Presidenziali in Polonia, sarà testa a testa tra i moderati di Tusk e conservatori amici di Meloni. Decisiva l’ultradestra
- Postato il 18 maggio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski è in vantaggio in tutti i sondaggi, ma nonostante ciò rischia di non essere lui il prossimo presidente della Polonia. Il Paese dell’Europa orientale, quinto per popolazione tra quelli dell’Unione europea, conosce bene l’importanza di un voto, quello di domenica 18 maggio, che imprimerà la svolta per i prossimi anni: continuare sulla linea moderata ed europeista, dopo le elezioni politiche del 2023 che hanno portato a capo del governo il primo ministro Donald Tusk, o tornare al passato e dando continuità alla presidenza di estrema destra di Andrzej Duda. Nel secondo caso, rimarrebbe la divisione tra permier e presidente che caratterizza al momento il Paese.
Se si legge la lista dei candidati si trovano ben 13 nomi, ma la corsa, salvo colpi di scena, sarà a due tra Trzaskowski e Karol Nawrocki, 42 anni, direttore dell’Istituto della memoria nazionale (Ipn), candidato formalmente indipendente ma indicato e sostenuto dal partito di estrema destra Diritto e giustizia (Pis). C’è poi un terzo nome emerso in maniera repentina, che forse non ha possibilità di accedere a un eventuale ballottaggio ma rischia di diventare decisivo in caso di testa a testa: è quello di Slawomir Mentzen, 38 anni, volto del partito di ultradestra sovranista Confederazione. Il primo cittadino della capitale e candidato di Piattaforma Civica gode di un ampio vantaggio sul candidato del Pis, con i sondaggi che lo danno oltre il 31%, contro il 23% dell’avversario. Numeri insufficienti, però, per l’elezione al primo turno. Ed è per questo che il ruolo di Mentzen potrebbe diventare fondamentale: in caso di ballottaggio, il 12,6% dei consensi che gli vengono attribuiti dagli ultimi rilevamenti potrebbe essere determinante per ribaltare la situazione in favore dell’estrema destra polacca. Alleanza scontata? Tutt’altro. Secondo quanto apprende Ilfattoquotidiano.it da fonti vicine ai partiti interessati, tra gli esponenti del Pis non c’è la certezza che un accordo tra i due partiti di estrema destra possa concretizzarsi.
I PRINCIPALI CANDIDATI – Il volto indubbiamente più noto nel panorama politico polacco è quello del candidato di Piattaforma Civica. Dopo una brillante carriera accademica che gli è valsa anche una borsa di studio per l’università di Oxford, Trzaskowski nel 2009 è stato eletto al Parlamento europeo dove, però, non ha nemmeno concluso il proprio mandato. Nel 2013, infatti, viene chiamato da Tusk, anche allora premier, a ricoprire l’incarico di ministro dell’Amministrazione e la Digitalizzazione e poi di segretario di Stato al Ministero degli Esteri. Nel 2015 è stato eletto alla Camera dei Deputati, ma anche in questo caso non ha concluso il mandato, dato che si è candidato alle comunali di Varsavia diventando, nel 2018, sindaco della capitale.
Nawrocki ha un percorso totalmente diverso da quello di Trzaskowski. Storico di formazione e professione, specializzato di opposizione anticomunista nel Paese, nel 2017 è stato nominato direttore del Museo della Seconda Guerra Mondiale a Danzica. Nel 2021 è diventato vicepresidente dell’Istituto della Memoria Nazionale e successivamente ne è salito ala guida. Sulla carta, Nawrocki è un candidato indipendente, non affiliato ad alcun partito, ma il suo impegno per la lotta anticomunista e l’avversione della Russia, che lo ha inserito nell’elenco delle persone ricercate l’accusa di aver rimosso di monumenti commemorativi della presenza dell’Armata Rossa sul territorio polacco, gli sono valsi il sostegno del Pis.
C’è poi la terza faccia di questa tornata elettorale, la novità a destra, e per questo temuta principalmente proprio da Diritto e Giustizia. Ha le sembianze di Slawomir Mentzen, leader di Confederazione. Con una campagna molto aggressiva e dai contenuti estremisti, il candidato ultranazionalista è salito nei sondaggi tanto da arrivare ad appena 5 punti da quello del Pis. Tra i suoi cavalli di battaglia c’è il ridimensionamento degli aiuti all’Ucraina, un tema molto sentito nel Paese che ha vissuto il più importante flusso di rifugiati e anche le conseguenze della concorrenza nel settore agricolo. Mentzen ha dichiarato che Kiev dovrebbe farsi rimborsare gli aiuti militari da Zelensky e diminuire il supporto alle persone fuggite dalla guerra. Mentzen ha 38 anni, una formazione economica e opera nel campo della consulenza fiscale. Ma già dal 2007, da quando aveva solo 21 anni, è in politica e alle elezioni del 2023 è stato eletto deputato. Nel 2019 ha fatto scalpore la conferenza durante la quale ha presentato i cosiddetti “Cinque punti della Confederazione ” non ufficiali: “Non vogliamo ebrei, omosessuali, aborti, tasse e Ue“. Adesso tenta il grande salto: la Presidenza della Polonia.
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