Quando Marcello Mastroianni anticipò di almeno 40 anni Harrison Ford: Contro la legge ritrovato e restaurato

  • Postato il 28 giugno 2025
  • Cinema
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Quando Marcello Mastroianni anticipò di almeno quarant’anni Harrison Ford. Contro la legge, film diretto da Flavio Calzavara nel 1950, sembra l’antesignano di Il fuggitivo di Andrew Davis (1993). Ritrovato dalla Cineteca di Milano, restaurato dalla Viggo Distribuzione in 4k, in prima italiana in queste ore al Cinema Ritrovato 2025 di Bologna, Contro la legge ha il sapore di un cinema grintoso, sicuro di sé, tecnicamente audace, che non sfigura affatto di fronte al parente hollywoodiano più ricco produttivamente che pare ricalcarlo nella trama. Infatti c’è un protagonista sospettato di un omicidio; la polizia lo arresta ma lui fugge; il commissario ne comprende l’innocenza mentre parallelamente, involontariamente e rocambolescamente insieme incastreranno il vero assassino.

Le vie del cinema sono infinite. I fili che si intrecciano pure. Forzature di un parallelismo suggestivo a parte, Contro la legge è il tipico esempio produttivo di quando il cinema italiano viveva di luce propria: sbarazzino, intrigante, aperto alla sperimentazione di genere (Riso amaro, per dirne uno, è poco prima di questo), mai scevro di incisivo realismo. Agli atti sia messo che Calzavara, repubblichino e invischiato culturalmente con il regime non tanto di più di un qualsiasi Blasetti o Antonioni, non era della partita politica giusta che emerse poi nell’industria cinematografica di quegli anni, così di questo gioiellino se ne persero abbastanza velocemente le tracce. Poliziesco brillante e verosimile (un consulente allo script fu il capo della Squadra Mobile di allora a Roma), dai robusti picchi di azione e di thriller, senza dimenticare italianissime tinte melò e una sottotrama gustosamente comica nello sgomitare tra poliziotti, il film di Calzavara fu prodotto dalla classica cooperativa di artisti, come andava in quegli anni. Qui la S.Ca.La (Società Capitale Lavoro) di cui facevano parte Mastroianni, Tino Buazzelli e Paolo Panelli.

Per il Marcello nazionale, giovanissimo e implume, si tratta del primo film da assoluto protagonista, dove recita con la sua voce. Anche se nella foga del fuggitivo, sempre esuberante, istericamente calcata e disperante, non è il seppur bravo Mastroianni il vero re della partita. Buazzelli, l’Orson Welles italiano, mostro performativo di inarrivabile talento, qui diventa una sorta di Maigret ante litteram, che coordina con sagacia un team di sbirri efficienti e caratteristici. Tra questi emerge Panelli, anch’esso giovanissimo, poliziottino tanto iperattivo ed intuitivo, quanto buffo e vagamente slapstick. Ma sta qui la maturità di Calzavara e degli sceneggiatori Giuseppe Mangione e Guglielmo Santangelo: mai creare una comfort zone tra melò (il rapporto tra il protagonista e la sua giovane fidanzata) e comico; immettere invece sempre nuovi elementi di detection e gradualmente di suspense. Quando si viene a capo dell’intrigo la sparatoria finale, piuttosto articolata narrativamente e scenograficamente, si chiude in mezzo a segatura e trucioli, dopo che Mastroianni è saltato addosso senza controfigura da un tetto di oltre un paio di metri addosso al cattivo che porta con sé nientemeno che una mitraglietta. Girato in una Roma neorealista e in certi momenti d’interni vagamente espressionista, Contro la legge ebbe comunque un buon successo in sala nel settembre 1950 e nelle prossime settimane sarà disponibile in dvd nella versione restaurata.

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Il Fatto Quotidiano

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