Qualità dell’aria e porto, completata la nuova rete di monitoraggio di Arpal: un anno di studio per capire chi inquina
- Postato il 18 giugno 2025
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- Di Genova24
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Genova. Con il posizionamento dell’ultima centralina presso presso l’Istituto Idrografico della Marina Militare, Arpal ha completato la installazione della rete di monitoraggio dedicata alla presenza dei Pm10 nell’area portuale di Genova. Un progetto che vede otto nuovi campionatori di polveri sottili sul suo territorio cittadino per monitorare per un anno l’aria in quella fascia della città direttamente affacciato sul porto
I rilevatori sono stati collocati in vari punti della città, inclusi Prà, Pegli, Multedo, Via Buozzi, Via Bari, Corso Firenze e Acquasola. Per un anno, affiancheranno la rete ufficiale di monitoraggio della qualità dell’aria, supportando uno studio sull’origine del particolato atmosferico.
Questa iniziativa rientra nel progetto nazionale “Sostenibilità per l’ambiente e la salute dei cittadini nelle città portuali in Italia (SALPIAM)“, che coinvolge Genova e altre cinque città portuali italiane – Civitavecchia, Ancona, Bari, Taranto e Palermo – e vede la collaborazione di Arpla, Unige e Ispra. L’obiettivo principale è valutare l’impatto delle attività portuali sulla qualità dell’aria e fornire dati per analisi sanitarie. I nuovi campionatori sono progettati per raccogliere il PM10 su periodi estesi, permettendo analisi di laboratorio di parametri non standard, con l’obiettivo di ottenere una risoluzione spaziale più dettagliata e una raccolta simultanea del particolato in diverse aree urbane.

Le stazioni di misurazione “hanno una portata ridotta (circa 2-3 l/minuto) per reti di campionamento ad alta risoluzione spaziale – si legge sul sito di Arpal – Sono in grado di accumulare particelle PM10 su tutti i tipi di membrane, consentendo una raccolta del particolato, simultanea, in diversi punti del tessuto urbano, utile per eseguire analisi di laboratorio mirate. L’obiettivo infatti non è dire solo quante PM10 sono in aria, ma determinarne la composizione in maniera più ampia rispetto a quanto previsto dalla norma: eseguire cioè la speciazione chimica del PM10. Oltre alla concentrazione gravimetrica, (quanti microgrammi per metro cubo di polveri), si analizzano diverse sostanze quali metalli, ioni, carbonio organico ed elementare e zuccheri come il levoglucosano (tracciante della combustione della legna)”.
“Questo tipo di analisi, estremamente dispendiosa sia economicamente che per le tempistiche – prosegue Arpal – permette di cercare di identificare qualitativamente le principali sorgenti che contribuiscono alla determinazione della concentrazione misurata nello specifico sito di misura”, come ad esempio traffico veicolare, attività portuali, combustione legna, sorgenti naturali. Questo studio, quindi, punta a identificare le principali fonti di inquinamento, come il traffico veicolare, le attività portuali, o la combustione di legna. I dati raccolti durante le dodici campagne mensili di misurazione, che copriranno circa un anno e tutte le stagioni meteorologiche, saranno utilizzati per informare future azioni di mitigazione e migliorare la qualità dell’aria a Genova.
