Regionali Campania, boom di preferenze ai sindaci: eletti in tre nonostante la legge per ostacolare la loro candidatura
- Postato il 26 novembre 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Dal voto campano emerge anche il dato della forza dei sindaci delle città popolose, che resiste a ogni ostacolo. Tre di loro entrano in Consiglio regionale con dei boom di preferenze. E nonostante una leggina regionale che li ha costretti a dimettersi con ampio anticipo. Studiata forse per mettere loro i bastoni tra le ruote.
Infatti l’ex sindaco di San Giorgio a Cremano Giorgio Zinno (39mila preferenze nel Pd, nella foto), l’ex sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto (19 mila preferenze in Casa Riformista) e l’ex sindaco di Casalnuovo Massimo Pelliccia (16mila preferenze in Forza Italia) entrano in consiglio regionale divisi tra maggioranza e opposizione, ma accomunati dall’aver dovuto lasciare i loro comuni in anticipo. Con percorsi diversi. Zinno e Buonajuto si sono dimessi – di qui lo scioglimento immediato dell’amministrazione – mentre Pelliccia è stato dichiarato decaduto con voto del consiglio comunale per un contenzioso: la Sapna, la società dei rifiuti, lo ha citato in giudizio chiedendogli 800 euro di risarcimento per i mancati pagamenti del conferimento. La sua giunta quindi prosegue per un altro anno con un primo cittadino facente funzioni. In ogni caso, le tre città torneranno al voto nella primavera 2026.
In Regione Campania la legge elettorale è cambiata il 29 maggio ed ha imposto ai sindaci l’obbligo di decadere dalla carica prima del 20 luglio 2025, ovvero prima che decorressero due mesi dalla data delle elezioni precedenti (svoltesi il 21 settembre 2020). Una norma più severa della legge nazionale di indirizzo, che stabilisce solo l’obbligo di risultare decaduti entro il giorno della presentazione delle liste. I sindaci si sono quindi dimessi al buio, in un momento in cui non c’erano certezze ne sulla data delle elezioni (si paventava uno slittamento alla primavera del 2026), né, almeno dal punto di vista formale, sulla loro candidatura al consiglio regionale.
Le prime bozze della modifica normativa regionale furono severamente criticate dall’Anci Campania. L’allora presidente Carlo Marino picchiò duro, parlando “un brutale e immotivato schiaffo ai sindaci”. Il coordinatore Anci dei piccoli comuni, il sindaco di Pollica (Salerno) Stefano Pisani, parlò di “tentativo di autoconservazione della specie”. Si riferiva ai consiglieri regionali che avrebbero approvato la legge con l’intento, secondo la maliziosa interpretazione di Pisani, di impedire ai sindaci di farsi eleggere al loro posto. Se quello era l’obiettivo, le urne lo hanno bocciato.
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