Referendum 8-9 giugno, Meloni: “Vado a votare ma non ritiro la scheda”. Conte: “Indigna ma non stupisce”. Magi: “Invita ad astenersi”

  • Postato il 2 giugno 2025
  • Politica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, arrivando in via dei Fori Imperiali per le celebrazioni della Festa della Repubblica, ha ufficializzato cosa farà in occasione dei referendum dell’8 e 9 giugno. “Vado a votare ma non ritiro la scheda, è una delle opzioni”, ha detto rispondendo ai giornalisti. Il leader M5s Giuseppe Conte ha commentato sui social: “Indigna ma non stupisce. È vergognoso che questo messaggio di astensione rispetto a una scelta importante arrivi da un Presidente del Consiglio il 2 giugno, giorno simbolo di un Paese che sceglie la Repubblica, della prima volta per le donne ammesse a un voto nazionale”. Dal canto suo il segretario di Più Europa Riccardo Magi, presidente del comitato promotore del referendum sulla cittadinanza, definisce la dichiarazione della premier “furba ma falsa perché non si può andare a votare non ritirando le schede di alcun referendum. Un invito di fatto all’astensione quindi”.

Cosa prevede la normativa – Il rifiuto delle schede da parte dell’elettore non è disciplinato da una norma, ma è consentito. Ministero dell’Interno prevede che in questo caso “il Presidente del seggio – al fine di non rallentare il regolare svolgimento delle operazioni – possa prendere a verbale l’eventuale protesta dell’elettore ed il suo rifiuto di ricevere la scheda o le schede, purché la verbalizzazione sia fatta in maniera sintetica e veloce, con l’annotazione nel verbale stesso delle generalità dell’elettore, del motivo del reclamo o della protesta, allegando contestualmente anche gli eventuali scritti che l’elettore medesimo ritenesse di voler consegnare al seggio”. In caso di mancato ritiro, le schede non vengono conteggiate ai fini del quorum, diversamente da quanto avviene per quelle bianche o annullate. Per questo il fronte del Sì parla di messaggio a favore dell’astensione, che è la posizione sostenuta da chi è per il No.

Le reazioni – “Non stupisce”, secondo Conte, che la premier “non voterà al referendum dell’8 e 9 giugno in cui si sceglie se aumentare i diritti e le tutele dei lavoratori contro precarietà, incidenti sul lavoro, licenziamenti. In fondo in quasi 30 anni di politica non ha fatto nulla per tutelare chi lavora e si spacca la schiena ogni giorno, i ragazzi precari che non hanno la fortuna di aver fatto carriera in politica”. Segue un invito ai ragazzi “a recuperare la storia di Teresa Mattei, che proprio in quel 2 giugno del 1946 fu la più giovane eletta all’assemblea Costituente e che si batté perché all’articolo 3 della Costituzione fosse inserita la libertà e l’uguaglianza ‘di fatto’ per i cittadini, non a chiacchiere. Non sono liberi e uguali ‘di fatto’ i lavoratori che non possono difendersi da licenziamenti, precariato, incidenti sul lavoro. Viva l’impegno e la partecipazione per migliorare le cose, viva il 2 giugno, viva la Repubblica”.

Per Magi si tratta di fatto di un invito all’astensione “che fa impallidire soprattutto perché fatto durante la cerimonia del 2 giugno, quando gli italiani con un referendum scelsero al Repubblica. Che la premier mandi messaggi confusi che invitano alla non partecipazione al voto è agghiacciante: è evidente ormai che Meloni e tutta la sua maggioranza temono il voto. Nel giorno in cui si celebra la Repubblica nata dal referendum, il nostro invito è di andare a votare e votare Si al referendum sulla cittadinanza”.

Meloni: “Parole di Mattarella su Gaza in linea con quelle del governo” – Meloni ha anche commentato le parole del Capo dello Stato su Gaza, che sono state “importanti e sono in linea con quello che ha già detto il governo. Ringrazio il presidente della Repubblica e sono d’accordo con lui. Penso – ha aggiunto – che sia importante il lavoro che ha fatto il governo per aiutare la popolazione di Gaza”. Entrando invece nel merito della festa della Repubblica, Meloni ha detto che questo “è un 2 giugno che come sempre ci deve rendere molto orgogliosi di quello che facciamo, quello che siamo noi, non come se fosse un fatto museale, celebriamo questa festa per ricordarci che quello che abbiamo qualcuno lo ha costruito. Lo dico anche in riferimento al fatto che considero francamente inaccettabile che dei professori che insegnano nelle scuole ci dicano che i bersaglieri sono divisivi”, ha continuato facendo riferimento alla polemica innescata da un gruppo di docenti del liceo Bramante di Magenta contrari al protocollo d’intesa firmato tra il ministero dell’Istruzione e del Merito e l’Associazione nazionale Bersaglieri con la finalità di promuovere i valori della Costituzione all’interno delle istituzioni scolastiche nell’ambito della disciplina di educazione civica. “È grazie anche ai bersaglieri – ha continuato la premier – se noi oggi abbiamo una nazione, è grazie alle forze armate, è grazie a tutti quelli che si sono sacrificati per costruirla e forse questo dovremmo insegnare ai nostri giovani”.

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