Regionali: nessun eletto del Pd di Vibo, l’analisi del voto di Esposito
- Postato il 8 ottobre 2025
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Il Quotidiano del Sud
Regionali: nessun eletto del Pd di Vibo, l’analisi del voto di Esposito
Il voto delle elezioni regionali consegna un Pd che comunque tiene a livello generale ma che non riesce a far eleggere in consiglio nessun suo rappresentante di Vibo, neanche nelle liste collegate: l’analisi della segretaria provinciale dem, Teresa Esposito
VIBO VALENTIA – «Il giorno dopo è amaro». Non usa mezzi termini Teresa Esposito, segretaria provinciale del Pd di Vibo, per commentare l’esito delle elezioni regionali che ha interessato il partito dopo l’epilogo negativo uscito dalle urne. I dem non solo non prendono un consigliere regionale del Vibonese ma non confermano neanche quello uscente: Raffaele Mammoliti.
QUALCHE CONSIDERAZIONE A DUE GIORNI DAL VOTO
C’è da dire che anche se si fosse confluiti su una persona anziché metterne in campo tre (oltre a Mammoliti, c’erano in corsa Luigi Tassone e Stefano Soriano) probabilmente non si sarebbero raggiunti i numeri di Ernesto Alecci, ma quanto meno, a livello di immagine tra la gente non si sarebbe data la sensazione di disgregazione, dove ciascuno ha pensato – poi chissà per quale motivo – di riuscire nell’impresa. E così, quando si tratta di favorire gli altri, il Pd vibonese risponde quasi sempre presente. E questa volta non ha fatto eccezione.
Se da un lato, a livello numerico, la tenuta del partito a livello provinciale c’è stata (è secondo con 8.200 voti, alle spalle di “Occhiuto Presidente” che candidava Michele Comito e davanti a Noi Moderati in cui figurava Vito Pitaro, alias “Mr 12mila voti”) considerando anche “Democratici progressisti” (in cui era candidato l’assessore Stefano Soriano), dall’altro il dato deludente è quello della mancata elezione di un rappresentante vibonese. E a fregarsi le mani è Ernesto Alecci da Soverato che ottiene in tutta la circoscrizione oltre 12mila preferenze e che adesso può fare la voce grossa anche sul Comune di Vibo. Di tutto questo, del Pd di Vibo, delle elezioni regionali e di altro abbiamo discusso con Esposito.
Segretaria, allora, possiamo parlare di débâcle del partito vibonese, almeno sotto l’aspetto delle mancate candidature?
«Intanto, prendiamo atto che la mossa di Occhiuto si è dimostrata vincente e mi auguro vivamente che questa sia la volta buona per la Calabria, anche se continuo a nutrire forti dubbi per come ho anche manifestato in campagna elettorale. Io penso che Occhiuto non abbia amministrato bene, che la sua narrazione sia falsata, però evidentemente i calabresi ci hanno creduto. Per quanto riguarda il Pd, a livello regionale comunque conserva i voti della passata tornata, certo non avere nessun vibonese in Consiglio è un dato che dovrà essere discusso nelle sedi opportune. Dispiace moltissimo».
Ok, “dispiace moltissimo” ma evidentemente sono state messe in atto scelte strategiche errate.
«Però non potevamo non dare l’opportunità a chi ce l’ha chiesta, di giocarsi una partita che doveva essere una partita di crescita, di espansione. Poi, invece, ci siamo resi conto che la realtà è stata ben diversa».
Mettere in campo due uomini nella lista del Pd e poi come sovraccarico anche un altro, Soriano, in Democratici progressisti lo ritiene inopportuno?
«A conti fatti dico di sì».
Ma queste non erano valutazioni che andavano fatte prima? Considerando che se ci fosse stata un’unica figura i voti sarebbero confluiti su di essa, anche se non sarebbe salita lo stesso visti i numeri di Alecci, però quanto meno, a livello di immagine si sarebbe data l’idea di un partito compatto.
«Queste valutazioni erano state fatte e sono state anche riportate in più riunioni, però era come se ciascuno dei tre candidati fosse sicuro di avere un bacino di voti un po’ più ampio rispetto al quello esclusivo del Partito democratico, cosa che poi, invece, non si è rivelata tale perché in realtà noi forse solo con la lista DP siamo riusciti ad andare un pochino oltre, in un mondo che non era completamente dem. Però per quanto riguarda Tassone, Mammoliti e anche Soriano, sono proprio voti consolidati dal Partito democratico. Certamente, tutti e tre insieme non avrebbero comunque prodotto nessun risultato, perché i dati oggettivi sono che noi abbiamo preso un solo seggio in questa circoscrizione».
E neanche vibonese.
«Esatto. Però voglio precisare che c’erano alcuni punti fermi. Ad esempio Mammoliti era uscente e quindi c’era questa politica che gli uscenti dovevano essere riconfermati. Tassone, poi, proveniva da un impegno elettorale europeo che chiaramente gli aveva fatto pensare che quel tipo di elettorato avrebbe potuto consolidarlo con questo tipo di candidatura».
Quindi, c’è stata una sopravvalutazione di se stessi anche per gli altri?
«Ritengo di sì. Una sopravvalutazione di quello che poteva essere e non è stato».
Anche dal punto di vista femminile le cose non sono andate bene.
«Purtroppo no. È chiaro che ho ancora di più un rammarico in questo senso, perché abbiamo avuto delle donne che hanno fatto delle battaglie complesse, molto impegnative e anche molto significative, con numeri importanti. Anche nella zona Centro non avremo alcuna donna a rappresentarci».
Ma c’è qualcosa che salva dell’esito elettorale?
«Resta la convinzione che dall’esito dei numeri del Pd e dei 2.500 voti di DP ci sia un partito che comunque ha la possibilità di incidere sul territorio».
Lei è stata eletta segretaria provinciale in piena campagna elettorale, quindi dovrebbe non avere colpe.
«Però se sei parte di una squadra devi prenderti comunque la tua fetta di responsabilità, anche se sei arrivato all’ultimo. Chiaramente non c’è stata neanche la possibilità di organizzare per bene le fila in quanto mi sono trovava già con dei circoli organizzati su nomi e preferenze e non ho potuto incidere molto. Ho fatto una campagna elettorale comunque seria e onesta su questo, non c’è dubbio, cercando di chiedere il voto per il Partito Democratico e ho trovato anche delle grandi disponibilità sui territori. E tutto sommato anche a Vibo la risposta c’è stata se pensiamo che in corsa nei vari schieramenti c’erano Comito, Lo Schiavo, Pitaro, la Limardo, Miceli, oltre a Soriano, Tassone e Mammoliti. Cioè, otto persone, tutte di questo territorio, e sette di queste, specificamente di Vibo».
Il dato di Alecci la preoccupa per gli equilibri al Comune di Vibo? Secondo lei ora gli “alecciani” in Consiglio comunale chiederanno con ancor più forza un posto in Giunta?
«A maggior ragione lo faranno adesso, però penso che ora Alecci abbia ora una maggiore responsabilità e quindi in questo momento lui deve tutelare i territori che lo hanno premiato piuttosto che andare a chiedere il bottino».
Adesso però, ad urne chiuse, ritiene che si debba imporre una riflessione?
«Chiaramente adesso si aprirà una serie di ragionamenti, ma questo è inevitabile. Pertanto, penso che nei prossimi giorni, a parte che chiederò una Direzione provinciale e che ci vedremo col sindaco nonché con lo stesso Alecci e il segretario regionale, proprio per cominciare a discutere su quelle che deve essere il futuro sia del Partito vibonese con Alecci, questa volta consigliere regionale esclusivo, sia del Comune di Vibo per stabilirne l’organizzazione al fine di migliorare l’offerta della politica comunale. E questo lo si può fare con una dialettica molto schietta che però ha un unico obiettivo: preservare il Pd, preservare il territorio e gli unici baluardi amministrativi dem».
Ritiene che anche il sindaco Romeo debba fare una riflessione?
«Ma io credo la stia già facendo se non l’ha già fatta. E tutti insieme dovremo scegliere le strade migliori affinché “non si faccia male nessuno”».
Il Quotidiano del Sud.
Regionali: nessun eletto del Pd di Vibo, l’analisi del voto di Esposito