Recuperato lo yacht Bayesian: le prime foto del relitto dopo 10 mesi in mare

  • Postato il 28 giugno 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Il recupero del Bayesian porta a galla le prime immagini della tragedia di Porticello e, dopo 10 mesi in fondo al mare, non resta quasi più traccia del lusso del bellissimo yacht costruito dalla Perini Navi e poi comprato dal magnate inglese Mike Lynch. Sono invece ben visibili i segni di quel che è successo quella notte, tra il 18 e il 19 agosto 2024, quando il Bayesian era ancorato al largo di Porticello, una splendida baia in provincia di Palermo.

Le previsioni meteo davano la possibilità di trombe d’aria e raffiche da uragano ma fino ad un certo orario tutto pareva tranquillo, al punto che quella sera sullo yacht si festeggiava. In un lampo, precisamente 16 minuti, tutto si è però trasformato: la tempesta si è presentata davvero in quella zona e il Bayesian si è inclinato quasi subito, con la prua in alto ha iniziato a imbarcare acqua e in pochi minuti è stato inghiottito dal mare. A bordo c’erano 22 persone: 12 passeggeri e 10 membri d’equipaggio. Sette di loro non ce l’hanno fatta: tra queste il magnate Lynch, sua figlia Hannah, lo chef Recaldo Thomas, Jonathan Bloomer (Morgan Stanley) e la sua consorte Judy, l’avvocato Chris Morvillo e sua moglie Neda. Nove membri dell’equipaggio e sei passeggeri si sono salvati, tra cui la moglie di Lynch, Angela Bacares.

Da quella notte sono scattate due indagini, quella italiana, della procura di Termini Imerese, e quella delle autorità britanniche. In Italia l’inchiesta ipotizza i reati di naufragio colposo e omicidio plurimo: risultano indagati il comandante James Cutfield, l’ingegnere di macchina Tim Parker Eaton e il marinaio Matthew Griffiths. L’indagine italiana sta dunque verificando le responsabilità dell’equipaggio. Accanto agli italiani si muovono anche i britannici: il Maib, un’organizzazione governativa britannica che indaga gli incidenti marittimi, ha diffuso un report il 15 maggio scorso, nel quale ha sottolineato che nel manuale di istruzioni dello yacht non era specificato che nel caso di un evento meteo estremo la chiglia ritratta avrebbe reso l’imbarcazione “vulnerabile”.

Un particolare che quindi potrebbe scagionare l’equipaggio e spostare la responsabilità sulla società italiana – la Perini Navi, poi entrata in The Italian Sea Group – che ha realizzato lo yacht. L’indagine britannica però non è conclusa, anche perché si era finora basata su elementi esterni e indagabili senza il relitto. Gli inglesi hanno infatti chiesto alla procura siciliana di potere accedere a quel che resta dello yacht ed è stato loro concesso. La procura di Termini Imerese, invece, dopo che sarà ripulito dal fango accumulatosi nei mesi, procederà agli accertamenti irripetibili con i consulenti delle parti. Entrambe le indagini dovranno rispondere al grande quesito: errore umano, problema strutturale o evento imprevedibile? In ballo, oltre le possibili responsabilità penali, ci sono i risarcimenti delle compagnie assicurative per un’imbarcazione il cui valore stimato è di 40 milioni di dollari.

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Il Fatto Quotidiano

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