Quel pericoloso fenomeno delle ricette mediche fake
- Postato il 14 giugno 2025
- Di Panorama
- 2 Visualizzazioni


«Si informa che presso le nostre strutture è pervenuta una segnalazione riguardante una prescrizione medica contraffatta di Durogesic». Parliamo di un farmaco contenente fentanyl, un analgesico che negli Stati Uniti è una vera e propria emergenza. La nota, inviata a tutte le Asl il 29 maggio, continua: «Presso la Farmacia Comunale n.1 di Pistoia sono state presentate dal Sig. S.S. n. 2 ricette apocrife delle quali la prima datata 15/5/2025 e l’altra 25/5/2025, entrambe intestate al Dott. Gatti Ruggero, medico psichiatra. Il medico, contattato dalla farmacia, ha confermato la non autenticità delle prescrizioni».
Potrebbe sembrare un caso isolato, ma è (quasi) la norma. Solo il giorno prima arrivava un’altra comunicazione (l’allarme nasce dal farmacista che riscontra difformità nelle ricette ed è tenuto a segnalarlo alle forze dell’ordine), e anche questa era relativa alla «contraffazione di ricette segnalate da farmacie di Pavia» e riguardante «la prescrizione del farmaco Depalgos». In pratica, ossicodone. Un’altra sostanza medica utilizzata in maniera allarmante al posto di stupefacenti. Pochi giorni prima, ancora, altro caso segnalato dalle Asl: «Si informa che abbiamo ricevuto una segnalazione relativa a tre ricette mediche falsificate di cui due ricette relative alla prescrizione della specialità medicinale “Rivotril” e una ricetta della specialità medicinale “Xanax”». E ancora: «Si informa che presso le nostre strutture è pervenuta una segnalazione riguardante una prescrizione medica contraffatta di Xanax». In particolare, continuava questa nota, «presso una farmacia centrale di Firenze è stata presentata una ricetta falsa intestata al Dr. Ferdinando Artese, il quale aveva denunciato, nel settembre 2023, il furto di un ricettario e di due timbri».
Già, perché il meccanismo è esattamente questo: sempre più frequentemente si registrano furti di ricettari e timbri medici, utilizzati poi per la prescrizione di farmaci in modo del tutto illegittimo. Specialmente psicofarmaci utilizzati come «nuova droga», soprattutto alla luce dei costi più accessibili rispetto alle sostanze stupefacenti «classiche» e alla certezza del tipo di effetto.
Ormai le segnalazioni di «furto» o «smarrimento» sono praticamente quotidiane, come conferma Andrea Mandelli, presidente della Fofi (Federazione Ordini farmacisti italiani): «Purtroppo, a causa di una serie di situazioni legate alla criminalità organizzata, al traffico illecito e allo spaccio, stiamo ricevendo sempre più segnalazioni riguardanti ricette mediche falsificate. Parliamo di un fenomeno che merita la nostra massima attenzione. I furti sono in aumento e sono sintomatici di una situazione preoccupante sul territorio: c’è una crescente domanda di determinati farmaci che alimenta questo mercato illecito, che trova una sua dimensione anche online».
I farmaci più ricercati sono il Rivotril – un antiepilettico della classe delle nitrobenzodiazepine – e il Lyrica, un altro antiepilettico spesso consumato per il trattamento del dolore, che negli ultimi anni ha rappresentato una criticità anche per la sua crescente diffusione nelle carceri, in particolare tra i giovani adulti e i minori stranieri.
Tra gli oppioidi legali preoccupa l’Oxycontin, l’ossicodone, in grado di produrre reazioni simili all’eroina. L’utilizzo di questo farmaco è stato intercettato anche nei «boschi della droga» che raccolgono il disagio più profondo. A spiegarci quale sia il vulnus è il medico senese Luigi Bellagamba, che più volte è stato vittima di furti di ricettari e timbro medico: «Tutto ruota attorno all’utilizzo della ricetta bianca per la prescrizione delle benzodiazepine». Parliamo della prescrizione medica cartacea, non a carico del Servizio sanitario nazionale (Ssn), utilizzata per farmaci di fascia C, non rimborsabili. È compilata dal medico sul proprio ricettario personale e permette al paziente di acquistare il medicinale in farmacia, pagandolo a proprio carico. A tutti è capitato di avere tra le mani questo tipo di ricetta: un normale foglio di carta, scritto a penna, con timbro e firma del medico.
Ed ecco perché si è creato un vero e proprio racket di furti di timbri e ricettari: una volta in possesso di questi due oggetti, prescriversi qualsiasi tipo di farmaco è un gioco da ragazzi. Anche perché nel frattempo il mercato evolve: accanto alla prescrizione «fai da te» dopo aver rubato l’occorrente, c’è anche chi preferisce affidarsi al computer con software di ritocco grafico fino a far apparire le ricette indistinguibili da quelle reali.
Ma è davvero così facile? Per verificarlo abbiamo provato in prima persona, creando in modo domestico una ricetta con cui procurarci i gettonatissimi psicofarmaci. Abbiamo preso una ricetta bianca di un altro farmaco che ci era stato prescritto, l’abbiamo fotocopiata coprendo la trascrizione centrale, poi abbiamo artefatto la prescrizione mantenendo solo timbro e firma dell’originale. Armati di penna, ci siamo prescritti una scatola di Rivotril (costo: poco più di 2 euro), e ci siamo rivolti a varie farmacie. Di Firenze, Napoli e Roma. Nessuno si è accorto di nulla. Tutti ci avrebbero ceduto tranquillamente il farmaco se noi poi, con una scusa, non fossimo andati via rinunciando all’acquisto illegale. D’altronde l’unico modo che ha il farmacista per accorgersi della contraffazione sarebbe stato riconoscere che la firma non era originale ma fotocopiata. Un po’ complicato, dal momento che gli esercizi sono spesso gremiti di clienti da non far attendere.
La domanda allora sorge spontanea: come frenare un fenomeno che appare dilagante e soprattutto incontrollabile? La soluzione, in realtà, c’è. Il punto è che non viene attuata da tutti. Bisognerebbe fare in modo che farmaci così delicati come le benzodiazepine siano prescritti solo con ricette elettroniche che, come spiega ancora Mandelli, «offrono un livello di sicurezza maggiore, essendo più difficilmente falsificabili».
«La soluzione» sottolinea anche Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei Medici «risiede nell’implementazione di un sistema di prescrizione completamente informatizzato, che garantisca l’identificabilità e la tracciabilità del medico prescrittore. Solo attraverso un’informatizzazione completa e sicura possiamo rafforzare le difese contro le frodi e proteggere la salute pubblica». Una pratica, però, oggi non diffusa in tutte le Asl. Nonostante le prescrizioni per legge. Un vero e proprio vulnus che alimenta il mercato illegale di farmaci utilizzati come stupefacenti.