Positivo alla cannabis dopo incidente, il giudice restituisce la patente

  • Postato il 19 giugno 2025
  • Notizie
  • Di Virgilio.it
  • 2 Visualizzazioni

Dopo il subbuglio nato in seguito all’introduzione delle nuove pene per il consumo di cannabinoidi prima di mettersi alla guida, con la circolare dell’11 aprile 2025 si è tornati a punire il conducente solo davanti alla prova che la sostanza stupefacente abbia causato effetti reali nella fase in cui il conducente stesso era al volante dell’auto o in sella alla sua moto. I ministeri dell’Interno e della Salute hanno rivalutato le regole introdotte dal nuovo Codice della Strada sull’assunzione di sostanze stupefacenti e le sanzioni previste per chi affrontava la guida di un veicolo dopo l’assunzione.

Con le nuove norme del Codice della Strada bastava che il conducente risultasse positivo, anche dopo giorni o settimane di distanza dall’assunzione, per essere sanzionato. La nuova circolare sul Codice della Strada ha riposto l’attenzione sulla prova per far scattare il provvedimento punitivo. Ora è necessario accertarsi che la sostanza produca ancora i suoi effetti nell’organismo durante la guida. Come? Attraverso le analisi del sangue o della saliva, le uniche matrici biologiche in grado di rilevare metaboliti attivi, capaci di alterare le percezioni alla guida. Un motociclista coinvolto in un incidente ad Asti ha riavuto la sua patente, riaprendo le polemiche sulle disposizioni lanciate dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini.

La ricostruzione della vicenda

Il centauro, parte lesa nel crash avvenuto in Piemonte circa un mese e mezzo fa, era stato trasportato in ospedale, dove era stato sottoposto a una serie di accertamenti clinici. Aveva subito un test tossicologico che aveva rivelato la presenza di cannabinoidi nel sangue. La polizia giudiziaria, su incarico, aveva avanzato ulteriori accertamenti e non era emerso alcuno stato di alterazione da sostanze stupefacenti o alcol.

La normativa introdotta nel nuovo Codice della Strada ha stabilito che non è più necessario che ci sia una condizione di alterazione psico-fisica per procedere alla sospensione della patente: risulta sufficiente la positività ai test. Un cambiamento che aveva generato già numerose polemiche, come ha evidenziato l’avvocato del motociclista. Il gip del tribunale di Pordenone ha trasmesso alla Corte Costituzionale una questione di legittimità proprio su questo aspetto della disposizione.

La vincita del ricorso

Il motociclista ha presentato ricorso verso il provvedimento di sospensione emesso dalla prefettura, mettendo in primo piano la documentazione medica che attestava l’assenza di alterazioni al momento del sinistro. In attesa del pronunciamento della Consulta, il tribunale ha accolto l’istanza di sospensione del provvedimento e ha deciso di restituire temporaneamente la patente all’uomo. L’udienza è stata fissata per il prossimo marzo. È arrivato un chiaro segnale che la norma non convince nemmeno i magistrati.

La decisione presa ad Asti segue un filone legale avvenuto di recente in Friuli Venezia Giulia. La posizione del tribunale piemontese potrebbe tracciare una prima linea giurisprudenziale su una questione molto dibattuta negli ultimi mesi. Le misure introdotte lo scorso 14 dicembre nel nuovo Codice della Strada hanno avuto un impatto anche sui pazienti che utilizzano cannabinoidi o altri farmaci a base di sostanze psicotrope per scopi terapeutici. L’assunzione di cannabis terapeutica, benzodiazepine, oppiacei e altri farmaci, rilevabili tramite tamponi stradali, risulta piuttosto diffusa alle nostre latitudini. Il testo originario puniva chiunque risultasse positivo a una sostanza illegale, anche in assenza di alterazione al momento della guida. Bastava una traccia residua di droga nel sangue.

Autore
Virgilio.it

Potrebbero anche piacerti