Potenza, maxi-truffa e corruzione, si allarga l’inchiesta su Colangelo
- Postato il 17 maggio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Potenza, maxi-truffa e corruzione, si allarga l’inchiesta su Colangelo
Tra le accuse ipotizzate per il patron di Geocart, Antonio Colangelo, spunta anche la corruzione di una dirigente Enel. Le avrebbe messo a disposizione un aereo privato durante un viaggio in Brasile.
Tra le ipotesi d’accusa nei confronti dell’imprenditore potentino Antonio Colangelo non c’è solo la maxi-truffa sui fondi pubblici raccolti dal Centro di geomorfologia integrata per l’area del Mediterraneo (Cgiam). Ma anche l’associazione a delinquere, le false fatturazioni e una singolare ipotesi di corruzione “aerea”.
LE IPOTESI DI ACCUSA PER ANTONIO COLANGELO
È quanto emerge dagli atti dell’inchiesta della Squadra mobile di Potenza appena svelata. Più di quattro anni di indagini, tra il 2019 e il 2023, arricchite da consulenze tecniche e accertamenti bancari che nei prossimi mesi dovrebbero arrivare a definizione.
La presunta “mazzetta volante” individuata dagli investigatori riguarda, a bene vedere, non il classico pubblico ufficiale ma una dirigente di peso di una grande società di cui lo Stato Italiano resta il maggiore azionista, Enel.
COLANGELO E LA MAZZETTA “VOLANTE”
Gli investigatori, infatti, hanno acclarato che la Geocart spa di Colangelo riceve «commesse lavorative da Enel distribuzione» sia in Italia che in Brasile, dove ha un ufficio a Fortaleza, metropoli costiera della zona nordorientale del paese verdeoro, e si occupa proprio di ispezioni aeree di infrastrutture elettriche tramite satelliti, droni, aerei e veicoli.
Per questo motivo hanno analizzato con particolare attenzione il contenuto di alcune conversazioni via chat recuperate dai cellulari sequestrati a Colangelo nella primavera del 2022. Conversazioni tra l’imprenditore potentino e una delle referenti Enel per le attività oltre confine della più grande azienda elettrica italiana che «tra agosto e settembre 2019» sarebbe stata in viaggio in Brasile con altre 5 persone e avrebbe chiesto e ricevuto «assistenza».
LE INFORMATIVE DEI PM
«Di fatti l’indagato – si legge in una delle informative già desecretate dai pm potentini -, a proprie spese, organizza alcuni spostamenti mediante l’uso di un aereo privato che, a suo dire, appartiene alla sua flotta».
In realtà dai messaggi che vengono riprodotti nel seguito dell’informativa parrebbe che sia stato Colangelo a offrire l’assistenza in questione («Ciao – omissis – , se posso esserti di aiuto su Fortaleza non esitare a chiamarmi (…) Non esitare a chiamarmi per qualsiasi supporto anche per spostamenti più veloci»). Un’offerta accolta ben volentieri dalla dirigente Enel, che comunque avrebbe insistito per pagare il costo per lo spostamento aereo.
LA TRASCRIZIONE DELLA CHAT
«Caro, mi sa che mi devi dare una mano per il ritorno il 5 (…) il problema è che siamo in 6». Questa la richiesta di aiuto inviata a Colangelo, che a quel punto non avrebbe esitato a mettersi a disposizione.
«Per trasferire 6 persone ci vorranno 2 elicotteri». Si legge nella trascrizione della chat. «Dimmi in quale albergo sei ospite così valutiamo se nei pressi vi è una elisuperficie».
In seguito l’ipotesi dei due elicotteri sarebbe stata scartata a favore di quella di un Cessna 340, un piccolo aereo bimotore a elica. Ma gli investigatori hanno acquisito anche uno scambio di battute alquanto significativo in cui la dirigente, alloggiata in una “pousada” 5 stelle di Jericoara, caratteristico paesino di pescatori tra le dune di sabbia a 300 chilometri da Fortaleza, prova a evitare di compromettersi troppo.
LA MANAGER E LE ISPEZIONI ELIPORTATE
«Caro però come ti ho detto voglio contribuire anche io perché questo non lo usi per le eliportate». Così la manager facendo riferimento, con ogni probabilità, alle “ispezioni eliportate” commissionate alla Geocart sulle linee elettriche che si diramano dalla centrale a gas realizzata da Enel a 50 chilometri da Fortaleza.
«Ci sarà una persona nostra che vi aiuta e vi guiderà oltre al pilota (…) l’aereo fa parte della nostra flotta (…) non devi pagare nessuno». Questa la replica del generoso Colangelo.
Nell’inchiesta coordinata dal dal pm Vincenzo Montemurro risultano indagati anche figli e parenti di Colangelo che lo avrebbero coadiuvato, in particolare, in una serie di operazioni tra il Centro di geomorfologia integrata per l’area del Mediterraneo (Cgiam), di cui è vicepresidente, e le imprese di famiglie. Operazioni che avrebbero trasformato la onlus, secondo gli investigatori, in un bancomat per il gruppo Colangelo.
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COLANGELO, I BILANCI DELLA CGIAM E LE COINCIDENZE SOSPETTE
Gli agenti della sezione pubblica amministrazione della squadra mobile di Potenza hanno annotato, a proposito dei bilanci del Cgiam, anche alcune coincidenze ritenute sospette. Come la preoccupazione per un debito nei confronti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia e l’auto del Cgiam messa a disposizione di uno dei suoi dirigenti di vertice.
In un primo momento era stata ipotizzata nei confronti di Colangelo anche un’ipotesi di corruzione, poi archiviata, legata ai soldi trasferiti al segretario dell’allora governatore Marcello Pittella, Biagio Di Lascio.
I SOSPETTI DEI PM
In questo caso a insospettire i pm erano state le 8 otto conversazioni registrate tra fine novembre 2018 e marzo 2019, intercettando i telefoni di Di Lascio per altre questioni, in cui quest’ultimo di dava appuntamento con l’imprenditore per parlare «da vicino».
Su questa base si era deciso di analizzare i rapporti economici tra i due ed erano venuti alla luce 128mila euro versati al Di Lascio dalla Geocart, tra gennaio 2018 e settembre 2019.
Corrispettivi per remunerare i servizi resi dal geometra Di Lascio alla società, sulla carta. Ma gli investigatori, colpiti dal fatto che nelle conversazioni intercettate non si facesse mai riferimento a «lavori e/o incarichi», si sono convinti che in realtà si trattasse di altro.
LE IPOTESI
Ovvero di «consulenze fittizie in cambio del suo interessamento – quale uomo di fiducia dell’ex governatore lucano Pittella Marcello (non indagato, ndr) – per “facilitare” l’approvazione di progetti finanziati dalla Regione Basilicata in favore delle società di Colangelo».
Un’ipotesi suggestiva ma poco più, secondo i pm, che a settembre 2021 hanno disposto lo stralcio di tutti gli atti collegati dal fascicolo “madre” dell’inchiesta per chiederne l’archiviazione.
Il Quotidiano del Sud.
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