“Punterò anche a perdere qualche partita per diventare più imprevedibile”: la nuova sfida di Sinner dopo il ko sul “suo” cemento
- Postato il 8 settembre 2025
- Tennis
- Di Il Fatto Quotidiano
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Uno spartiacque sulla stagione. Gli US Open sono anche questo. È l’ultimo Slam della stagione, quello che costringe a tirare le prime somme, prima di lanciarsi verso la parte conclusiva dell’anno. Quelle di Jannik Sinner nei Major per il 2025 assumono contorni dal carattere storico, che non vengono intaccate dalla sconfitta a Flushing Meadows contro Carlos Alcaraz. Australian Open: vittoria. Roland Garros: finale. Wimbledon: vittoria. US Open: finale. Quattro finali Slam in un anno, come solo altri tre sono stati capaci di fare nell’Era Open. Ovvero in 57 anni di storia. Roger Federer, Rod Laver e Novak Djokovic. Un club esclusivo che adesso ha accolto anche l’altoatesino. E questo nonostante la sospensione per il caso Clostebol, che è vero non ha fatto perdere Slam all’azzurro, ma che poteva comunque condizionare l’andamento dell’intera stagione. D’altronde non è mai facile riprendere a competere ad altissimo livello dopo tre mesi di stop forzato.
In questa stagione Sinner ha compiuto un ulteriore passo in avanti nel suo personale percorso di crescita. L’esplosione definitiva avuta nel 2024 aveva bisogno di un seguito. E si sa, nello sport, confermarsi è molto più difficile di arrivare. Al di là della memorabile pagina di storia delle quattro finali su quattro Slam, quello che più conta è da sempre il titolo. E Sinner per il secondo anno consecutivo ne ha conquistati due. All’Australian Open ha dominato il torneo in lungo e in largo, fino all’ultimo atto a senso unico contro Alexander Zverev. A Wimbledon non ha solo iscritto il suo nome nell’albo d’oro del torneo più importante del mondo, ma ha anche spezzato un tabù italiano di caratura secolare. E anche nelle sconfitte c’è stato qualcosa di speciale. I tre match point non sfruttati al Roland Garros contro Alcaraz sono stati una ferita che ha fatto male almeno fino ai Championships, ma hanno anche un po’ oscurato la migliore partita dell’azzurro in carriera sulla terra rossa. Una prestazione di cui andare fieri, inserita all’interno di un match che rimarrà negli annali, deciso solo da un paio di centimetri. Quelli che hanno separato la linea di fondo campo dalla risposta di rovescio di Sinner sul primo match point. Un colpo che probabilmente sarebbe stato definitivo.
Un cammino Slam praticamente impeccabile, in cui alla fine l’unico neo è proprio la finale persa a New York. E non tanto per la sconfitta in sé, quanto perché è arrivato sulla superficie preferita: il cemento. E con le condizioni, sulla carta, più favorevoli: indoor. E forse non è un caso che proprio a questo esito newyorkese siano seguite queste parole: “Sono stato molto prevedibile – ha dichiarato l’altoatesino nel post-gara della finale -. Ora starà a me decidere se apportare cambiamenti o meno. Una cosa è quando le partite precedenti sono comode ma fai sempre le stesse cose, come ho fatto io, per esempio, durante questo torneo: non ho fatto un solo serve-volley, non ho usato molte palle corte, e poi arrivi a giocare contro Carlos e devi uscire dalla tua zona di comfort. Quindi punterò magari anche a perdere qualche partita d’ora in poi, ma cercando di apportare alcuni cambiamenti, cercando di essere un po’ più imprevedibile come giocatore”. Dichiarazioni per rilanciare la sfida con lo spagnolo e mettersi ancora più in gioco.
Due vittorie e due finali per il 2025. Un grande bottino insomma, arrivato nonostante la presenza di Alcaraz. L’avversario con cui Sinner si è diviso i tornei più importanti come già era accaduto nel 2024, e contro cui l’azzurro ha giocato tre finali Slam su quattro. Il rivale che l’altoatesino sarà chiamato, probabilmente, ad affrontare anche nel 2026, per contendersi l’Australian Open, il Roland Garros, Wimbledon e lo US Open.
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