Referendum, l’Agcom richiama la Rai e le altre emittenti: “Garantire un’adeguata copertura informativa”
- Postato il 13 maggio 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il Consiglio dell’Agcom ha adottato un provvedimento di richiamo alla Rai e a tutti i fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici operanti in ambito nazionale, “affinché garantiscano un’adeguata copertura informativa sui cinque temi oggetto dei referendum indetti per i giorni 8 e 9 giugno”. Dopo le polemiche delle opposizioni e dei promotori dei referendum – che hanno puntato il dito contro la Rai, accusata di “oscurare le consultazioni” – e dopo la replica della stessa azienda pubblica che ha fatto sapere di avere “garantito numerosi spazi dedicati ai temi oggetto di referendum”, arriva così il provvedimento dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
Il richiamo, adottato alla luce dei dati di monitoraggio, “ha l’obiettivo di offrire ai cittadini un’informazione corretta, imparziale e completa sui quesiti referendari e sulle ragioni a sostegno delle opzioni di voto”, si legge nella nota. Le emittenti – ricorda la nota dell’Agcom – sono tenute a dare attuazione alla deliberazione dell’Autorità n. 102/25/Cons e, per quanto riguarda la Rai, al provvedimento del 2 aprile 2025 della Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi. “Entrambi i regolamenti, che recano la disciplina dei referendum – si spiega -, si soffermano con particolare attenzione sull’esigenza di assicurare un’adeguata trattazione delle tematiche referendarie, allo scopo di garantire una informazione completa, imparziale e corretta sui quesiti”.
“Avevamo denunciato da giorni il silenzio informativo sui referendum. Oggi l’Agcom conferma nero su bianco ciò che andiamo ripetendo da tempo: il servizio pubblico non sta garantendo un’adeguata copertura informativa. Il richiamo formale dell’Autorità è la prova che le nostre preoccupazioni erano fondate“, commenta Stefano Graziano, capogruppo del Pd in commissione di vigilanza Rai. “Il servizio pubblico non può diventare uno strumento di propaganda al servizio della maggioranza di governo”, continua il deputato dem, che chiede così alla Rai e a tutte le altre emettenti di mettersi “immediatamente in regola, ristabilendo equilibrio e pluralismo nell’informazione. È in gioco la qualità della nostra democrazia“, conclude.
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