Reggio, minaccia di diffondere video intimi: Donna arrestata per estorsione

  • Postato il 26 novembre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Reggio, minaccia di diffondere video intimi: Donna arrestata per estorsione

A Reggio Calabria, una donna è stata arrestata per estorsione sessuale ai danni di un uomo: lo minacciava di diffondere video intimi in cambio di denaro.


REGGIO CALABRIA- Mentre si celebra la giornata dedicata al contrasto della violenza sulle donne, e proprio mentre la Camera dei Deputati approva all’unanimità la legge che introduce nel Codice Penale il reato autonomo di femminicidio, da Reggio Calabria arriva una storia che spezza gli schemi, che inverte i ruoli tradizionali e richiama a una verità spesso sottaciuta: la violenza può assumere forme molteplici, evidenziando come la violenza non abbia sesso. Una storia fatta di ricatti sessuale,  telefonate minacciose, richieste di denaro e la costante paura di vedere la propria vita privata esposta alla rete, dove tutto si moltiplica e nulla si cancella.

UOMO VITTIMA DI RICATTO PER UN VIDEO INTIMO, DONNA ARRESTATA A REGGIO

La vittima in questo caso è un uomo, il carnefice o presunto tale questa volta è una donna. Carabinieri della Stazione di Reggio Calabria Rione Modena hanno arrestato una giovane donna, non italiana, con l’accusa di estorsione a sfondo sessuale, per aver minacciato un uomo di diffondere online video intimi. L’operazione è stata resa possibile grazie al coraggio, spesso ostacolato dalla vergogna e dal timore del giudizio, che l’uomo ha trovato di denunciare. Le indagini dei militari dell’Arma dei Carabinieri, attenti alle vittime di violenza, indipendentemente dal sesso di chi sia la vittima o chi sia l’autore, hanno permesso di ricostruire i contorni dell’estorsione.

PRESSIONE PSICOLOGICA SULLA VULNERABILITÀ

Secondo quanto emerso, l’uomo, dopo un rapporto intimo a pagamento con una giovane donna domiciliata nella città, sarebbe stato ripetutamente minacciato dalla stessa. La donna pretendeva denaro in cambio della promessa di non diffondere un video che li ritraeva insieme. Una pressione psicologica calibrata sulla vulnerabilità, sul timore di essere giudicato, sull’esposizione di una parte di sé che dovrebbe restare privata.

L’INDAGINE DEI CARABINIERI, L’INTERVENTO IN FLAGRANZA E IL SEQUESTRO DELLA TELECAMERA

Ricevuta la denuncia, i Carabinieri hanno organizzato un servizio mirato. Al momento stabilito per lo scambio, i militari sono intervenuti tempestivamente, irrompendo nell’abitazione della donna subito dopo la consegna del denaro. Nel giubbotto della giovane sono stati ritrovati i 200 euro appena estorti. Il compagno della donna avrebbe tentato di ostacolare l’ingresso delle forze dell’ordine. Quest’ultimo è stato poi denunciato per resistenza a pubblico ufficiale. Durante l’operazione è stata sequestrata anche la telecamera utilizzata per registrare il video: l’oggetto simbolo e strumento del presunto ricatto. Questo risultato dei Carabinieri conferma quanto la collaborazione delle vittime (siano esse donne o uomini) sia decisiva, soprattutto in quei reati che rimangono spesso sommersi, soffocati dal pudore e dal timore di ripercussioni personali o sociali.

PRESUNZIONE D’INNOCENZA MA RESTA IL MONITO

Al termine delle procedure, la donna è stata posta agli arresti domiciliari, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari e ogni responsabilità sarà accertata nel corso del processo. Per la donna vige il rispetto del principio di presunzione d’innocenza. Intanto, questa storia ricorda che la lotta agli abusi riguarda tutti, senza eccezioni né categorie. Perché la violenza, qualunque volto indossi, resta tale, e va riconosciuta, denunciata, fermata allo stesso modo.

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