“Quella volta sul set con Michael Madsen”: l’art director savonese Anna Giudice ricorda l’attore recentemente scomparso

  • Postato il 27 luglio 2025
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  • Di Il Vostro Giornale
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michael madsen e anna giudice

Los Angeles. “Lo conobbi nel dicembre del 2023”. Inizia il suo racconto così, Anna Giudice. Lei che ha lasciato Savona e oggi vive in California, con il marito varazzino Fabio Del Percio, scenografo, a Los Angeles. Un ricordo personale di Michael Madsen, l’attore statunitense scomparso a inizio luglio. Celebre anche per aver lavorato con il regista Quentin Tarantino in film come Le iene, Kill Bill, The Hateful Eight e C’era una volta a… Hollywood, per citarne alcuni. “Nel 2024 abbiamo lavorato insieme a due film indipendenti, insieme a mio marito, Fabio Del Percio production designer, e abbiamo vissuto con lui momenti intensi sul set, sia sul piano professionale, sia umano, che oggi assumono un valore ancora più profondo”.

Era il dicembre del 2023. Los Angeles. “Ci siamo conosciuti in quell’occasione. Le riprese di Monster Mash, una produzione dell’Asylum, casa specializzata in reinterpretazioni low-budget di classici cinematografici. Il film appartiene al genere monster movie e mette in scena figure iconiche come Dracula, la Mummia e il Lupo Mannaro. Madsen interpretava il Dottor Frankenstein, figura centrale di questo universo grottesco e volutamente kitsch. In quel progetto ho lavorato come direttore artistico – spiega l’art director e docente universitaria di Cinema e Design a IVG – occupandomi della progettazione scenografica e della progettazione degli oggetti di scena, mentre mio marito, Fabio, production designer, ha curato l’intera costruzione dell’universo visivo”.

La coppia savonese conserva un bellissimo ricordo di Madsen. “Qualche mese dopo, io e Fabio abbiamo lavorato nuovamente con Madsen in Mr. Wonderful, film indipendente diretto da Marc David. A differenza del progetto precedente, Mr. Wonderful è una narrazione più intima e drammatica: racconta il declino di un uomo (interpretato da Madsen) che cerca di dare senso alla propria esistenza e di ricostruire i rapporti con il padre e il figlio. Anche in questo caso ho firmato la direzione artistica, Fabio era invece il capo dipartimento artistico e scenografo, e ho partecipato anche come produttore associato”.

Ed è stato proprio in questa occasione che la conoscenza con il celebre attore è diventata più profonda, come ci spiega Anna Giudice: “La natura più contenuta del set ci ha permesso di avere uno scambio umano e creativo più diretto con Madsen. Durante le pause pranzo, spesso mi sono ritrovata nel suo camerino a parlare. È lì che ho scoperto un lato molto personale e vulnerabile di lui. Uno degli aspetti che mi ha colpito di più era il suo desiderio, dichiarato e profondo, di essere un buon padre. Solo un paio di anni prima aveva perso un figlio. Un giorno mi prese da parte e cominciò a raccontarmi di quel lutto, del dolore ancora vivo, dell’impossibilità di elaborare pienamente quella perdita. Fu un momento profondamente umano”.

Anna Giudice, insieme al marito Fabio, che ha seguito Madsen da vicino, racconta ancora. “Ricordo un altro episodio, durante la sessione di trucco. Madsen era in poltrona e un artista degli effetti visivi gli chiese quale fosse stato il film che aveva amato di più interpretare. Lui, senza esitazione, rispose Free Willy: ‘perché lì interpretavo un buon padre’, aggiunse. Una risposta che diceva molto più di quanto sembrasse. Michael appariva spesso come un uomo attraversato da qualcosa di più grande, una sorta di dolore silenzioso, ma aveva anche un’ironia malinconica che lo salvava”.

E i suoi film con Tarantino? “Non ne abbiamo mai parlato – continua Anna – Era come se custodisse quei ricordi con pudore. Non ho mai osato chiedere”.

Poi un altro episodio. “Per una scena di una cena ambientata a bordo piscina, sempre durante le riprese di Mr. Wonderful, noi del reparto artistico avevamo preparato alcuni piatti di ravioli in salsa alla vodka. Alla fine delle riprese ne erano avanzati due piatti. Madsen si avvicinò e mi chiese se poteva portarli con sé, per mangiarli in albergo. Glieli impacchettai e glieli scaldai al microonde. Il giorno dopo mi ringraziò in modo accorato, dicendomi che non mangiava una cena così buona da molto tempo. Non ho mai avuto il coraggio di dirgli che erano ravioli surgelati” – sorride Anna, poi ancora –

“Un altro momento che ricordo con affetto riguarda una scena ambientata nella cameretta dell’infanzia del protagonista. Avevamo usato, come oggetto scenico, un cavallino a dondolo di peluche anni ’60, appartenente alla nostra collezione personale. Lui, appena lo vide, ne rimase incantato. Chiese al regista di girare la scena non accanto al cavallo, come previsto, ma seduto sopra di esso, come un bambino. Alla fine delle riprese, venne da noi e ci chiese se poteva avere il cavallino a dondolo. Aveva promesso a suo figlio un cavallo vero per il diploma, e voleva regalargli prima questo cavallino come scherzo. Era inizio giugno 2024, e la festa di diploma si avvicinava. Accettammo con piacere. Lui tirò fuori dalla tasca una mazzetta di banconote da 100 dollari e ci chiese quanto volessimo in cambio. Gli dicemmo che non volevamo nulla: eravamo felici di partecipare allo scherzo. Rimase colpito. ‘Non mi è mai capitato che qualcuno non cerchi di spillarmi soldi’, disse. Quello fu l’ultimo giorno sul set e l’ultima volta che lo vidi. L’ultima immagine che ho di lui è quella in cui sistemava il cavallino sul sedile posteriore della sua auto sportiva d’epoca. Alcuni giorni dopo mi scrisse su Instagram: ‘missione compiuta’. Il figlio aveva ricevuto il regalo e si era arrabbiato tantissimo, ma il cavallo vero sarebbe arrivato a giorni, durante la festa. Successivamente, Madsen mi promise anche di scrivere una lettera di presentazione per la mia richiesta di green card americana. E lo fece davvero. Era fedele alle sue parole”.

Ma com’era Michael Madsen? “Non era un uomo raffinato. Ma aveva cuore. Un cuore che sembrava lottare, ogni giorno, contro qualcosa che non si lasciava mai addomesticare”.

Autore
Il Vostro Giornale

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