“Quando mio padre ammazzò mia madre, ho preso i resti del suo cervello, li ho messi in un vaso e li ho portati ai Carabinieri”. Il racconto choc di Andrea Carnevale a Verissimo

  • Postato il 12 ottobre 2025
  • Trending News
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni

“Quando mio padre ammazzò mia madre, ho preso i resti del cervello di mia madre, li ho messi in un vaso e li ho portati in caserma dai Carabinieri”. È una confessione choc quella fatta dall’ex calciatore del Napoli Andrea Carnevale ieri nel salotto di Verissimo, durante un’intensa intervista concessa a Silvia Toffanin, con la quale ha ripercorso la sua drammatica storia. A segnare per sempre la sua vita è stata la tragica uccisione della mamma Filomena: quando Andrea aveva appena 14 anni, la donna venne uccisa per mano del marito, Gaetano Carnevale, un uomo affetto da schizofrenia e convinto che la moglie lo tradisse.

ANDREA CARNEVALE RACCONTA LA TRAGICA MORTE DELLA MADRE

Andrea Carnevale oggi ha 64 anni, fa il responsabile scouting dell’Udinese Calcio ma a distanza di cinquant’anni la morte drammatica di sua mamma ha lasciato un graffio indelebile nel suo cuore. E non fa sconti al padre, che definisce senza mezzi termini “un uomo vile, cattivo e brutale, che mi ha portato via mia mamma”. Ma che cosa accadde e perché uccise la donna? “Papà era malato di schizofrenia, geloso di mia madre, ossessionato dal fatto che lo tradisse. Le serate a casa Carnevale erano a dir poco drammatiche, volavano schiaffi, pentole”, ricorda. Così, Andrea Carnevale è cresciuto in un clima di terrore e di violenza continua: “Non lo auguro a nessuno. Non sono fiero di essere figlio di Gaetano Carnevale”. Poi il dramma totale, quando lui aveva appena 14 anni: “Mio padre ha ammazzato mia madre nel fiume con un’accetta, mentre stava lavando i panni. Quel giorno non ho perso solo mia madre, ma anche mio padre”.

LE DENUNCE INASCOLTATE E IL GESTO SHOCK

Prima di arrivare al tragico omicidio, nonostante la giovanissima età Andrea Carnevale, che è stato sposato con la conduttrice Paola Perego, aveva provato a denunciare le violenze domestiche ai carabinieri: “Eravamo traumatizzati dalle continue violenze, così io e mio fratello andammo dai Carabinieri, ma il Maresciallo di allora ci disse: ‘Fino a quando non vediamo il sangue non possiamo fare nulla‘”. Quella frase Andrea Carnevale confessa di non averla mai dimenticata. Così, dopo il brutale assassino a colpi d’accetta, il ragazzo decise di compiere un gesto choc: “Ho preso i resti del cervello di mia madre, li ho messi in un vaso e li ho portati in caserma. Ho detto al Maresciallo: ‘Voleva il sangue, eccolo qua’. Le istituzioni potevano fare qualcosa per mia madre, ma non l’hanno fatto”.

LE ENNESIME VIOLENZE E IL SUICIDIO DEL PADRE

Subito dopo aver commesso l’omicidio, Gaetano Carnevale venne internato in quello che allora si chiama manicomio criminale ma dopo sei anni venne liberato e tornò a casa. Lì ci furono altri episodi di violenza, uno dei quali proprio nei confronti dell’ex marito di Paola Perego: “Intervenne mio fratello, poi papà salì al secondo piano della nostra casa e si buttò davanti a noi. Morì dopo due giorni. Ero quasi contento perché voleva dire la morte di un uomo malato, che avrebbe potuto ripetere una tragedia simile. Ci eravamo liberati di un uomo violento”.

L'articolo “Quando mio padre ammazzò mia madre, ho preso i resti del suo cervello, li ho messi in un vaso e li ho portati ai Carabinieri”. Il racconto choc di Andrea Carnevale a Verissimo proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti