Regionali in Italia “paradiso fiscale”: per vincere in Calabria reddito, firma di morto, apologeta di terrorista
- Postato il 1 settembre 2025
- Politica
- Di Blitz
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È tutto lecito per vincere alle prossime Regionali? In qualsiasi modo si cerca di indebolire l’avversario, di trovare i suoi punti deboli, di poterlo mettere KO per tagliare il traguardo per primi.
È quel che sta accadendo nel nostro allegro Paese pur di trionfare alle regionali e poter dare un violento schiaffone al governo. Questo pensa la sinistra ed ogni opinione è lecita, se non viola certi principi non solo democratici, ma anche (si potrebbe aggiungere) di buon gusto.
Accade, ad esempio, che in Calabria si presenti per diventare governatore di una terra povera e forse a lungo dimenticata l’ex presidente dell’Inps Pasquale Tridico, voluto ad ogni costo da Giuseppe Conte a cui piace spesso “comandare” nel campo largo.
Infatti, se lui si adombra, il sogno di Elly Schlein di unire l’opposizione va a farsi benedire e si deve ricominciare da capo. Ragione per cui la segretaria del Pd deve ingoiare bocconi amari e abbozzare.
La ricetta di Tridico per le Regionali

Per combattere l’ex governatore Roberto Occhiuto (che si ripresenta), i pentastellati propongono Tridico, appunto, il quale parte a gamba tesa in campagna elettorale rispolverando il reddito di cittadinanza e gridando un forte no al ponte sullo Stretto.
Fin qui, niente da eccepire. Il modello non è quello del politically correct, ma può andare. Senonchè, lo scatenato candidato della sinistra chiede aiuto agli intellettuali della Calabria (non molti in verità), che, entusiasti (?) firmano un appello in suo favore. “C’è bisogno di una spinta forte per rivoluzionaria questo territorio”, sostengono.
Va bene, però probabilmente disattenti, non si avvedono che tra le firme di appoggio appare in bella vista pure quella di uno stimato sociologo, Federico Butera, il quale non avrebbe mai potuto firmare quel documento. Perchè mai? Ahimè,? è morto nello scorso febbraio ed a meno di un miracolo…….
La firma di un intellettuale defunto
Tridico entra nell’occhio del ciclone dei social per un’altra decisione: quella di mettere nella sua lista la professoressa Donatella Di Cesare. La ricordate? È quella docente che quando morì la terrorista Barbara Balzarani (coinvolta pure nell’agguato ad Aldo Moro in via Fani) omaggiò la “gentile signora” e fu costretta, obtorto collo, a rimuovere l’osanna.
Tutto è lecito pur di arrivare primi, ma fino a che punto? La verità è che in queste regionali che si terranno fra questo mese e il prossimo ne vedremo delle belle.
Lo storico socialista di un tempo, Rino Formica, ripeteva sempre che “la politica è sangue e merda”. Però, bisogna tentare in tutti i modi di cambiare strada: ecco un appello che dovrebbero sottoscrivere gli intellettuali di ogni ordine e grado anche se, è doveroso scriverlo, quelli calabresi erano probabilmente all’oscuro della falsa firma del compianto Butera.
Nel mondo, non è che vada meglio: mentre le guerre continuano ad imperversare causando morte e distruzione c’è chi pensa, come ad esempio gli Stati Uniti di Donald Trump, di dare un volto nuovo a Gaza.
Indovinate come? Regalando cinquemila dollari a chi lascia la propria terra. Allora. quella che i brasiliani definiscono “saudade” dovrebbe togliersi di torno: la nostalgia non è un sentimento dei nostri tempi. Per dieci anni, l’America presenzierebbe la zona garantendo una tranquillità assoluta.
Nel contempo, Putin mostra le sue carte durante un convegno tenutosi a Tianjin alla presenza di Cina, India e Russia, naturalmente. Il disegno del “buon Vladimir” sarebbe quello di ridisegnare il mondo con l’Oriente che dominerà l’Occidente.
Capite voi, chi abbiamo, all’uscio di casa nostra? La piantino, dunque, coloro i quali credono che Putin sia un grande statista, è solamente un grande dittatore. Nè più e nè meno di Giuseppe Stalin.
In Europa non poteva mancare una nuova polemica Italia-Francia. Macron si è stizzito perché la nostra premier non abbia bacchettato Matteo Salvini che aveva deriso il presidente d’oltr’Alpe. “Se vuole mandare un esercito a Kiev, si metta l’elmetto e ci vada lui”. La Meloni era rimasta in silenzio, perciò la si doveva punire.
Accusandola di far diventare l’Italia un paradiso fiscale. Molti leggono e rispondono con un solo termine “Magari”.
La verità è che se ogni giorno non mangiamo pane e polemica ci sentiamo male. La sinistra, attenta com’è ai social, vede una foto di Giorgia con un cappellino in testa su cui è scritto Italia e ironizza: “Anche in questo caso non vuole essere contro Trump e lo imita ricordandogli che noi siamo suoi stretti alleati. In ogni caso”. Dove andremo a finire?
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