Putin e Netanyau nella morsa della storia: lo zar lancia uan mini tregua, Bibi bolla il suo processo “un circo”
- Postato il 29 aprile 2025
- Politica
- Di Blitz
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Putin e Netanyau, due potenti nella morsa della storia. Due leader alla resa dei conti. D’ora innanzi è vietato bluffare anche se il tentativo di imbrogliare è rimasto forte . Lo zar finge magnanimità lanciando la mini tregua di tre giorni in realtà per poter festeggiare in santa pace “il giorno della vittoria” come chiamano al Cremlino la fine della Seconda Guerra Mondiale (9 maggio).
Per il presidente Putin si tratta di una occasione per affermare il suo potere con tutta la forza possibile della propaganda. Bibi invece, sul banco degli imputati all’Aja, è chiamato a rispondere della gestione della crisi umanitaria a Gaza davanti ai giudici della Corte Internazionale di Giustizia.
La tregua di Putin
Dopo il faccia a faccia in Vaticano tra Trump e Zelenski che ha portato il Tycoon a modificare la linea morbida verso Mosca aprendo spiragli di dialogo, lo zar è sotto il pressing Usa. E ha proposto, in occasione dell’80esimo anniversario della vittoria sul nazifascismo, una mini tregua dal 7-8 maggio alla mezzanotte del 10-11 maggio; un cessate il fuoco di 3 giorni per celebrare il giorno della vittoria e catturare tutta l’attenzione della comunità internazionale.
In altre parole: Putin vuole rubare la centralità al Conclave nella speranza che il mondo non ignori la consueta parata militare in Piazza Rossa e si concentri invece sulla Cappella Sistina, dove i Cardinali sono impegnati, proprio dal 7 maggio, ad eleggere il nuovo Papa. Argomento oltretutto intrigante per via del clima di tensione che si è creato in Vaticano con le “ombre” sulle assise per screditare i papabili.

Il processo di Netanyau
Benjamin Netanyahu, il numero uno di Israele, è sotto il fuoco incrociato di accuse. All’Aja si è aperto il braccio di ferro giudiziario che accusa Bibi di aver chiuso i valichi intorno alla Striscia lo scorso 2 marzo, lasciando 2,4 milioni di palestinesi con scorte di cibo ridotte al lumicino. In altre parole è accusato di aver centellinato gli aiuti “come arma di guerra”.
Gerusalemme non ci sta e ha liquidato il processo come un circo accusando a sua volta l’Onu e l’Unrwa (l’agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso dei profughi palestinesi in Medioriente) di aver “strumentalizzato il diritto internazionale per privare Israele del suo diritto fondamentale di difendersi”. Il braccio di ferro giudiziario è solo agli inizi. Ne vedremo delle belle.
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