“Punto a capo”: Sergio Sdraule e Maurizio Vercon sulla scena con un nuovo brano rock

  • Postato il 7 agosto 2025
  • Musica
  • Di Paese Italia Press
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Di Valentina Chabert

Originariamente intitolato “La fabula rasa” e poi rinominato “punto a capo”, Sergio Sdraule ritorna sulla scena musicale con un brano rock che vede il featuring del chitarrista Maurizio Vercon. La nuova composizione è disponibile dal 25 luglio su tutte le piattaforme e segna la ripartenza dopo un periodo di profondo pessimismo esistenziale che oscilla tra il sarcasmo della quotidianità e la consapevolezza della velleità delle fiabe.

Il testo e la musica di Sdraule si accompagnano al lavoro di Maurizio Vercon, che ha curato l’arrangiamento, il mixaggio, la copertina e da ultimo il videoclip ufficiale. A completare la squadra il batterista Paolo Muscovi, che si ha realizzato la programmazione della linea di basso.

A raccontarci il nuovo brano sono Sdraule e Vercon, con cui abbiamo approfondito la nascita e i momenti più importanti dello sviluppo di “Punto a capo”.

Come nasce il brano?

Sdraule: Il singolo “Punto a capo” nasce dallo sviluppo di un progetto di un po’ di tempo fa, chiuso dentro un cassetto insieme ad altri buoni provini in attesa di essere lavorati (chissà in futuro!).

Vercon: Conosco Sergio da un bel po’ ormai, e avevo già avuto modo di lavorare a dei suoi brani, inserendomi soltanto in un solo. Tempo dopo mi ha ricontattato dandomi da ascoltare una cartella con 80 brani – tra i quali questo, ma con un altro titolo e arrangiamento. In prima battuta lo avevo considerato come spunto per procedere a un lavoro che avevo per una band, ma che poi ho trasformato con accordi diversi, altra melodia, altra struttura e altro arrangiamento oltre che un altro testo. Quando  Sergio ha voluto finalmente fare la versione originale ma con un mio nuovo arrangiamento, mi ha trovato d’accordo.

Quali tematiche affrontate all’interno del brano? Da dove deriva l’idea del “punto a capo”?

Sdraule: Il brano intende esprimere la presa di coscienza di una realtà che ha in parte escluso una visione “fiabesca” di ciò che in questi tempi ci accade intorno. E con una punta di cinismo grida al mondo che Peter Pan è morto e con lui la speranza di guardare le stelle in cerca dell’isola che non c’è. Ma si può cambiare direzione, si può ricominciare voltando pagina. Da qui il titolo “Punto a capo” suggerito da Maurizio Vercon.

Vercon: Sergio lo spiega sicuramente Sergio meglio di me, anche se trovo il testo adattissimo anche alla mia esperienza, dato che dopo tanto tempo mi ritrovo a riiniziare un po’ tutto da capo.

Come descrivereste il brano dal punto di vista musicale?

Sdraule: Questo pezzo porta con sé una forte componente rock, un rock potente e istintivo, che Maurizio Vercon ha saputo infondere con il suo arrangiamento, fondendo ma anche smussando la mia rassegnazione con la sua rabbia.

Vercon: Il brano è molto fresco, nonostante tratti tematiche e contenga un testo un po’ malinconico. La voce di Sergio si sposa benissimo con le chitarre rock, un bel contrasto che rende, a mio avviso, il brano accattivante.

Da dove nasce la vostra passione per la musica?

Sdraule: La musica è sempre stata una componente fondamentale nella mia crescita, umana e artistica. E quando si sente esplodere dentro sé un mondo di sentimenti e di bellezza inespressi, trovare un modo per indirizzare tale enorme energia è una grande fortuna. E la musica per me lo è stato.

Vercon: La mia prima chitarra è stata una classica con corde di nylon con la quale sono rimasto fedele fino ai 19 anni! L’ho ricevuta in regalo dai miei genitori per il giorno di San Nicola, una tradizione che dalle nostre parti si festeggia come un babbo Natale in anticipo. Non ho avuto un maestro, né mi sono iscritto a corsi o scuole, quindi quella chitarra l’ho scoperta da solo e non avendo degli indirizzi particolari suonavo di tutto, dalla musica classica ai Deep Purple. Questa mancanza di indottrinamento mi ha permesso di suonare quello che volevo e come volevo, esagerando e cercando di suonare tutto quello che sentivo pur non avendo magari lo strumento adatto. Ma nessuno me lo aveva detto, e quindi raggiravo i limiti dello strumento trovando soluzioni che oggi mi servono costantemente.

Quali sono i momenti della vostra carriera che ricordate con maggiore affetto? Quali invece sono stati determinanti per la vostra crescita artistica?

Sdraule: I momenti della mia carriera da musicista che ricordo con maggiore trasporto sono innumerevoli. Vanno dalla partecipazione con il gruppo spalla a due tournée del grande Fabrizio de André, alla condivisione del palco con Angelo Baiguera a numerosi Festivalbar, alla finale di Castrocaro trasmessa dalla Rai. Altrettanti sono i momenti che hanno contribuito alla mia crescita artistica. Ma tengo a dire che la componente di tanti ricordi che mi hanno reso l’uomo che sono risiede nella sfera dell’affetto. Ho avuto la grande fortuna di suonare sempre con veri amici con cui condividere quell’amore che abbiamo espresso con la musica.

Vercon: Mi sono trovato a suonare con diversi grandi musicisti, ma l’esperienza che porto nel cuore è un concerto a Taranto, insieme all’amico e chitarrista Giuseppe Scarciglia, che chiamò me, insieme a Ricky Portera e Luca Colombo (grandissimi chitarristi di indubbia fama) per una serata a quattro chitarre!  Ho avuto altri momenti determinanti, ad esempio il ricordo di quando ho girato l’ Europa con un omaggio ad Elton Jhon con il batterista originale della band, Charlie Morgan, che ha suonato con tutti i grandi della musica.

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