Preventivo auto, i dettagli da controllare
- Postato il 14 dicembre 2025
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- Di Virgilio.it
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Un preventivo auto ben fatto inizia dalle basi: l’intestazione con la ragione sociale del concessionario, l’indirizzo, i contatti, il numero del documento e il nome del cliente a cui l’offerta è dedicata.
Subito dopo arriva l’identikit dell’auto: marca, modello, motorizzazione, allestimento, eventuale colore speciale e configurazione degli interni. Non basta la dicitura generica “1.5 diesel” o “ibrida”: il preventivo deve riportare la sigla esatta di motore e versione perché sono questi i dettagli che determinano il valore dell’auto, i consumi, la potenza fiscale e le voci di costo successive. Sui documenti completi è presente l’elenco delle dotazioni di serie e degli optional scelti con il prezzo di ciascuno indicato voce per voce e non fuso in un’unica cifra.
Sul fronte dei numeri, il preventivo deve mostrare un prezzo chiaro e scomponibile. Il valore di partenza è il prezzo di listino Iva inclusa dell’auto configurata, a cui si applicano gli eventuali sconti del concessionario o della casa automobilistica. Ed è utile verificare che questo prezzo base coincida con quello del configuratore ufficiale del marchio, al netto di eventuali campagne promozionali.
Il documento deve poi condurre, riga dopo riga, fino al totale chiavi in mano, in cui sia evidente in modo separato il prezzo della vettura, le imposte e le spese accessorie. Nel caso di presenza di una cifra unica che ingloba tutto senza alcuna scomposizione, il preventivo non è trasparente.
Costi obbligatori e costi discrezionali
Dentro un preventivo auto convivono due famiglie di cifre. La prima comprende i costi obbligatori per legge che il concessionario deve incassare per poi versarli allo Stato o agli enti competenti. La seconda racchiude tutte le voci discrezionali cioè i servizi, i kit e le polizze che servono più ai conti del venditore che alla propria sicurezza o serenità.
Tra i costi obbligatori c’è la Imposta provinciale di trascrizione da pagare all’immatricolazione del veicolo o in caso di passaggio di proprietà. Si tratta di una tassa calcolata in base alla potenza espressa in kW e alla provincia di residenza dell’acquirente: l’importo base per le auto fino a 53 kW è intorno a 150 euro con una maggiorazione di alcuni euro per ogni kW in più, che le singole province possono aumentare fino a circa il 30% rispetto alla tariffa standard.
Un’altra voce obbligatoria è il contributo ambientale Pfu, destinato allo smaltimento degli pneumatici fuori uso, importo modesto ma dovuto su ogni nuova immatricolazione. A queste cifre si sommano i costi amministrativi per le pratiche di immatricolazione che comprendono imposta di bollo, emolumenti del Pra, diritti della Motorizzazione e costo delle targhe. Nel complesso, tra tasse e diritti fissi, si arriva a qualche centinaio di euro che vanno messi in conto in ogni preventivo.
Accanto a queste voci obbligate si collocano le spese di messa in strada, spesso ribattezzate preconsegna, approntamento, kit consegna o servizi aggiuntivi. Coprono attività come la rimozione delle pellicole protettive, il lavaggio, il controllo livelli, il montaggio di targhe e accessori base, qualche ora di officina.
Nel documento ideale, i costi obbligatori come Ipt e Pfu devono essere indicati con il loro nome, mentre il prezzo base chiavi in mano dovrebbe già comprendere la messa in strada senza sorprese. Tutto ciò che appare come kit consegna, kit sicurezza, servizi protezione o simili va letto con cautela perché rientra in genere nella categoria dei servizi arbitrari proposti dal concessionario e non di oneri imposti dalla legge.
Optional, pacchetti e servizi aggiuntivi
La parte più ricca di un preventivo auto è quella dedicata a optional e servizi aggiuntivi. Da un lato ci sono gli accessori che migliorano l’esperienza d’uso, dall’altro una serie di proposte vanno ragionevolmente valutate una per una senza lasciarsi incantare da nomi rassicuranti.
Gli esperti consigliano che sul preventivo ogni optional sia indicato con descrizione e prezzo, senza confluirne il costo in un’unica voce. Un discorso a parte meritano le estensioni di garanzia, i pacchetti di manutenzione programmata e le polizze accessorie legate al furto, alla kasko, al valore a nuovo o alla copertura del finanziamento, ad esempio le polizze contro perdita di lavoro o invalidità.
Questi prodotti vanno separati dal prezzo dell’auto: nel preventivo dev’essere chiaro quanto si sta pagando per la vettura e quanto per la tranquillità extra. Le campagne promozionali fanno leva su formule come “rata con manutenzione e assicurazione incluse” che addolciscono l’importo mensile, ma rischiano di nascondere servizi che non servono o che si potrebbero acquistare a condizioni migliori altrove.
Capitolo a parte anche per il finanziamento. Quando il preventivo comprende un piano di pagamento con tasso promozionale, maxi rata finale, formula valore futuro garantito o leasing, il foglio che stai guardando non è più solo un preventivo auto, ma un documento ibrido in cui si intrecciano prezzo del veicolo e costo del denaro. Devono essere evidenziati Tan, Taeg, importo totale dovuto, durata, eventuale maxi rata e condizioni per la restituzione o il riscatto del veicolo. Guardare solo la rata mensile è un errore tipico. Può sembrare bassa grazie a una maxi rata finale o a un Taeg non trasparente, ma il costo dell’operazione cresce rispetto al prezzo di listino.
Infine, attenzione alle assicurazioni abbinate al finanziamento: vengono presentate come obbligatorie ma sono consigliate o rientrano in pacchetti standard che il cliente ha il diritto di modulare. Anche in questo caso, nel preventivo le polizze devono emergere con un costo distinto, mai fuse nella rata o nella voce generica servizi finanziari.
Permuta, tempi di consegna e validità del preventivo
Un’altra area del preventivo da non leggere distrattamente è la permuta dell’usato. Il valore riconosciuto dal concessionario alla vecchia auto è una cifra negoziata, legata allo stato del veicolo, ai chilometri, alla richiesta di mercato e al margine che il venditore punta a realizzare in rivendita. Sul preventivo il valore dell’usato deve comparire come sconto in cifra assoluta o come importo portato in detrazione dal totale. In alcune offerte, la permuta viene usata per mascherare parte dello sconto sul nuovo: il prezzo della vettura resta alto, ma l’usato viene valutato più del suo reale valore di mercato. Per questo, in ottica consumatore, è sempre sensato avere un’idea del valore reale della propria auto prima di sedersi al tavolo del preventivo.
Poi c’è il tema dei tempi di consegna. In un mercato dove le tempistiche possono variare parecchio per motivi logistici, di produzione o di disponibilità, il preventivo deve indicare almeno una stima di consegna o un intervallo temporale. Se il ritardo diventa eccessivo o se nel frattempo cambiano le condizioni economiche (per esempio per aggiornamenti di listino o fine di una promozione), avere una data scritta dà un appiglio per chiedere il rispetto degli accordi o riconsiderare l’acquisto.
C’è infine la questione della validità del preventivo. In genere questi documenti hanno una durata limitata, pochi giorni o qualche settimana, perché legati a campagne commerciali, disponibilità stock o condizioni finanziarie. Deve però in ogni caso essere chiaramente indicata.