Quando il Cosenza di Guarascio si racconta, diventa un’isola che non c’è
- Postato il 12 agosto 2025
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Il Quotidiano del Sud
Quando il Cosenza di Guarascio si racconta, diventa un’isola che non c’è
La società Cosenza Calcio di Guarascio, accusata di opacità e gestione inadeguata, è in guerra con tifosi e stampa.
COSENZA – Un comunicato e, successivamente, una condivisione che non lasciano indifferenti. Trancianti, indisponenti, poco rispondenti alla realtà dei fatti. Partoriti forse più per un senso di rabbia che per il desiderio di legittimare il proprio impegno. Il Cosenza Calcio, inteso come società che lo gestisce attualmente (e non come squadra o club che dovrebbe rappresentare una città e una provincia, o ancora 111 anni di storia), non affronta a viso aperto il mondo, si chiude dietro i comunicati e sceglie la sfida, vuole la battaglia a tutti i costi con tutto l’ambiente circostante, tifosi e operatori dell’informazione, disegnando un’immagine di sé che cozza in maniera evidente, e anche preoccupante, con quello che realmente si percepisce all’esterno. Come se vivesse in un mondo fatato, dove però le fate non ci sono, ma esistono solo cavalieri oscuri come quelli del Signore degli Anelli.
L’ARTICOLO DI VELTRI, LA RISPOSTA DEL COSENZA CALCIO E LE FRASI CONTRADDITTORIE
Il riferimento è alla risposta fornita dal club retto dal presidente Guarascio ad un articolo del Corriere della Calabria a firma di Francesco Veltri (risposta pubblicata dallo stesso Corriere in un articolo a sua volta condiviso proprio dal Cosenza Calcio per dare eco al proprio pensiero e quasi come un monito per chicchessia). Senza entrare nel merito di questo articolo, sicuramente non offensivo ma assertivo a ragion veduta, risultano interessanti alcune frasi inserite dal Cosenza Calcio nella sua risposta, frasi che hanno fatto sobbalzare sia gli operatori dell’informazione sia i tifosi stessi.
Che, lo ricordiamo, sono le due categorie al momento largamente bistrattate da chi gestisce tutto dalle stanze di via Conforti. Due categorie che, però, non hanno paura di metterci la faccia e di agire alla luce del sole. E adesso c’è qualcosa che bisogna necessariamente appuntare per non fare la figura di chi si sistema accuratamente un po’ di bende sugli occhi e si pone nei confronti della realtà circostante in maniera passiva, inanimata.
IL RAPPORTO CON LA TIFOSERIA, LA STORIA, L’IMPEGNO E LA TRASPARENZA
Prima frase del Cosenza Calcio: “Definire il rapporto tra società e tifoseria come “collassato, tossico, irrecuperabile”, attribuire alla società una “gestione opaca” o affermare che il club sia “non rappresentativo della storia rossoblù”, rischia di ledere l’immagine della nostra società, che da anni opera con impegno, professionalità e trasparenza sul territorio”.
Il rapporto con la tifoseria, organizzata e non, è chiaramente collassato. O forse si vuole fa capire che “va tutto bene, madama la Marchesa”? No, non va bene nulla, se sono anni che la società ha deciso di fare, di quello che dovrebbe essere il suo primo motore, il suo primo nemico. Un esempio per non andare troppo lontano? Come mai in occasione del derby si era deciso inizialmente per il biglietto di curva a 50 euro, per poi ridurlo a 30 e infine per ritornare sui propri passi lasciando tutto invariato su invito del Prefetto? Dove sta il rispetto in questi passaggi? Quel rispetto che dovrebbe essere alla base di un rapporto non collassato e quindi recuperabile?
Continuando: il club rappresenta o meno la storia rossoblù? Formalmente la proprietà attuale è nella storia rossoblù, nel senso che cronologicamente non si può negare che gestisca il Cosenza da 14 anni precisi precisi. Ma il concetto di “storia” è ben diverso da quello cronologico. E non è pensabile che si debba spiegare oltremodo a cosa ci si riferisca. Basta analizzare a fondo concetti come passione, appartenenza, identità, sacrifici, ecc. La storia del Cosenza Calcio l’ha fatta tanta gente, con il cuore in mano e il rispetto come valore assoluto, come pietra miliare sul proprio cammino. La “storia” è fatta da chi riempie questo termine con virtù.
Sui termini “impegno”, “professionalità” e “trasparenza” ci sarebbe molto da dire. Ma ci poniamo una domanda e la poniamo a tutti i lettori: questo Cosenza ha sempre operato con impegno, professionalità e trasparenza? Partiamo da quest’ultimo termine: mai c’è stata trasparenza nelle azioni del Cosenza Calcio. O quantomeno mai si è percepita all’esterno. Ma la trasparenza, in sé, è qualcosa che esiste quando viene percepita all’esterno, non se rimane (eventualmente) nelle stanze di via Conforti. E’ questione di lingua italiana.
La professionalità è stata spesso ricercata dal Cosenza di Guarascio, in tante figure e in tante situazioni. Il problema, però, non è tanto apparire professionali, quanto coltivare, curare e tutelare la professionalità che si dice di avere. Mantenerla nel tempo con gesti e azioni che non diano adito a interpretazioni, ma siano diretti e inequivocabili. E questo è avvenuto molto più raramente. Ma molto… E quindi la domanda è: quale immagine si rischia di rovinare?
LE SFIDE DEL COSENZA CALCIO DI GUARASCIO, LA (POCA) ATTENZIONE VERSO I TIFOSI, LE ISTITUZIONI E LA COMUNITÀ
Seconda frase del Cosenza Calcio: “La nostra realtà affronta quotidianamente numerose sfide, come tutte le società calcistiche e imprenditoriali, ma ciò non significa che venga meno l’attenzione verso i tifosi, le istituzioni, gli sponsor, l’intera comunità”.
Delle “attenzioni” sui tifosi abbiamo già detto. Si può aggiungere che la politica del silenzio social, del toglier loro la parola, di impedire che possano esprimere il loro pensiero liberamente, insieme alla politica del perseguire con il lanternino chi ha l’insulto facile, fa capire come a livello di comunicazione siamo molto lontani dalla modernità. E anche che non si ha la capacità di dialogare, di andare incontro alle loro richieste, visto che molti sono stati “bannati” su Instagram (unico social in cui i commenti sono aperti) per aver espresso critiche senza alcun tipo di maleducazione. E pensare che basterebbe essere più trasparenti, ammettere i propri errori, fare opera di umiltà. Nessuno vuole la Serie A e poi la Champions, ecc… Mentre qui siamo in presenza di cose che ricordano l’inquisizione, o qualcosa del genere… La parola umiltà non è mai stata molto gradita dall’attuale proprietà del Cosenza Calcio.
PERCORSO DI CRESCITA DEL COSENZA DI GUARASCIO, INVESTIMENTI, SETTORE GIOVANILE E COINVOLGIMENTO DELLA CITTÀ: QUANTO BEN DI DIO….
Terza frase del Cosenza Calcio: “Il percorso di crescita e di rinnovamento avviato dal Cosenza Calcio è testimoniato da investimenti, iniziative per il settore giovanile e per il coinvolgimento della città, oltre che dalla costante volontà di dialogare con tutte le componenti del mondo sportivo e sociale. Respingiamo dunque con fermezza – conclude il Cosenza Calcio – ogni accusa di opacità gestionale”.
Si parla di investimenti, di iniziative per il settore giovanile e per il coinvolgimento della città e poi si respingono le accuse di opacità gestionale. Sugli investimenti siamo tentati di… Ma sì, vai: ok gli investimenti (ma sarebbe utile farli conoscere all’esterno, visto che si percepisce molto poco), ma la domanda nasce spontanea: che dire delle numerose ingiunzioni di pagamento e dei vari pignoramenti che sono stati (sperando che non lo siano ancora) una caratteristica costante della società per tutta la scorsa stagione (e non solo, se si guarda agli anni precedenti)? Come si può parlare di percorso di crescita con queste prerogative?
Settore giovanile: la nascita della Scuola Calcio in collaborazione con il Marca FC è senz’altra un’iniziativa, una bella iniziativa. CI si chiede solo come sarà portata avanti, fino a che punto sarà portata avanti. Il settore giovanile costruito dal Cosenza negli ultimi anni grazie ad un professionista validissimo, ora messo ai margini, come Sergio Mezzina, fa pensare che se pure le iniziative ci sono, poi servono forza e sostanza per portarle avanti. Il settore giovanile del Cosenza Calcio è stato distrutto negli ultimi mesi. Con molti ragazzi della Primavera, o ex Primavera, che non riescono a capire bene cosa ne sarà del loro futuro. Ed è un futuro sul quale questi ragazzi, e i loro genitori, hanno anche investito tempo e denaro. Tanto denaro…
Per il “coinvolgimento della città” aspettiamo qualche iniziativa. Come ad esempio la presentazione della squadra, la presentazione delle nuove maglie, qualche operazione simpatia che coinvolga i calciatori e la consacrazione del connubio tra questi e la città stessa. Invece l’anno scorso si è riusciti solo a vietare ai calciatori di andare ad acquistare in alcuni negozi e di frequentare alcune attività, creando non pochi momenti di tensione… Tutto questo rende opaco tutto il mondo intorno al Cosenza Calcio inteso come gestione…
LA RICHIESTA DI UN’INFORMAZIONE CORRETTA, MA LA PRIMA INFORMAZIONE CORRETTA E RISPETTOSA DOVREBBE PARTIRE DAL COSENZA CALCIO
Quarta frase del Cosenza Calcio: “Siamo certi che un’informazione corretta e bilanciata possa contribuire a rinsaldare il rapporto tra club, tifoseria e città, nell’interesse di tutti gli appassionati di sport”.
La società, infine, chiede un’informazione corretta e bilanciata allo scopo di “rinsaldare il rapporto tra club, tifoseria e città”. C’è da desumere che finora, dunque, l’informazione intorno al Cosenza Calcio e alle sue gesta non sia stata corretta e bilanciata. Vabbè, innanzitutto ci sarebbe da chiedersi se si è fatto di tutto per evitare quegli equivoci che, qualche volta, possono avere generato un’informazione scorretta e sbilanciata. Il senso di quello che si comunica dipende sempre da come si trasmettono le informazioni: se le informazioni NON si trasmettono, o si trasmettono in parte, o edulcorate, è chiaro che si può essere sbilanciati, ma la lettura è unilaterale, è quella che il Cosenza Calcio evidentemente percepisce. All’esterno, invece, in assenza di altri punti di riferimento o di chiarezza assoluta, appare bilanciata e anche molto corretta. Anche se critica.
Infine, rinsaldare il “rapporto tra club, tifoseria e città” non può essere un compito riversato esclusivamente sulla testa di chi fa informazione. Se il Cosenza Calcio si aprisse maggiormente e si dotasse anche di un modo di comunicare professionale, magari anche meno (o per nulla) controllato da qualcuno nelle stanze di via Conforti (e lo diciamo a tutela di chi si rapporta con gli organi di informazione), sarebbe già un ottimo punto di partenza.
Nessuno vuole la guerra, è chiaro, ma qui a fronte di un diritto di cronaca offeso perché tendente a raccontare la verità, si risponde con quelle che appaiono vere e proprie “arrampicate sugli specchi”, concetti da rifilare ad un’opinione pubblica lontana e ignara delle questioni bruzie. Una sorta di “isola che non c’è” che sogna di diventare continente… L’opinione pubblica cosentina, invece, l’idea se l’è fatta da tempo.
Il Quotidiano del Sud.
Quando il Cosenza di Guarascio si racconta, diventa un’isola che non c’è