Quo Vadis, Roma? Scriviamo insieme il Futuro Capitale
- Postato il 11 giugno 2025
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Il Quotidiano del Sud
Quo Vadis, Roma? Scriviamo insieme il Futuro Capitale
Nasce «QUO VADIS, ROMA?”, Progetto per un Futuro Capitale, il convegno organizzato da l’Altravoce che si apre oggi, mercoledì 11 giugno, alle 17 al MAXXI in via Guido Reni e che continuerà per tutta la giornata di domani
Aprire un foro di discussione sul futuro di Roma, coinvolgendo urbanisti, architetti, imprenditori, amministratori e uomini di governo, intellettuali e associazioni civiche. Così nasce «QUO VADIS, ROMA?”, Progetto per un Futuro Capitale, il convegno organizzato da l’Altravoce che si apre oggi, mercoledì 11 giugno, alle 17 al MAXXI in via Guido Reni e che continuerà per tutta la giornata di domani. Una due giorni di confronto su tutti i temi che intrecciano lo sviluppo della Città Eterna, dal primo bilancio del Giubileo alla valorizzazione del suo immenso patrimonio d’arte e di cultura, dalla riqualificazione del centro storico al rilancio delle periferie e alla programmazione dell’edilizia pubblica, dai trasporti alle grandi opere, dalla sostenibilità ambientale al governo dell’impatto turistico, fino alla centrale questione dei poteri connessi al rango di città Stato e Capitale di una delle grandi democrazie liberali dell’Occidente.
Siamo convinti che di questi temi a Roma si discuta poco e male. Perché il dibattito sulla Città da decenni è frenato e inquinato da oligopoli e cordate che ne limitano tanto l’agenda, escludendo i temi «sensibili» connessi ai propri interessi, quando l’accesso, riservato a un ristretto cerchio di alleanze. Ciò accade perché gli attori di questi processi sono in grado di condizionare il racconto pubblico, trascinando la stessa politica in un vischioso conflitto di interessi. L’effetto è un discorso che svia ogni possibilità di mettere in discussione questo equilibrio di forze e che vincola i partecipanti a un reciproco riconoscimento di ruoli e signorie.
L’Altravoce è il quotidiano di un editore indipendente, non coltiva collateralismi con chi governa né con chi è all’opposizione, ma si propone unicamente di contribuire alla crescita civile della comunità che rappresenta. E intende offrire alla grande e inevasa domanda di democrazia della Capitale un foro indipendente e libero di dibattito, in cui le migliori energie della città e del Paese si confrontino senza preclusioni ideologiche o sodalizi di interessi.
Qui si parlerà unicamente di Roma, della sua grandezza e dei suoi ritardi, delle contraddizioni che segnano la sua storia recente, delle ambizioni e delle occasioni che fanno il suo domani. Lo si farà a partire da un’inchiesta che due bravissimi giornalisti hanno condotto per tre mesi per l’Altravoce, attraverso un viaggio nel tempo e nello spazio della Capitale, e che ripubblichiamo in questo inserto speciale in omaggio ai lettori.
Claudio Marincola e Giuseppe Pullara, storiche firme del racconto di Roma, tornano in queste pagine nei luoghi simbolo della città, interrogano protagonisti e testimoni della vita amministrativa, economica e civile, svelano gli errori, le miopie che segnano gli ultimi decenni della storia capitolina, descrivono i cambiamenti in atto e ci regalano alcune domande cruciali, che possiamo ridurre a tre sintesi.
La prima riguarda il rapporto tra la città dei turisti, la città dei residenti e la città dei poteri, tra lo scrigno d’arte a cielo aperto che incanta milioni di visitatori e lo slalom tra mille paletti e disservizi a cui sono costretti gli abitanti e i lavoratori del centro cittadino, e ancora le funzioni e le corsie preferenziali che collegano i Palazzi della politica e quelli del Vaticano con le loro ramificate e onnipresenti burocrazie amministrative. Come si conciliano questi tre universi in uno stesso spazio fisico e simbolico? La Roma giunta a noi come un’entità irrisolta risolverà mai questo conflitto? Mentre ce lo chiediamo, qualcosa sta cambiando sotto i nostri occhi.
Lo sviluppo anarcoide dei flussi turistici rischia di espellere da questa lotta la componente meno vitale, cioè quella degli abitanti. Se ne coglie il rischio nell’invasione dei bed&breakfast e nell’esplosione degli affitti brevi nel Palazzi del centro, che suonano come altrettante ordinanze di sfratto per i superstiti abitanti, o nella chiusura di botteghe storiche sostituite da negozi di souvenir. Dobbiamo rassegnarci a questa selezione naturale che trasforma il cuore di Roma in una città senza cittadini?
La seconda domanda proietta questo dibattito, relativizzandolo, in un’area metropolitana molto più vasta, che supera gli stessi confini del territorio municipale, e in cui vivono e lottano circa 4 milioni di persone. Tra case senza servizi, servizi senza strade, strade senza trasporti. Chi vive in questi luoghi – ha scritto Claudio Marincola nell’ultima delle sue inchieste – ha maturato un credito esistenziale che rischia di diventare inesigibile. In che modo Roma può rigenerare le sue periferie, facendole diventare, come auspica Renzo Piano, le città del futuro, piuttosto che ridotte di esclusione e conflitto sociale?
La terza domanda riguarda il rapporto tra Roma e l’Italia, la sua funzione Capitale, e i poteri e l’autonomia finanziaria che il Paese è disposto a riconoscerle, in ragione degli oneri di rappresentanza che la Città assolve a beneficio di tutti gli italiani. Da almeno trentacinque anni il dibattito sul disegno istituzionale di Roma interpella e divide politici e giuristi, tra un ginepraio di formule tradotte in progetti legislativi fin qui rimasti a galleggiare in Parlamento essere approvati. Abbiamo convocato a convegno le competenze e le rappresentanze che fin qui si sono impegnate a tradurre quei progetti in realtà.
Rivolgiamo loro un appello a disarmare gli interessi e i preconcetti e a convergere su un testo condiviso, il migliore, secondo scienza e coscienza, che Roma e il Paese attendono e meritano. Buon lavoro a tutti.
Il Quotidiano del Sud.
Quo Vadis, Roma? Scriviamo insieme il Futuro Capitale