Regione Calabria, primo sì del Consiglio al cambiamento dello Statuto

  • Postato il 21 novembre 2025
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Regione Calabria, primo sì del Consiglio al cambiamento dello Statuto

Arriva di notte la discussione sulla riforma dello Statuto Regione a Calabria e anche se non mancano le polemiche alla fine la maggioranza non si fa distrarre e il Consiglio approva, la seconda lettura tra 60 giorni


SONO passate le 23 quando il Consiglio regionale apre la discussione sulla riforma dello Statuto  che dà facoltà al presidente della Giunta di estendere a nove la propria Giunta – recependo una norma nazionale – e riesuma i sottosegretari alla presidenza, che si erano visti in Calabria (regione che fece da apripista) con il governo Loiero e vennero abrogati poi nel 2012, durante la legislatura Scopelliti, nell’ambito della revisione dello Statuto che sforbiciò le commissioni consiliari e tagliò alcuni costi della politica.

Una proposta di legge – ha obiettato l’opposizione – che arriva in tutta fretta, senza attendere l’insediamento delle commissioni e lasciando aperte molte domande. Soprattutto sui due sottosegretari. La proposta di revisione dello statuto rimanda tutto a successiva legge regionale. Sicché non si sa se saranno di nomina interna o esterna, né, ad esempio, quanto costeranno. E buona parte del dibattito si è avvitata intorno a questo tema: la maggioranza ha ribattuto che la norma è a «invarianza finanziaria», la minoranza replicava che era una invarianza «fittizia» perché i soldi sarebbero stati spostati da altri capitoli. La proposta di legge statutaria è passata con i voti della maggioranza: tornerà in aula tra sessanta giorni per la seconda lettura.

IL DIBATTITO

Il capogruppo di Forza Italia, Domenico Giannetta, spiega che la modifica dello Statuto è necessaria «per rafforzare l’architettura istituzionale» della regione. Per l’opposizione, invece, non c’è alcuna urgenza.  «È sgradevole inaugurare la legislatura con questa proposta di legge, ed è inutile che cerchiate di mascherare questo poltronificio come un adeguamento a una norma nazionale – dice Elisa Scutellà (M5s) – Riesumate i sottosegretari per soddisfare qualche ego personale e raggiungere equilibri in maggioranza. Ma quale invarianza finanziaria poi? Le spese aumenteranno, per indennità, staff, strutture. Non prendete in giro i calabresi».

Ernesto Alecci, capogruppo dem, lamenta la fretta. «Bisognava allargare la squadra di governo? Si poteva far ricorso alla figura dei consiglieri delegati, che è già prevista dallo statuto ed è a costo zero» ha obiettato. «L’aumento degli assessori è previsto da una legge nazionale, ma è una facoltà, non un obbligo» fa notare il dem Falcomatà. «Ai calabresi di avere due assessori in più e due sottosegretari non può fregar di meno, non sono queste le priorità» sottolinea Enzo Bruno (Tridico presidente). La maggioranza non vede scandalo. «Si aumenta la partecipazione democratica e la rappresentanza» rimarca Riccardo Rosa (Noi Moderati), al cui partito – lo ricorda lui per prima – toccherà uno dei due nuovi assessorati. «Dalla minoranza solo becero populismo» la replica di Orlandino Greco (Lega) e Marco Polimeni (Forza Italia).

«Io non mi faccio offendere da voi – insorge Francesco De Cicco (Dp) – Io sono figlio del popolo, rappresento qui i cittadini, né la destra né la sinistra. E qui avete parlato di tutto finora, ma non delle istanze che interessano i cittadini».

MODIFICA DELLA LEGGE SUL REFERENDUM

Collegata alla riforma dello Statuto è approdata in aula anche una modifica della disciplina del referendum popolare per l’approvazione dello statuto regionale. La modifica delimita il ricorso al referendum confermativo alla sola fase di approvazione o sostituzione dell’intero Statuto regionale e non alle leggi di revisione statutaria che intervengono su singole parti dello statuto stesso (come la legge che introdurrà sottosegretari e aumenterà assessori, ad esempio).

In coerenza – spiegano i firmatari della proposta di legge Domenico Giannetta e Pierluigi Caputo – con la formulazione letterale dell’articolo 123 della Costituzione. Le esigenze di tutela della partecipazione democratica nel processo di formazione delle leggi – dicono ancora i firmatari – sono comunque soddisfatte perché contro le singole leggi di revisione statutaria si può richiedere il referendum abrogativo. Anche in questo caso la minoranza ha protestato per una norma approdata in aula senza il passaggio nella commissione.

«Qui passa l’idea che si può modificare lo statuto pezzetto per pezzetto, bypassando il referendum? Ne avete forse paura?» chiede Falcomatà. E sullo stesso solco seguono gli altri interventi dell’opposizione. «Macché – replica la maggioranza – Si può sempre chiedere il referendum abrogativo». La proposta di legge è stata approvata con i voti della maggioranza.

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