Presentata a Cosenza la “Rete di Trieste”: il network degli amministratori cattolici

  • Postato il 18 luglio 2025
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Presentata a Cosenza la “Rete di Trieste”: il network degli amministratori cattolici

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Presentata a Cosenza la “Rete di Trieste”: il network degli amministratori cattolici cha ha l’obiettivo di costruire progetti condivisi e buone pratiche “dal basso”, dentro le comunità e al di fuori delle logiche di partito.


COSENZA – Presentata nella sala consiliare di Palazzo dei Bruzi la “Rete di Trieste”, il network degli amministratori cattolici nato a margine della Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, con l’obiettivo di costruire progetti condivisi e buone pratiche “dal basso”, dentro le comunità e al di fuori delle logiche di partito. L’iniziativa sta coinvolgendo tutte le province italiane attraverso una serie di conferenze stampa e, a Cosenza, ha raccolto un pubblico numeroso e partecipe. A moderare l’incontro il giornalista Fabio Mandato.

Il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, ha accolto con entusiasmo l’arrivo della Rete in città, ricordando la profonda tradizione cattolica che caratterizza il territorio: «Cosenza vanta radici solide nel cattolicesimo impegnato in politica. Pensiamo all’opera di don Carlo De Cardona e di molte altre figure politiche illustri e illuminate». Caruso ha poi richiamato le iniziative rivolte ai giovani: «Abbiamo istituito il Consiglio Comunale dei Giovani, che dialoga attivamente con l’amministrazione proponendo idee innovative per affrontare problemi antichi. In un’epoca di crisi valoriale, avvicinare le nuove generazioni alla politica è essenziale per garantire un rinnovamento autentico».

Il sindaco ha inoltre sottolineato l’importanza della collaborazione tra istituzioni laiche e realtà cattoliche: «Quando queste realtà lavorano insieme, emergono sempre risultati positivi. Anche a Cosenza, come altrove, esistono fasce vulnerabili e il sostegno delle associazioni e della Chiesa rimane un pilastro imprescindibile».

Presentata a Cosenza la “Rete di Trieste”: il network degli amministratori cattolici

Bianca Rende, consigliere comunale e referente provinciale della Rete di Trieste, ha evidenziato la rapida crescita del network: «Nata con circa 80 amministratori, oggi la Rete conta già mille adesioni. Si è sviluppata parallelamente all’elezione del nuovo Papa Leone XIV, che ha subito richiamato l’urgenza di un impegno sociale rinnovato del laicato cattolico, volto a proteggere i nuovi poveri e difendere la democrazia, minacciata soprattutto dall’astensionismo». Bianca Rende ha ribadito l’importanza di unire le forze: «Il bene comune è l’ombrello sotto cui tutti possono ritrovarsi. I cattolici devono riprendere a dialogare tra loro per incidere maggiormente sulle diverse questioni che interessano la comunità, perseguendo la nascita di un nuovo popolarismo. La Rete di Triste non è un nuovo partito, ma un network trasversale di collaborazione».

A portare la riflessione sul piano storico e valoriale è stato Maurizio Misasi, presidente della Fondazione Riccardo Misasi, che ha richiamato figure e parabole fondanti dell’impegno cattolico. A testimoniare lo spirito fondativo della Rete è intervenuto Giuseppe Marino, coordinatore regionale per la Calabria e tra i primi 80 fondatori, nonché consigliere metropolitano a Reggio Calabria: «Mi sono emozionato entrando in questo consesso così colorato e rappresentativo della bellezza e della storia della comunità cosentina. Emozionante anche transitare su via Riccardo Misasi, un nome che rappresenta il massimo dell’impegno politico e personale che un uomo possa esprimere».

Marino ha ripercorso le origini della Rete: «Ci siamo ritrovati a Trieste con la volontà di dare una scossa al sistema politico. In Calabria vogliamo fermare il populismo conflittuale che divide. La Rete è un luogo dove si depongono le appartenenze partitiche per costruire proposte concrete da portare nelle amministrazioni locali e fino ai partiti nazionali». Accanto agli amministratori, le realtà associative hanno ribadito il proprio sostegno; tra queste è intervenuta Maria Donato, presidente provinciale delle Acli.

I punti chiave del programma della Rete

Durante l’incontro, Marco Iusi, manager di una multinazionale ed ex amministratore di Lappano, ha illustrato i punti chiave del programma della Rete di Trieste: «Viviamo una stagione di sfide tecnologiche epocali che richiedono una nuova visione politica. Per i giovani servono formazione e professionalizzazione, spazi di socialità, relazioni umane e quote riservate alle candidature under 35 nelle istituzioni locali. Troppo spesso i giovani sono esclusi dai processi decisionali, ma la politica ha bisogno del loro entusiasmo e delle loro competenze per rinnovarsi. Tra le proposte anche il coinvolgimento diretto dei cittadini nelle scelte pubbliche, per combattere l’astensionismo».

A chiudere la conferenza stampa, don Fabio De Santis, delegato diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso di Cosenza, ha sottolineato il valore dell’iniziativa. La “Rete di Trieste” si propone come un laboratorio politico trasversale, dove la fede si traduce in servizio e la politica ritrova il coraggio di ascoltare i territori. In un’Italia segnata da frammentazione e smarrimento, questa iniziativa nasce con l’urgenza di ricostruire legami di comunità e di infondere nuova speranza ai cittadini.

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