Da dove proveniva la ricchezza di uno Stato nell'antichità? Anzitutto dalla terra e dalle sue risorse agricole, le cui eccedenze venivano rivendute; dai tributi, riscossi in Grecia dagli alleati-sudditi e a Roma dalle province conquistate; dallo sfruttamento delle miniere e dalla circolazione della moneta. Ma il motore dell'economia antica fu a lungo un altro: la guerra. Il mestiere delle armi era la strada più rapida e aperta a tutti verso prestigio e ricchezza. Vediamo quanto guadagnavano nell'antichità i militari greci e romani.
. Tra filosofia e dracme. Nell'antica Grecia, lo stipendio mensile di un oplita era di 10 dracme, che nei periodi di crisi militari poteva triplicare. La paga di un cavaliere greco in epoca classica (V secolo a.C.), invece, era di 30 dracme. Ma quanto valeva una dracma? La principale moneta greca era l'equivalente di 4,36 grammi di argento. Unità di conto erano invece la mina (100 dracme) e il talento (6.000 dracme).. Il prezzo della guerra. La paga mensile dei legionari romani era di 80 sesterzi (pari a circa 5.760 euro annui) nel I secolo a.C., dopo che Cesare la raddoppiò. La paga mensile degli alti ufficiali romani era di 625 sesterzi (corrispondenti a circa 45.000 euro all'anno). A questa cifra andavano aggiunte la distribuzione di parte del bottino, l'assegnazione di un appezzamento di terra e di un "bonus" pari alla paga di un anno a fine servizio.. Quanto costava un uomo? Un altro mestiere basato sul combattimento era quello del gladiatore professionista. Sul finire del II secolo l'ingaggio di un gladiatore alle prime armi costava circa mille sesterzi, ma se si voleva un nome che attirasse le folle bisognava essere pronti a sborsarne fino a 15 mila per ogni esibizione, che si stimano equivalenti a quasi 24.000 euro). L'eventuale morte del gladiatore, incideva sul costo dei giochi: in quel caso l'organizzatore doveva infatti versare al lanista (il proprietario del gladiatore) il valore intero del combattente, non solo l'ingaggio.. Il valore dei sesterzi. La monete corrente nell'Urbe era il sesterzio (1/4 di denario). Per far parte del Senato bisognava avere un patrimonio di circa un milione di sesterzi (circa 6 milioni di euro). A partire dal I secolo a.C. cominciò a circolare l'aureo (100 sesterzi=25 denari). Sia il denario sia l'aureo diminuirono progressivamente la loro quantità d'argento o d'oro, fino a dimezzarla (l'aureo dagli iniziali 8,17 grammi circa passò nel IV secolo d.C. a 4,55 grammi circa)..