Referendum, solo sei parole, la nuova canzone di Giorgia fra sinistra e Macron

  • Postato il 3 giugno 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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Referendum. Solo sei parole di Giorgia Meloni. Ma non è la antica canzone “Solo tre parole, ti voglio bene”, la nuova versione manda in tilt la sinistra. Per i referendum dell’otto e il nove giugno, la premier andrà al seggio, ma non ritirerà la scheda.

“È un marchingegno da quattro soldi. Così si prende in giro il Paese”, tuonano all’unisono Giuseppe Conte ed Elly Schlein. La polemica, finora sottotono, è esplosa ieri mattina dopo queste affermazioni del presidente del Consiglio.

Nemmeno il comportamento di Maurizio Landini aveva infuocato gli animi. La sua rivolta sociale era rimasta a mezza strada, nessuno gli aveva dato grande importanza. Fin quando Giorgia Meloni non si è pronunciata in modo chiaro: “Nessuno dei quesiti merita il mio voto”, Punto e a capo.

I giornali che guardano solo da una parte si sono scatenati: “Di male in seggio”, titola a tutta pagina Il Manifesto. “La politica va verso la farsa”, gli fa eco l’Unità con un articolo firmato dal direttore Piero Sansonetti. “Non votare diventa un reato”, gridano in tanti.

Ma chi urla e strepita ha la memoria corta e non ricorda (o fa finta di non ricordare) quel che scrisse Giorgio Napolitano quando il Paese fu chiamato alle urne sul problema delle trivelle. Alla vigilia del referendum, l’ex capo dello stato scrisse così: “Non andare al voto è un modo di esprimersi”. In quell’occasione non piovvero tuoni e fulmini. Silenzio assoluto, nemmeno il briciolo di un commento. 

Se così è, non hanno oggi tutti i torti quegli esponenti moderati del Pd che hanno annunciato senza ombra di dubbio che loro andranno al seggio solo per mettere un “si” al problema della cittadinanza. Per gli altri, dribbleranno quanto viene chiesto al popolo.

Dissenso nel Pd sul referendum

Referendum, solo sei parole, la nuova canzone di Giorgia fra sinistra e Macron, nella foto Schlein e Landini
Referendum, solo sei parole, la nuova canzone di Giorgia fra sinistra e Macron – Blitzquotidiano.it (nella foto ANSA Schlein e Landini)

Non si tratta di parlamentari che hanno poca voce in capitolo. Qualche nome sarà sufficiente a dimostrare che i dem non sono tutti uguali: Giorgio Gori, Lorenzo Guerini, Pina Picierno, Lia Quartapelle. 

Si vuole tenere alta la tensione che divide le forze politiche. Il principio è il solito: più si fa chiasso, più l’opposizione guadagna. Così credono i partiti che fanno parte della minoranza.

Però, spesso e volentieri il Paese ha risposto che non ne può più delle continue liti e delle plateali zuffe che hanno come palcoscenico le aule di Montecitorio e di Palazzo Madama.

“Vogliamo più fatti” replica la gente a quei giornalisti che fanno loro domande sui problemi sempre rinviati e mai risolti. “Come la mettiamo con il carrello della spesa che aumenta di mese in mese mettendo in angoscia decine di migliaia di famiglie?”

Il clima di odio che imperversa fra avversari si tocca con mano. Il principio della correttezza politica è andato a farsi benedire fino a raggiungere i più esaltati che non amano le controversie condotte in maniera democratica.

L’ultimo caso è quello del professore di tedesco campano che augurava alla figlia della premier la stessa sorte di quella ragazza di dodici anni uccisa a pietrate dall’ex fidanzato ad Afragola. Quando si arriva a sperare certe nefandezze significa che siamo alla frutta e dobbiamo mettere un punto per evitare conseguenze irreparabili.

Quindi parlare di un rigurgito fascista non serve a nulla, soprattutto perchè la storia ha cancellato quel periodo che non tornerà più.

Cosa succede nel mondo

Polemiche che si potrebbero definire da quattro soldi se volgiamo il pensiero a quel che succede nel mondo. In Medio Oriente la carneficina continua con morti e feriti di bambini (e anche donne) che con la guerra non c’entrano nulla.

Tra Russia e Ucraina il sostantivo pace rimbalza ogni giorno, ma nemmeno di tregua si riesce a parlare. Putin non ne vuol sapere di far tacere la armi, si dice. Zelensky risponde così: “Se la Russia vuole tutti i territori conquistati in Ucraina il discorso non può avere nemmeno inizio. Se vogliamo finalmente essere ottimisti scriviamo che oggi alle sei di pomeriggio Macron e la Meloni si incontreranno a Palazzo Chigi. Si debbono smussare gli evidenti contrasti su cui Francia e Italia non si trovano d’accordo. Sono due grandi Paesi europei che debbono lavorare insieme, lasciando stare quelle divergenze che possono essere superate facilmente.

Vale a questo punto soffermarsi su una vignetta pubblicata oggi sulla prima pagina del Tempo. Emmanuel dice a Giorgia: “Non parliamo dei cinque schiaffi che il Paris Saint Germain ha dato all’Inter”. E lei replica: “No, parliamone insieme allo schiaffo che tua moglie ti ha dato in aereo prima di scendere”: Viva l’ironia.

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Blitz

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