“Potresti suggerirmi un itinerario in Italia, con un budget 600 € per una settimana, partendo da Roma?”: così ChatGpt diventa organizzatrice di viaggi. Ma è una cosa positiva?
- Postato il 15 maggio 2025
- Viaggi
- Di Il Fatto Quotidiano
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Provando a interrogare un noto motore di ricerca sulla possibilità di prenotare un viaggio con Chat GPT, le proposte suggerite annoverano tra i primi risultati il software sviluppato da OpenAI come Travel Booking Assistant programmato “to plan your perfect trip”. Probabilmente non ci saremmo mai aspettati di poter inserire tra i mestieri maggiormente minacciati dall’intelligenza artificiale quello dell’agente di viaggio, ma l’utilizzo della piattaforma citata o simili dimostrano la diffusione di questo comportamento di consumo che inevitabilmente plasmerà il futuro del mondo travelling.
L’AI si propone per generare l’itinerario perfetto secondo gusti e anche esigenze di ogni utilizzatore, dagli appassionati di storia a chi mira a scoprire le peculiarità del mondo culinario. Triangolazioni per verificare la disponibilità di hotel, alloggi o altri tipi di sistemazioni, disponibilità dei mezzi di trasporto, affitto di attrezzature, consigli professionali di agenzie di viaggi e affettivi di amici che hanno viaggiato negli stessi posti. Se il vaglio di tutti questi passaggi per raggiungere la meta desiderata diventa evitabile attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, è un bene perché si risparmia tempo oppure un ‘male’, perché l’organizzazione di un viaggio è, in qualche modo, parte dell’esperienza stessa?
La tendenza diffusa di utilizzare l’AI nel mondo del travelling
OpenAI ha sviluppato il proprio sistema di assistente alle prenotazioni di viaggi recentemente, mentre i siti specialistici come Booking ed Expedia hanno lanciato delle versioni simili, in via sperimentale, che affiancassero la loro proposta online. AI planner per il primo, e Romie per il secondo, saranno responsabili del coordinamento dell’organizzazione del viaggio, con la possibilità di confrontare i prezzi, e del più personale confezionamento di attività in linea con gusti ed esigenze dell’acquirente. KAYAK è stato tra i primi a implementare e integrare il suo motore di ricerca con l’utilizzo di ChatGPT, offrendo una versione meno automatizzata e aperta al dialogo con il cliente. Questo sistema, basandosi anche su una serie di dati, permette al viaggiatore di chiedere consigli di viaggio ricevendo risposte personalizzate a domande del tipo “Potresti suggerirmi un itinerario in Italia, con un budget 600 € per una settimana, partendo da Roma?”. La diffusione di questa tendenza di utilizzo va ben oltre il trend dei travel blogger o influencer, che già avevano modificato in modo sostanziale le modalità di consumo nel settore hospitality, proponendo una nuova prassi di fruizione dell’esperienza di viaggio.
L’intelligenza artificiale e la sua crescita nel settore del turismo
Lo scorso gennaio, l’Osservatorio Travel Innovation ha presentato al Politecnico di Milano un’indagine che dimostra come circa il 15% degli italiani sia propenso a farsi ispirare nell’ideazione dei propri itinerari di viaggio dall’intelligenza artificiale, concretizzando però raramente la fase di prenotazione attraverso questo mezzo. Il dato cresce invece notevolmente se letto a livello mondiale. “Il mercato globale dell’AI nel settore dovrebbe raggiungere i 5,2 miliardi di dollari entro il 2030, con una crescita media annua del 16,3% tra il 2023 e il 2030”, scrive Il Sole 24 Ore riportando i dati di Grand View Research. Su questa linea anche le agenzie di viaggio stanno sperimentando l’utilizzo di questo mezzo, secondo la ricerca condotta dal Politecnico, contrariamente al mondo dell’hospitality che invece si sta adeguando faticosamente a questa tendenza. “Le agenzie di viaggio hanno sentito un po’ il rischio di sostituzione da parte dell’AI e quindi hanno iniziato prima, e in modo importante, a capire come avvantaggiarsi o non farsi spiazzare – spiega Eleonora Lorenzini, direttrice dell’Osservatorio Travel Innovation – Del totale delle agenzie che usa l’AI (il 35% del totale ndr.), il 77% l’utilizza per attività come la creazione di contenuti, per scrivere la newsletter, le traduzioni ecc. Un 28% per analisi dati e previsioni. E ancora, dare informazioni ai clienti con i chatbot e rispondere alle recensioni. Inoltre è interessante che il 48% usa servizi di AI a pagamento“, riporta Il Sole 24 Ore.
Personalizzazione minuziosa o de-umanizzazione?
Probabilmente l’AI non sostituirà, ma affiancherà l’esperienza di prenotazione, specie facilitandone gli aspetti prettamente schematici e organizzativi. L’aspetto affascinante e a tratti inquietante dell’intelligenza artificiale è la sua possibilità di studiare in modo matematico e, attraverso l’analisi degli algoritmi, i comportamenti di consumo e di utilizzo dei vari mezzi da parte del viaggiatore. L’impressione che un servizio aggiuntivo possa contemporaneamente far risparmiare del denaro, ricercando la tariffa migliore nel periodo migliore per programmare il viaggio, adattare l’itinerario ai cambiamenti repentini del meteo, fornire consigli personalizzati ed effettuare la prenotazione rende l’esperienza di viaggio estremamente efficiente. Ma è ciò di cui abbiamo bisogno? Accantonando i già umoristici episodi in cui l’AI è stata coinvolta, è chiara la carenza di intelligenza emotiva e di cognizione del contesto che può rendere l’esperienza poco efficace e credibile. Quando si sceglie di fare un viaggio, hanno un grande valore la percentuale di incognite, la possibilità di interrogare gli amici sulle mete che hanno già visitato e ricevere consigli sinceri, l’avvalersi di un agente che oltre a soddisfare le esigenze più tecniche si prenda umanamente carico di provvedere agli imprevisti. I viaggi sono tra le poche finestre di tempo che rimangono, al di là della routine, in cui è possibile non performare al meglio, non calcolare al minuto, lasciare spazio e permettersi una percentuale di errore. Abbiamo veramente bisogno di de-umanizzare l’esperienza a tal punto da inserirla nel loop di iper-produttività che caratterizza questa epoca?
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