Ranucci, ecco la mozione della destra sul “buon giornalismo”: nessun impegno sulle querele temerarie e obbligo di pubblicare le assoluzioni
- Postato il 11 novembre 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Nessun impegno sulle querele temerarie, né sull’abolizione del carcere per i giornalisti e neppure sul rapporto tra governo e stampa. Una serie di impegni generici sulla tutela dell’informazione con due aggiunte: l’ipotesi di una nuova legge contro quei giornalisti che non rispettano il principio della presunzione di innocenza e l’istituzione di un tavolo interministeriale per “monitorare” le querele temerarie. Insomma, nessuna nuova legge ma solo un tavolo tecnico sulla normativa già esistente. È questo il contenuto della mozione sul “buon giornalismo” (come l’ha chiamata il deputato di Fratelli d’Italia Federico Mollicone) che il centrodestra presenterà e voterà mercoledì in aula alla Camera per rispondere a quella del M5S già discussa lunedì a Montecitorio dopo l’attentato nei confronti del conduttore di Report, Sigfrido Ranucci.
La bozza della mozione, che Il Fatto ha potuto leggere, è stata scritta dal ministero della Giustizia di Carlo Nordio e dagli uffici legislativi di Fratelli d’Italia che hanno chiesto ai colleghi di maggioranza di Lega e Forza Italia di inserire i loro impegni. In tutto saranno 9 e molto generici senza entrare nello specifico del caso di Report e della tutela nei confronti dei giornalisti d’inchiesta come Ranucci (che non viene mai nominato). Il primo impegno ha l’obiettivo di “tutelare il giornalismo e l’informazione reale in tutte le sue forme”, nel rispetto della “dignità umana e del diritto alla riservatezza di ogni cittadino”.
Ma è già nel secondo, voluto da Forza Italia, che la maggioranza dà il proprio indirizzo: il governo si impegna ad approvare nuove norme sul diritto di cronaca “anche impedendo lo scorretto esercizio dello stesso, con particolare riguardo alle presunzioni di innocenza e garantendo una maggiore tutela dei soggetti lesi”. Come? Per esempio “riconoscendo il diritto alla riabilitazione della reputazione” pubblicando l’assoluzione di un imputato o di proscioglimento di un indagato “con le stesse modalità ed evidenza che aveva avuto la notizia” dell’indagine.
Sulle querele temerarie, invece, la maggioranza prende tempo e preferisce evitare di approvare una nuova legge: il centrodestra – si legge all’impegno 3 – chiede di istituire un generico tavolo interministeriale con le associazioni dei giornalisti “ai fini del monitoraggio della normativa sulle liti temerarie”. Nessun impegno concreto invece sull’abolizione del carcere per i giornalisti, ma solo l’idea di “promuovere a livello europeo” iniziative per uniformare “il valore della piena proporzionalità della pena rispetto alla gravità del fatto” e quello di tutelare la protezione delle fonti. La maggioranza si concentra anche sulle condizioni del lavoro giornalistico impegnandosi a migliorare i contratti (impegno 6) e la parità salariale tra uomo e donna (impegno 7).
Un punto specifico, invece, è dedicato alla Rai: la maggioranza vuole potenziare “il funzionamento indipendente del servizio pubblico” assicurando i flussi economici necessari, gli investimenti nelle nuove tecnologie, salvaguardando “la trasparenza e il merito nelle nomine dei vertici delle aziende pubbliche”. Anche sulla televisione pubblica, dunque, nessun impegno concreto su una nuova riforma della Rai come invece imporrebbe l’Unione Europea. Infine, l’ultimo impegno è dedicato all’intelligenza artificiale promuovendo norme per garantire la libertà di stampa, la trasparenza degli algoritmi e la tutela delle fonti.
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