Porta a porta Savona, Cgil e Uil: “Pronti allo sciopero se le cose non cambiano, servono assunzioni ma l’azienda dice che non ci sono i soldi”

  • Postato il 14 agosto 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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Rifiuti Savona porta porta bidoni differenziata

Savona.”Se le cose non cambiano siamo pronti allo sciopero“. Fp-Cgil e Uiltrasporti rompono il silenzio stampa di questi giorni sul tema del porta a porta introdotto da diverse settimane a Savona: “Fino ad oggi non abbiamo commentato per puro senso di responsabilità. Non avevamo nessuna intenzione di agitare ulteriormente le acque già molto agitate nella speranza che i suggerimenti e le proposte fatte all azienda venissero ascoltate i momenti di confronto ci sono stati non sono serviti a nulla”.

“Il 15 settembre – spiegano le organizzazioni sindacali – terminerà il periodo di franchigia prevista dalla norma per poter scioperare e se le cose dovessero risultare immutate, attiveremo le iniziative di protesta consapevoli degli ulteriori disagi che questo comporterà ai cittadini ai quali chiediamo già scusa, ma è necessario fare questo per tutela la salute dei lavoratori“.

E aggiungono: “Non volevamo sostituirci all’azienda e ai suoi tecnici ma dare un contributo dall’interno con suggerimenti presi dai lavoratori che meglio di chiunque altro conosce Savona e le sue criticità. Apprendiamo invece dell’arrivo di una nuova consulente, non è la prima, ed è la dimostrazione del fallimento totale dell’organizzazione della nuova raccolta, altro che dare le colpe ai lavoratori, all’assenteismo, ai cittadini che rifiutano di conferire secondo le regole. La responsabilità è di chi ha fatto le scelte organizzative e stabilito che queste risorse il servizio avrebbe funzionato in particolar modo sul numero degli addetti, soprattutto nella fase di avvio, chiaramente insufficienti”.

“L’amministratore Delegato ci ha fatto sapere che non ci sono i soldi per assumere altre persone per tutto il 2025, forse nel 2026 perché si finirebbe con il mandare all’aria l’azienda sulla quale però diciamo noi, vige l’obbligo di erogare un servizio perlomeno decente, che garantisca la salute dei cittadini e dei lavoratori e se per far questo i soci devono rinunciare all’utile d’impresa per qualche anno, lo devono fare. Il Comune deve esigerlo, d’altronde il prezzo per fare questo servizio lo hanno stabilito i soci industriali facendo un’offerta economica ritenuta da loro stessi congrua. Quindi si assumino le responsabilita che ne conseguono a costo di metterci danari propri senza farli ricadere sulla Tari“, concludono i sindacati.

Autore
Il Vostro Giornale

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