“Quando si parla di ragazzi rom scatta sempre la rassegnazione, ma ce ne sono centinaia che vanno a scuola”
- Postato il 19 agosto 2025
- Diritti
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
“A Milano non ci sono solo i quattro bambini rom che hanno ucciso Cecilia De Astis con un’auto rubata, ma centinaia di ragazzini che frequentano le scuole. Negli ultimi dieci anni l’evasione dalle aule e la precarietà abitativa sono diminuite grazie al lavoro del Terzo Settore e del Comune”.
A parlare dopo il clamore suscitato dalla tragedia di via Saponaro, è la comunità di Sant’Egidio che insieme a tante altre realtà segue da oltre quindici anni famiglie di rom e sinti arrivati a Milano in campi o in aree non “ufficiali”. Stefano Pasta è uno dei responsabili del servizio rom della comunità. Va fiero di quanto è stato fatto senza scordare cos’ è accaduto in questi giorni: “Negli ultimi vent’anni abbiamo seguito ottocento minori che non andavano a scuola. Li abbiamo intercettati e iscritti alla primaria, poi alla secondaria. Otto ragazzi oggi fanno l’università. Una generazione che grazie all’istruzione ha riconquistato il futuro. Di fronte alla cronaca di queste ore dobbiamo, tuttavia, interrogarci sul fatto che a Milano ci sono ancora minori che non frequentano un’aula. Quando si parla di rom scatta sempre una sorta di rassegnazione sociale che fa male e non serve”.
Pasta conosce bene via Selvanesco e quella zona. Innanzitutto ci invita a non parlare di “campi” perché quell’area è una zona agricola dove nel corso del tempo sono passate diverse famiglie. E proprio qui sta il problema che la metropoli dovrà affrontare: nel capoluogo milanese – secondo quanto racconta Pasta – sono diminuiti i grossi agglomerati di persone rom a favore di una reale integrazione nelle case, ma ci sono molte più realtà frammentate, in territori differenti, difficili da intercettare.
La comunità di Sant’Egidio tra il 2008 e il 2017 ha lavorato proprio lì: “In via dell’Arcadia (vicina a via Selvanesco ndr) c’è una scuola che storicamente si è contraddistinta per il suo lavoro con i bambini rom”.
Una testimonianza che vale per tante: Daniel è uno dei bambini di via Selvanesco che Sant’Egidio ha aiutato. E’ stato sgomberato, è andato in altre scuole, ha ottenuto la residenza. La madre è stata aiutata a trovare lavoro, hanno avuto una casa popolare. Terminate le superiori, Daniel, è riuscito a conquistare un contratto a tempo indeterminato a seguito di un tirocinio. Quando tre anni fa è nata sua figlia nessuno dei volontari della Sant’Egidio è intervenuto perché lo stesso padre ha voluto iscriverla alla scuola dell’infanzia”.
I responsabili del progetto sanno che i problemi esistono, ma non si rassegnano. Oggi tra i giovani che vanno nelle case degli anziani, a Corvetto, per aiutarli a combattere la solitudine ci sono quindici ragazzi rom. È l’altra faccia della medaglia, quella poco narrata in queste ore in cui l’attenzione è stata rivolta solo ai quattro bambini bosniaci.
Lo sa bene Dijana Pavlović, attrice nata da una famiglia di etnia rom. Da ormai diversi anni, promuove la cultura, la letteratura e i diritti del suo popolo svolgendo anche il ruolo di mediatrice culturale nelle scuole: “Sono pochi i bambini rom che non frequentano le aule nonostante i tanti problemi che devono affrontare a partire dagli scuolabus che non passano a prenderli. A Gratosoglio e Chiesa Rossa c’è un ottimo rapporto tra la scuola e i bambini rom che abitano qui. Il problema è un altro: quando subisci dieci sgomberi, quando ti massacrano la vita già da bambino, quando vai a scuola e ti senti trattato male allora perdi il senso dell’importanza di istruirti”. Pavlović – autrice di “Irriducibili. Alterità dell’anima zingara” – ci ricorda che il popolo rom è la più numerosa minoranza in Italia, ma con nessun diritto riconosciuto dallo Stato italiano. “I politici che fanno certe dichiarazioni – sottolinea l’attivista – che parlano di ruspe si assumano fino in fondo la responsabilità di quel che dicono senza approfittare dei casi di cronaca per farsi propaganda. Il clima che si è creato in questi giorni attorno a noi rom è pesante: proprie ieri due donne hanno sputato addosso ad altre due rom che andavano a fare la spesa qui a Gratosoglio. Abbiamo paura”.
L'articolo “Quando si parla di ragazzi rom scatta sempre la rassegnazione, ma ce ne sono centinaia che vanno a scuola” proviene da Il Fatto Quotidiano.