a passare per quelli che forniscono assist alla criminalità organizzata. E così l’Ufficio stampa replica con una gelida nota in cui si smentisce la ricostruzione di Salvini: “La norma sui controlli antimafia”, si precisa innanzitutto, “non era contenuta nel testo preventivamente inviato al Quirinale, ma è apparsa poche ore prima della riunione del Consiglio dei ministri“. Nel merito della questione, poi, la Presidenza della Repubblica sottolinea che “la legislazione in vigore contempla norme antimafia rigorose per le opere come il Ponte di Messina. La norma proposta prevedeva invece una procedura speciale – adottata finora soltanto in casi di emergenza, come i terremoti, o di eventi speciali, come le Olimpiadi – che non risulta affatto più severa delle norme ordinarie. Basti ricordare che la procedura speciale, che veniva proposta, autorizza anche a derogare ad alcune norme previste dal Codice antimafia, deroghe non consentite dalle regole ordinarie per le opere strategiche di interesse nazionale”, precisa il comunicato.
Inseguito dai cronisti dopo il question time in Senato, il ministro Piantedosi taglia corto: “La prevenzione sull’antimafia è sempre stata nell’interesse di tutti“. Mentre da Genova, dove si trova per un sopralluogo, Salvini insiste: “Chiederemo il massimo del rigore, il massimo della trasparenza, più poteri al ministero dell’Interno e alle Prefetture per verificare che non ci siano infiltrazioni. Dal mio punto di vista era importante, qualcuno l’ha pensata in modo diverso, vorrà dire che sarà il Parlamento a mettere il massimo delle garanzie È chiaro che quando ci sono le Olimpiadi, la Tav, opere importanti a Genova, Messina o Roma, bisogna vigilare in maniera totale, siccome a Messina ci saranno più di centomila posti di lavoro in ballo e migliaia di imprese coinvolte, è mio interesse che le Prefetture, le Procure, le associazioni, i sindacati, possano avere il massimo della vigilanza e della trasparenza”.
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