Ranieri, no all’Italia. La Figc al buio per il dopo Spalletti
- Postato il 10 giugno 2025
- Di Panorama
- 2 Visualizzazioni


Claudio Ranieri non sarà l’allenatore dell’Italia dopo Luciano Spalletti. Il pressing del presidente della Figc, Gabriele Gravina, non ha prodotto il risultato che i federali si aspettavano. Ranieri, che ha chiuso con la Roma al termine di questa stagione annunciando di non voler più sedersi su una panchina, si è preso due giorni per riflettere e alla fine ha detto “no, grazie“.
Una doccia fredda per la federazione che contava di poter scegliere un commissario tecnico di grande esperienza, carisma, buon senso e che mettesse tutti d’accordo. Una figura apprezzata da tutti, lontana da polemiche e giochi di cortile e che ha sempre dimostrato di essere in grado di aggiustare situazioni complesse dal punto di vista tattico e della motivazione degli spogliatoi allenati.
Le ragioni del no di Ranieri alla nazionale
Ranieri ha detto no. Non c’è stata alcuna opposizione da parte della famiglia Friedkin, che aveva lasciato al tecnico la possibilità di accettare la proposta della Figc e di coronare il sogno di allenare la nazionale: sarebbe rimasto come consulente personale della proprietà della Roma, aggirando così anche la norma che sulla carta impedisce il doppio incarico.
A fare un passo indietro, insomma, è stato proprio Ranieri e non è difficile immaginare che la decisione abbia contribuito in maniera fondamentale la volontà di non scontentare la piazza romana. I tifosi giallorossi, infatti, stavano vivendo male l’idea di dover condividere l’uomo chiamato a rilanciare i destini della Roma con la Federcalcio nella difficile rincorsa alla qualificazione al Mondiale 2026, compromessa con la pesante caduta in Norvegia.
Il rifiuto di Ranieri costringe gravina a ripensare tutta la strategia. Non è un problema di tempi, la prossima partita della nazionale è in calendario a settembre, ma di immagine: dopo l’esonero in differita di Spalletti, ecco il diniego del successore prescelto.