Processo San Barbato Resort, reggono le accuse: un solo scarcerato
- Postato il 18 luglio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Processo San Barbato Resort, reggono le accuse: un solo scarcerato
Per il processo San Barbato Resort, il Riesame conferma il carcere per i coniugi Finiguerra e Pietro Gervasio inchiesta riciclaggio. Nicola Dileo ai domiciliari, Sonia Finiguerra liberata.
POTENZA – Restano in carcere i lavellesi Angelo Finiguerra e la moglie Maria Grazia Merra. Come pure il cerignolese Pietro Gervasio. Passa ai domiciliari un altro cerignolese, l’incensurato Nicola Dileo. Liberata la sola Sonia Finiguerra. E’ questo il primo verdetto dei giudici del Tribunale del riesame sull’inchiesta di Polizia e Guardia di finanza sul riciclaggio nel San Barbato Resort del bottino dei colpi messi a segno in mezz’Italia da una banda di specialisti della vicina Cerignola. Il collegio presieduto da Maria Stante ha respinto i ricorsi presentati dal difensore dei coniugi Finiguerra, indagati per associazione a delinquere, riciclaggio, autoriciclaggio (il solo Angelo, ndr) e trasferimento fraudolento di valori.
E’ accusata di associazione a delinquere e riciclaggio anche Sonia Finguerra. La sua posizione, però, era apparsa secondaria anche al gip che ha disposto le misure, Ida Iura. Non è escluso, quindi, che possano essere stati rivalutati financo i gravi indizi di colpevolezza necessari per l’arresto. Per conoscere le motivazioni del Riesame occorrerà attendere qualche settimana.
PROCESSO PER GLI ALTRI INDAGATI, TRA CUI SUL PATRON DEL SAN BARBATO RESORT
Martedì prossimo, però, è stata già fissata l’udienza per la discussione dei ricorsi dei difensori degli altri indagati. L’attenzione è soprattutto sul patron del patron del San Barbato Resort, Antonio Liseno e un altro imprenditore lavellese, il primo in carcere e il secondo ai domiciliari. A loro, infatti, i pm dell’Antimafia potentina contestano gli stessi reati di associazione a delinquere, riciclaggio e trasferimento fraudolento di valori (non autoriciclaggio, ndr). Per questo il verdetto di ieri rischia di rappresentare un precedente difficile da superare, in questa fase. Diversa, invece, la situazione dei cerignolani Gervasio e Dileo. Nei loro confronti l’unica accusa mossa era in relazione alla rapina di un’autocisterna con 28mila litri di gasolio e 8mila di benzina compiuta a febbraio 2023 a Montemilone. Il Riesame, ad ogni modo, avrebbe rivalutato soltanto le esigenze cautelari nei confronti del 25enne, incensurato, Dileo.
IL CASO POLITICO: IL SINDACO CARNEVALE
Ieri, intanto, è tornato ad assumere i caratteri di un vero e proprio caso politico il ruolo nell’inchiesta del sindaco di Lavello, il tenente colonnello dei carabinieri Pasquale Carnevale. A maggio del 2024, infatti, è stato proprio Carnevale ad avvisare i pm di essere stato contattato da Finiguerra che era intenzionato a farla pagare all’allora consigliere comunale Liseno, principale sponsor politico dell’allora sindaco – e suo attuale difensore – Antonio Carretta. Di qui la decisione degli inquirenti di piazzare nell’auto del colonnello dei carabinieri delle microspie che hanno registrato un successivo sfogo di Finiguerra contro il suo ex «capo».
LE ACCUSE DELL’OPPOSIZIONE
A parlare di «commistioni istituzionalmente inaccettabili» è stato il capo dell’opposizione in Comune, Antonio Annale, partendo dalla decisione di Carnevale di non chiede l’aspettativa dal suo impiego ordinario, al comando provinciale dell’Arma di Matera. «Lavello ha bisogno di un sindaco a tempo pieno». Ha dichiarato Annale. «Ci spieghi bene il sindaco come si possa essere efficienti al 50%, e non se ne esca con la storiella secondo cui “utilizza la sua attività lavorativa per mantenere relazioni e contatti utili per l’attività amministrativa”». Ha aggiunto l’esponente dell’opposizione. «Lo dica anche ai cittadini di Matera, che si troveranno un carabiniere a giorni alterni». «Chiarisca inoltre ai cittadini se sia normale, durante lo svolgimento delle sue funzioni investigative, esercitare anche l’attività di sindaco, e se questo non comporti commistioni istituzionalmente inaccettabili».
Prosegue Annale. «Lei non è un avvocato o un droghiere: svolge un ruolo particolare e delicato e dovrebbe essere il primo a rendersene conto. Altro che “relazioni e intrecci”, che iniziano a diventare pericolosi per la democrazia». «Possiamo anche spingerci oltre, perché quanto sta emergendo comincia ad assumere i contorni di un vero e proprio regime poliziesco». Ha aggiunto ancora il consigliere comunale citando una dichiarazione di Carnevale sui controlli che effettuerebbe sulle persone «che si intrattengono nelle villette al buio ad ora tarda». «Di cosa si tratta, della prosecuzione del mestiere di carabiniere nelle vesti di sindaco?» Insiste Annale, invitando il sindaco a chiarire in consiglio comunale. «Pensa davvero che una città si amministri come una caserma? E con quali sistemi, esattamente?»
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