Referendum 8 e 9 giugno, concluso il percorso di aassemblee nelle fabbriche e iniziative pubbliche della Fiom Cgil
- Postato il 29 maggio 2025
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- Di Il Vostro Giornale
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Savona. La FIOM CGIL Savona “ha concluso con soddisfazione il percorso di Assemblee nelle fabbriche ed iniziative pubbliche sul territorio a sostegno dei Referendum dell’8 e 9 giugno. Grande partecipazione e attenzione al merito delle questioni con una discussione sempre propositiva. Migliorare la qualità e la stabilità dell’occupazione è fondamentale anche nel comparto metalmeccanico savonese, crediamo che l’industria sia il cuore produttivo del paese e del territorio. Pertanto, difenderne il valore significa anche tutelare il futuro di tutti. Anche in proposito al rinnovo del contratto nazionale di lavoro pensiamo che più tutele, più salario e più diritti debbano essere pilastri quotidiani irrinunciabili”.
“Votare ai referendum – spiegano dal sindacato – è importante per cancellare norme e leggi che hanno svalorizzato il lavoro e lo hanno reso insicuro, precario e mal pagato anche in provincia di Savona. E’ necessario garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro nella filiera degli appalti e subappalti come ad esempio quelli dell’impiantistica telefonica che hanno un perimetro di norme sempre meno vincolanti. Con il sì al referendum sugli appalti si introduce la responsabilità anche per l’azienda appaltante. Anche nell’industria savonese le assunzioni sono principalmente non stabili. Con il sì al referendum si cancellano alcune norme sulla precarietà e vengono ripristinate le condizioni per cui il contratto di lavoro principale torna a essere quello a tempo indeterminato. Quanto detto aiuterebbe non poco a concretizzare seri e dovuti percorsi di stabilizzazioni anche in ogni singola realtà produttiva”.
“Se pur siano ancora presenti stabilimenti produttivi con organici strutturati, la dimensione di impresa industriale del territorio è sempre più tendente alla media e piccola realtà. Pertanto, anche sui quesiti referendari legati ai licenziamenti illegittimi, diventa fondamentale votare sì per ripristinare l’art.18 e quindi la possibilità di tornare sul proprio posto di lavoro agli assunti dopo il 2015 nelle aziende storiche e superare il vincolo dell’indennità risarcitoria delle 6 mensilità per la lavoratrici e i lavoratori nelle aziende di piccola entità. In merito alla cittadinanza: in provincia ci sono sempre meno persone in età da lavoro e l’indice di vecchiaia è tra i più alti d’Europa. Lavoratrici e lavoratori stranieri sono necessari se si vuole tenere in equilibrio l’economia, lo stato sociale, le pensioni e le attività industriali, anche in virtù del fatto che inizia ad essere sempre più marcata la difficolta a trovare personale qualificato e non”.
“Pertanto, dare agli stranieri che vivono e lavorano in Italia i diritti e i doveri legati alla cittadinanza da ottenere in 5 anni anziché in 10 crediamo sia moralmente corretto ed economicamente necessario. L’8 e il 9 giugno votiamo sì ai Referendum, occasione fondamentale per restituire dignità al lavoro”, concudono.