La storia degli incendi è antica e s'intreccia con la storia dell'umanità. Gli abitanti dei primi villaggi e delle prime città dovettero confrontarsi presto con devastanti incendi provocati dalla presenza del fuoco in case e botteghe nelle quali il legno (in alcuni Paesi, come il Giappone, fino a tempi recenti) era il materiale da costruzione e d'arredo preferito.
Roma, a parte l'incendio "di Nerone" del 64 d.C. (che non fu appiccato dai cristiani, ma neppure dall'imperatore), bruciò diverse altre volte. E negli stessi anni (65 d.C.) il fuoco distrusse Lione. Successivamente alcuni degli incendi più distruttivi colpirono: Londra (798 e 982), York (1137) e ancora Londra con il great fire del 1666. Nel 1812 Mosca fu data alle fiamme dai russi per fermare Napoleone. Tra i più recenti l'incendio seguito al terremoto del 1923 che distrusse Tokyo e Yokohama.. Controllo capillare. Fu Augusto (imperatore dal 27 a.C. al 14 d.C.), nel 22 a.C., a creare il primo contingente pubblico di vigili del fuoco, dotato di secchi, pompe, asce, picconi, spatole e stuoie intrise d'aceto. Inizialmente erano 500, ma già nell'anno 6 d.C. erano oltre 3mila vigiles, comandati da un praefectus vigilum: 7 coorti divise in 7 centurie sorvegliavano le 14 regiones in cui era divisa l'Urbe. Ogni coorte, comandata da un tribunus, controllava due regioni: in una c'era la caserma (statio), nell'altra un distaccamento (excubitorium).. Pompieri per interesse. Prima di allora, questo compito era svolto da gruppi privati spinti da ragioni non propriamente filantropiche. Fu infatti per frenare l'ascesa politica di Egnazio Rufo, che aveva messo insieme una squadra di pompieri per guadagnare popolarità, che Augusto prese la sua iniziativa. E prima di Rufo ci fu il ricco Crasso, che possedeva una squadra di 500 schiavi addetti allo spegnimento degli incendi. I suoi uomini però potevano intervenire solo dopo che il proprietario della casa in fiamme gliene avevano venduto, a poco, la proprietà.. Modello italiano. Nel Medioevo l'esistenza di guardie del fuoco è testimoniata da un decreto di Clotario II, re dei Franchi dal 584 al 629, ma verso la fine dell'VIII secolo si verificò il rapido declino anche di questa e di altre istituzioni. Si formarono allora associazioni private, le gilde, che annoveravano tra i loro scopi sociali il reciproco aiuto in caso di incendi. Ebbero tuttavia esistenza breve e tormentata.
In Italia, in quel periodo, si andava organizzando una struttura rimasta poi celebre nel mondo e presa a modello in tutta Europa per circa due secoli ancora: il Corpo della Guardia del Fuoco di Firenze, forse i primi "pompieri" nel senso moderno del termine.. Un aiuto dalla tecnologia. Una svolta dei servizi antincendio si ebbe nel Rinascimento con l'invenzione di pompe ad acqua adatte allo spegnimento come quella, montata su un carro, progettata nella seconda metà del '500 dal francese Jacques Besson. Negli anni successivi alla Rivoluzione francese del 1789, e poi sotto l'impulso delle iniziative di Napoleone, corpi di vigili del fuoco furono organizzati secondo criteri moderni non soltanto in Francia ma pure in Italia e nel resto dell'Europa..