Protesta delle cooperative sociali, tensione in consiglio regionale e lite Bucci-Balleari in aula
- Postato il 13 maggio 2025
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- Di Genova24
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Genova. Momenti di tensione stamattina in Regione per la protesta degli operatori delle cooperative sociali, nella giornata di sciopero nazionale indetta dal sindacato Usb. Un centinaio di manifestanti si sono riuniti in presidio davanti all’ingresso del consiglio regionale, poi hanno iniziato a battere le mani sui vetri al grido di “fuori, fuori” per ottenere un incontro coi capigruppo.
Durante la seduta il consigliere Stefano Giordano del M5s ha chiesto al presidente dell’assemblea Stefano Balleari di sospendere i lavori per concedere un’audizione a una delegazione dei lavoratori. Dopo una prima risposta negativa, mentre il personale addetto alla vigilanza stava iniziando a preoccuparsi per un possibile sfondamento, Balleari ha comunicato l’interruzione: “Visto che molti sono già usciti dall’aula, cediamo a una forma di violenza. I guardiani si sono trovati in difficoltà”.
Scelta che tuttavia non è stata condivisa dal governatore Marco Bucci, che a seduta ormai sospesa si è rivolto verso Balleari alzando la voce: “È un errore enorme, una volta che lo fai una volta lo fai sempre. È sbagliato, non si deve mai cedere a queste cose”. L’esponente di Fratelli d’Italia, dopo aver tentato di opporre le sue ragioni alla sfuriata del presidente, ha accusato la minoranza di aver provocato lo stop uscendo in massa dal consiglio, suscitando le reazioni stizzite di alcuni colleghi.
“Oggi è una giornata di mobilitazione nazionale dei lavoratori e le lavoratrici delle cooperative sociali indetta per le condizioni assolutamente insostenibili che ci sono in questo settore – spiega Maurizio Rimassa, coordinatore regionale dell’Usb -. Molti lavoratori di questi appalti, che sono servizi essenziali, non riescono ad arrivare a fine mese con le retribuzioni che ci sono. È un settore completamente appaltato a cooperative, società di ogni tipo, con condizioni di lavoro assolutamente inaccettabili. È evidente che le norme che regolano il settore non sono sufficienti, bisogna cambiare rotta, cominciare a riparlare di reinternalizzazione dei servizi e dare garanzie e tutele a questi lavoratori che solo grazie allo spirito di abnegazione, a serietà e professionalità, garantiscono ai nostri anziani, minori e disabili un livello di servizio molto alto”.