Pro-Pal, ovvero il caos: il tarlo delle città paralizzate

  • Postato il 9 ottobre 2025
  • Italia
  • Di Libero Quotidiano
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Pro-Pal, ovvero il caos: il tarlo delle città paralizzate

Protesta permanente. Non scomodiamo per i manifestanti di questi giorni il concetto di rivoluzione permanente caro a Marx, Trotsky e Lenin, ma questo è il sentimento che i rivoltosi, quasi mai rivoluzionari, stanno cercando di portare nelle piazze d’Italia seguendo la scia del dibattito su Gaza. Attraverso queste colonne, ieri, vi abbiamo dato conto di quanto successo a Bologna il 7 ottobre in occasione del secondo anniversario del massacro compiuto da Hamas in Israele. Corteo vietato dalla questura felsinea, ma nonostante le indicazioni i dimostranti pro-Pal sono scesi in strada ugualmente per radunarsi in piazza del Nettuno.

Il tutto è stato documentato e fomentato, nelle ore precedenti, dalle pagine social dei Giovani Palestinesi Italia (GPI) con toni che sono tutto meno che concilianti. «Gloria ai martiri» e l’indicazione di come, attraverso un lungo post su Instagram, «il 7 ottobre non può essere definito un atto “terroristico” né dal punto di vista politico, né da quello storico, né tantomeno giuridico - anche perché, come ci insegna lo stesso Governo Meloni, il diritto “vale comunque fino a un certo punto”». Quindi sono andate in onda le scene che conosciamo. Grida, cori, ma soprattutto insulti a 360°. Prima la polizia ha intimato di sgomberare la piazza, ribadendo la non autorizzazione della manifestazione, poi le cariche, gli idranti e la solita litania. Puntualmente l’intento di portare acqua al mulino di Gaza e alla condizione dei palestinesi miseramente scema via.

 

 

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In questo scenario nella notte tra martedì e mercoledì arriva la notizia - rilanciata dai diretti interessati di Freedom Flotilla Coalition e di Thousand Madleens to Gaza - che nove imbarcazioni, con nove italiani a bordo e alcune di queste battenti bandiera della nostra nazione, sono state intercettate e bloccate a 120miglia nautiche da Gaza dall’esercito israeliano. Così altra benzina sul fuoco e sulle piazze a queste latitudini. E via nuovamente in strada con la regia, via etere, sempre dei Giovani Palestinesi. La sfilza di città che ieri si sono mobilitate va da Roma a Milano passando per Torino, Genova, Bologna, Palermo, Firenze, Bari, Catania, Cagliari, Padova e Piacenza per un totale di 48 comuni.

Lo slogan? «Tutti in piazza contro l’attacco alle flottiglie, contro il genocidio e la complicità dell’Italia». Nel capoluogo lombardo ecco Potere al popolo che brama il corteo. «Dopo gli attacchi alla nuova Flotilla, continuiamo a mobilitarci in continuità con gli scioperi generali e con la straordinaria mobilitazione popolare di queste settimane, che ha dimostrato di poter davvero bloccare tutto». Ecco il focus. In piazzale Lodi, sempre a Milano, l’accusa dai megafoni all’amministrazione Sala «complice degli oppressori» in un attacco bipartisan che va dall’esecutivo nazionale al sindaco meneghino Beppe. Il campionario di bandiere è vasto: dal vintage di Rifondazione comunista, all’Arci per giungere fino ad Avs e Usb.

Decine e decine i vessilli della Palestina tenuti tra le mani dagli stessi che vorrebbero distruggere l’identità italiana ed europea. Parlano di patria per l’altra sponda del Mediterraneo, mentre qui tentanto di decostruirla. Bizzarro. Intanto la voce trascinata di una ragazza colpevolizza la giunta milanese e il fatto «che Milano continua a essere gemellata con Tel Aviv». E ovviamente «Israele fascista». Circa 1500 manifestanti diretti verso Corvetto per poi spingersi in piazzale Susa che in serata hanno esposto un manifesto con l’effige della Meloni vestita da gerarca nazista.

A Bologna un migliaio i manifestanti, ritrovatisi in piazza Maggiore, hanno sottolineato la capacità di scioperare «due volte in due giorni con una forza che non capitava da anni, se pensano che caricarci a caso come è successo in via Rizzoli ci fermerà si sbagliano, ci troveranno ancora più numerosi». Con una spolverata di partigiani e guerra civile 1943-1945, un giorno ci spiegheranno il collegamento tra antifascismo, 25 aprile e la causa palestinese.

 

 

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A Roma tremila persone davanti al Colosseo per spingersi fino a Piramide con al cielo l’immancabile teschio di One Piece. In quel di Napoli mentre le persone si accalcano in strada arrivano i venditori abusivi. Dieci euro passa la paura e anche tu puoi avere il tuo vessillo della Palestina. Il tutto coperto dalla colonna sonora del megafono in cui una giovane chiama a raccolta gli “studentu e i lavoratoru”. Così un altro giorno se ne va e la Palestina è sempre più lontana.

 

 

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Autore
Libero Quotidiano

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