Pornhub e YouPorn riprendono a funzionare dopo 20 giorni: il passo indietro della Francia sulla verifica dell’età dopo la protesta dei siti hard
- Postato il 20 giugno 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Si riaccendono gli schermi dei principali siti pornografici in Francia. Da oggi, piattaforme come Pornhub, YouPorn e Redtube sono nuovamente accessibili nel Paese, dopo un blocco di circa tre settimane attuato unilateralmente dalla loro società madre, Aylo, in segno di protesta. La riattivazione è la conseguenza diretta di una decisione della giustizia francese che, lunedì scorso, ha sospeso temporaneamente il decreto attuativo della legge del 2024 che imponeva una rigida verifica dell’età degli utenti ad ogni connessione.
Il blocco dei siti era iniziato ai primi di giugno, quando Aylo (gruppo canadese appartenente a Ethical Capital Partner, con sede europea a Cipro) aveva deciso di protestare contro la nuova normativa francese, che imponeva alle piattaforme di adeguarsi entro il 7 giugno. La società aveva definito l’obbligo di verifica a ogni accesso una violazione della privacy degli utenti.
Ora, un tribunale di Parigi ha dato ragione, almeno temporaneamente, al colosso del porno. I giudici hanno sospeso il decreto, stabilendo che le autorità nazionali francesi non possono imporre tali obblighi a società con sede in altri Stati membri dell’Unione Europea (come Cipro, appunto), e hanno sollevato la necessità di esaminare la compatibilità del decreto con il più ampio diritto europeo. L’azienda ha accolto con favore la sentenza. In una nota pubblicata sulle home page dei siti riattivati, si legge che la decisione del tribunale “offre l’occasione di riconsiderare approcci più efficaci”. Aylo ha ribadito la sua preferenza per un sistema di verifica dell’età basato sul dispositivo dell’utente (device-based), piuttosto che uno basato sul singolo sito web.
La risposta del governo francese, però, non si è fatta attendere. L’esecutivo ha annunciato la sua intenzione di ricorrere in cassazione davanti al Consiglio di Stato, la più alta corte amministrativa del Paese, per ribaltare la sospensione. La questione della protezione dei minori online è da tempo centrale nell’agenda politica di Parigi, tra i promotori anche di un limite di età di 15 anni per l’uso dei social media.
La vittoria legale di Aylo in Francia è quindi solo una battaglia all’interno di una guerra più ampia. Sugli stessi siti, infatti, pende anche un’inchiesta della Commissione Europea, che accusa le piattaforme di non aver adottato misure sufficienti per impedire l’accesso ai minori, violando le norme del Digital Services Act (DSA).
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