Potenza, non convince la gara di Al spa sui depuratori

  • Postato il 20 settembre 2025
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Potenza, non convince la gara di Al spa sui depuratori

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Potenza, tensioni tra i lavoratori del gestore uscente: Non convince la gara di Al spa sui depuratori.


Non va il bando di gara in scadenza il 16 ottobre per la gestione degli impianti di depurazione di Acquedotto lucano in Provincia di Potenza. Lo hanno sottolineato, ieri, i lavoratori del gestore uscente, e i sindacati Fp Cgil, Fim e Uilm dopo una giornata segnata dall’incontro con i referenti della società di proprietà di Regione e 119 comuni lucani 131 che si occupa della gestione del ciclo idrico integrato in Basilicata. «Abbiamo evidenziato la necessità di effettuare una puntuale verifica degli inquadramenti del personale rispetto alle mansioni effettivamente svolte. L’obiettivo è evitare futuri contenziosi legali e garantire che le offerte delle ditte partecipanti siano basate su una effettiva e reale congruità dei costi del lavoro».

Così in una nota diffusa a margine dell’incontro la Giuliana Pia Scarano, Giuseppe Nasca e Antonio Amodio, rispettivamente segretaria generale e delegati igiene ambientale della Fp Cgil Potenza. I tre sindacalisti hanno anche chiesto l’attivazione di un tavolo tecnico, e anticipato che «se l’importo a base di gara non fosse adeguato», chiederanno «l’integrazione del disciplinare di gara e la proroga della gara». «In ballo non c’è solo la salvaguardia dei livelli occupazionali ma il giusto inquadramento in base al contratto collettivo nazionale Igiene ambientale, correttamente indicato come unico contratto di riferimento». Hanno aggiunto. «Un traguardo importante quello raggiunto con questa gara che finalmente garantisce l’applicazione del giusto contratto nella depurazione in Basilicata, frutto di un lungo percorso e di vertenze portate avanti negli anni».

DEPURATORI A POTENZA, LE CRITICHE DI FIM E UILM: BANDO “INIQUO E PERICOLOSO”

Di una gara «iniqua e pericolosa», invece, hanno parlato Gerardo Larocca della Fim e Giovanni Galgano della Uilm, per i quali vanno garantiti «occupazione e salari dei lavoratori» del gestore uscente, Futura Ambiente. I due sindacalisti denunciano «livelli occupazionali non corrispondenti alla realtà», perché «nel bando di gara sono stati presi come riferimento organici e salari di oltre un anno e mezzo fa». E poi la «riduzione del salario reale», perché «l’offerta considera esclusivamente la paga base, senza includere scatti di anzianità, superminimi e altre voci retributive, determinando una perdita di 2.000-3.000 euro annui per ciascun lavoratore, anche in caso di un’armonizzazione contrattuale “al ribasso”.» Altro tema il cambio di contratto nazionale, che secondo Larocca e Galgano «comporta una drastica riduzione di tutele e una pesante perdita salariale per i dipendenti».

UN PASSATO DI INCERTEZZE E L’APPELLO ALLA POLITICA

«I lavoratori di Futura Ambiente non sono nuovi a sacrifici e difficoltà. Da oltre trent’anni vivono una condizione di incertezza legata al sistema delle proroghe, hanno attraversato le vicende del Consorzio Asi e hanno dovuto affrontare periodi di stipendi arretrati e difficoltà legate al quotidiano lavorativo ». Insistono i referenti Fim e Uilm «Questa gara non può rappresentare l’ennesima beffa per lavoratori che da decenni garantiscono un servizio essenziale, con professionalità e responsabilità, al fianco dell’Acquedotto Lucano e dei cittadini lucani. E’ giusto strutturare finalmente una gara dopo trent’anni di proroghe, ma è altrettanto doveroso che essa rispetti la realtà dei fatti: organici, salari complessivi e diritti acquisiti».

LA VERTENZA E LA MINACCIA DI MOBILITAZIONE

Fim e Uilm hanno accolto di buon grado la decisione aziendale di verificare le «condizioni occupazionali e salariali reali dei lavoratori attualmente impiegati». Ma hanno anche annunciato che «resteranno in presidio permanente sulla vertenza: entro mercoledì attendiamo risposte concrete dall’Acquedotto Lucano; in caso contrario, sarà organizzata una nuova mobilitazione dei lavoratori davanti alla sede dell’Acquedotto; parallelamente, gli uffici legali delle due organizzazioni sindacali predisporranno una diffida formale per bloccare un atto che riteniamo iniquo, ingiusto e penalizzante per i lavoratori lucani». «Non si tratta solo di una vertenza aziendale, ma di una questione di giustizia sociale e dignità del lavoro». Concludono Larocca e Galgano.

DEPURATORI A POTENZA: GIUSTIZIA SOCIALE E DIGNITÀ DEL LAVORO

«Non accetteremo che il lavoro di centinaia di famiglie lucane venga svalorizzato da scelte tecniche che ignorano la realtà e cancellano diritti consolidati. La Basilicata non può permettersi di impoverire ulteriormente il lavoro e i salari: occorre un bando che metta al centro le persone, il servizio e la qualità del lavoro (…) Eventuali problemi interni di carattere economico o organizzativo dell’Acquedotto Lucano non possono e non devono ricadere sulle spalle dei lavoratori. E’ inaccettabile che un ente pubblico pensi di ridurre salari e tutele per riequilibrare i propri conti: semmai, il costo della cattiva gestione non può essere pagato da chi lavora ogni giorno per garantire un servizio essenziale ai cittadini». Sul punto Fim e Uilm hanno rivolto anche un appello al presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, chiedendogli «un intervento politico immediato per fermare una procedura iniqua e garantire una soluzione rispettosa della dignità e dei diritti dei lavoratori».

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