Povertà in Basilicata, il rapporto Caritas
- Postato il 17 giugno 2025
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Il Quotidiano del Sud
Povertà in Basilicata, il rapporto Caritas
Povertà. In Basilicata le persone bisognose di assistenza e sostegno sono aumentate in un anno del 22, 52 per cento, più della metà sono donne. Rapporto Caritas: «Esiste uno zoccolo duro di povertà consolidata, che tende ad ampliarsi»
In un solo anno il numero di lucani assistiti dalla Caritas è cresciuto da 2083 a 2552, con un aumento del 22,52%. È cresciuto poi anche il numero di assistiti per ogni centro: dai 47,3 del 2023 si è arrivati ai 51 del 2024. I numeri che fotografano la condizione lucana emergono dal rapporto Caritas 2025, presentato ieri, lunedì 16 giugno, a Roma.
POVERTÀ IN BASILICATA, IL RAPPORTO CARITAS SULLE CRONICITÀ
Uno dei dati più evidenti riguarda le situazioni di cronicità presenti in Basilicata, cioè quei contesti assistenziali prolungati almeno per quattro anni: secondo Caritas «il fenomeno – che a livello nazionale riguarda il 26,7% degli assistiti – assume proporzioni ancora più allarmanti in alcune aree del Paese», tra cui la Basilicata, dove la percentuale è 30,4%.
ZOCCOLO DURO DI POVERTÀ CONSOLIDATA
Una situazione, si legge nel Rapporto «che delinea l’esistenza di uno “zoccolo duro” di povertà consolidata, che tende ad ampliarsi e a coinvolgere fasce sempre più ampie della popolazione. Di fronte a questo scenario, appare evidente la necessità di un cambiamento di prospettiva: accanto agli interventi emergenziali, diventano imprescindibili politiche strutturali e strategie di lungo periodo, capaci di affrontare le cause profonde del disagio e promuovere percorsi concreti di inclusione e autonomia».
IL DATO SI RIFLETTE SU BAMBINI E FAMIGLIE
Il 79,1% degli assistiti lucani dichiara di avere figli (hanno cifre più alte sulla genitorialità solo il Lazio con il 90,1%, l’Umbria con l’81,7%, la Puglia con l’80,4, la Calabria sempre con l’80,4), e questo è un problema nel problema poiché, come si spiega nel Rapporto, questo aspetto potrebbe avere un riflesso anche sui bambini in quanto «come è noto, le condizioni di deprivazione vissute nell’infanzia non si esauriscono nei bisogni immediati ma esercitano un impatto profondo e duraturo sull’intero percorso di vita. Numerosi studi confermano come crescere in un contesto di povertà limiti non solo l’accesso ai beni essenziali, ma condizioni fortemente anche le opportunità educative, sociali e relazionali».
EQUILIBRIO TRA UOMINI E DONNE NELLE RICHIESTE DI AIUTO
Le persone ascoltate dalla rete Caritas in Basilicata hanno incontrato i loro riferimenti nel 56,4% dei casi nell’ambito Diocesano, nel 2,2% nel contesto «zonale e vicariale» e nel 41,4% dei casi in abito parrocchiale. Per quanto riguarda invece la divisione di genere, il Rapporto rileva un sostanziale equilibrio: il 56,3% di chi ha chiesto aiuto è donna, il 43,7 uomo (a livello nazionale la situazione risulta essere ancora più livellata con un 50,4% di richiesta femminile ed 49,6 maschile: la regione con più richiesta da parte delle donne è l’Umbria – con il 56,7% – mentre nel Triveneto gli uomini hanno chiesto assistenza nel 57,4% dei casi).
IL PROFILO DELLE PERSONE IN DIFFICOLTÀ
A definire più da vicino il profilo delle persone in difficoltà c’è poi la nazionalità: in regione gli italiani che si sono rivolti al circuito della Caritas lucana nel 2024 sono il 63,1% (dato interessante poiché la media nazionale è del 42,1%), gli stranieri il 35,9 mentre gli apolidi o i cittadini con doppia cittadinanza sono l’1%. La scansione offerta dal Rapporto ci dice pure che il 2,2% era analfabeta, il 4,4 non aveva alcun titolo, il 15,7% aveva conseguito la licenza elementare, la licenza media inferiore nel 48,8% dei casi (media nazionale in questo caso del 44,5), diploma professionale nel 14,8% dei casi, licenza media superiore nel 10,2 (media nazionale 17), diploma universitario 0,5%, laurea 1,9% e altro 1,4%. «Forte risulta la relazione tra condizioni di povertà e bassa scolarità. Questo – si legge ancora nel Rapporto – è un dato che si mantiene stabile nel corso del tempo.
POVERTÀ E BASSO LIVELLO DI ISTRUZIONE
Di fatto, tra gli assistiti Caritas, il livello di istruzione risulta marcatamente basso; la quota più ampia di persone è costituita infatti da possessori di licenza media inferiore (45%). Complessivamente oltre i due terzi presentano un livello di istruzione pari o inferiore proprio alla scuola secondaria di primo grado (67,3%); tra loro si contano anche tanti con la sola licenza elementare o senza alcun titolo di studio».
IL DATO SULL’OCCUPAZIONE
Per quanto riguarda l’occupazione, il 19.8% di chi si è rivolto alla Caritas lucana nel 2024 era occupato, lo 0,1% risultava in servizio civile, nel 12,1% dei casi si è trattato invece di casalinghe, nello 0,2% di studenti. Il 5,3% era invece «inabile parzialmente o totalmente al lavoro», il 9,1 era pensionato, il 3,4% poteva contare su un lavoro di tipo irregolare mentre il 41,4 era disoccupato in cerca di nuova oppure prima occupazione (l’8,8% è rappresentato invece da altre situazioni).
L’ESCLUSIONE ABITATIVA
Il 6,3% viveva una situazione di grave esclusione abitativa (un dato più basso della media nazionale, che in questo caso segna il passo al 21,3%). In generale, fa sapere Caritas, «l’analisi del profilo sociale delle persone che sperimentano oggi problematiche connesse alla gestione dell’abitazione consente di individuare tratti ricorrenti. Queste difficoltà risultano più diffuse tra le donne rispetto agli uomini; sono più comuni tra gli adulti di età compresa tra i 45-64 anni; interessano maggiormente persone separate o divorziate; coinvolgono in particolare le famiglie con minori, con 4 o più componenti.
Tra i lucani assistiti nel corso del 2024 il 22,9% poteva disporre di una casa di proprietà, con o senza mutuo; il 44,6 era invece in affitto da un privato mentre il 22,8 pagava l’affitto ad un ente pubblico. Il 2,7 era ospite stabilmente da amici o parenti mentre il 6,9 optava per altre soluzioni abitative.
Il Quotidiano del Sud.
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