Ponte sullo Stretto: mercoledì l’ok del CIPESS, previsti 100.000 posti di lavoro e 15 miliardi per la realizzazione
- Postato il 5 agosto 2025
- Economia
- Di Blitz
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Ponte sullo stretto. Ci siamo (forse). Data e ora da segnare: mercoledì 6 agosto alle ore 12.30 il CIPESS annuncerà ufficialmente il suo ok al progetto del ponte sospeso più lungo al mondo; opera in discussione dal 1969, sbloccata nel 1992 quando la soluzione definitiva è stata individuata dalla società concessionaria. Ci sono voluti più di dieci anni per approvare il progetto preliminare che collega la Sicilia con la Calabria; dieci anni in cui si è visto e sentito di tutto.
Per dire: il governo Monti – governo tecnico dí nomina presidenziale rimasto in carica 529 giorni – nel 2011 accantonò il progetto in ossequio alle promesse di riforme e austerità. Non è andato meglio con i successivi governi (Letta,Renzi, Gentiloni , Conte, Draghi). Tutto è puntualmente finito in cavalleria con le motivazioni più varie. Nonostante una gara europea affidata al Consorzio Eurolink che aveva un Know how che arrivava da USA, Spagna, Germania, Giappone. Niente da fare. I “No ponte” hanno sempre prevalso. Almeno fino al 26 maggio 2023 quando il governo Meloni ha dato il via libera al progetto approvandolo anche sotto il profilo dell’impatto ambientale. Ecco spiegata l’euforia straripante del ministro dei Trasporti, Salvini, quando lunedì scorso, fiero l’occhio e svelto il passo, ha annunciato il pronunciamento (positivo) che il CIPESS (Comitato Interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile) darà mercoledì a mezzogiorno. Insomma ”il dado di tratto”.
I grandi numeri del progetto
I più significativi: il Ponte è lungo 3.669 metri, la campata sospesa è di 3.300 metri, le due torri che sorreggono il sistema di sospensione (formato da 44.323 fili di acciaio del diametro di 1,26 metri) sono alte ciascuna 399 metri. Il ponte resterà aperto 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno al traffico di auto e treni (compresa la futura linea ad Alta Velocità). Sono previste per il collegamento al Ponte oltre 40 km di strade e ferrovie, una decina di viadotti e 3 nuove stazioni ferroviarie. Previsti 100.000 posti di lavoro e un costo di 15 miliardi; l’impatto sul Pil sarà di oltre 23 miliardi. La costruzione del Ponte sullo Stretto è affidata alla Webuild, un gruppo multinazionale italiano specializzato nel settore delle costruzioni e dell’ingegneria civile: opera in 112 Paesi e conta 92.000 persone. Sede principale: Roma. Fatturato: 12 miliardi di euro. Il titolo Webuild sta già volando in Borsa (+ 4.92%).
Pro e contro il Ponte
Con buona pace dei sostenitori del ponte la vicenda non è del tutto conclusa. Sull’opera incombono ancora alcune incognite legate alla raffica di ricorsi presentati (e in parte già bocciati) alla giustizia amministrativa. Tengono duro Greenpeace, Legambiente, LIPU e WWF. Le associazioni ambientaliste criticano il modo con cui sarebbe stato aggirato l’impatto ambientale effettivo. L’opinione pubblica è ancora divisa tra i pro e i contro. Tra i principali vantaggi si citano la riduzione dei tempi di viaggio, il potenziale sviluppo economico e la diminuzione del traffico; chi si oppone alla costruzione cita l’alterazione delle correnti, l’influenza negativa sulla biodiversità della zona, la messa a rischio di specie protette ed habitat delicati. Lega Ambiente definisce il Ponte una “cattedrale nel deserto utile solo a sperperare altri soldi pubblici”. Insomma per i “No Ponte” le priorità del Paese sono ben altre.
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